AI - Tradizionale prima uscita 2025 in Val Codera
- Mezzi propri
- Ore 7:00 ritrovo nel parcheggio a fianco della chiesa di Santa Valeria
- Quota di Partenza m. 321 Codera m. 830 Rifugio Brasca m. 1304
- Percorrenza 1h 45m fino a Codera altre 2h fino al rifugio Brasca
- Possibilità di ristoro al Rifugio Osteria Alpina a Codera vedi http://www.osteriaalpina.it/
- Difficoltà E o EE se tratti ghiacciati
- Equipaggiamento da escursionismo invernale. Ramponcini obbligatori. Ciaspole se presenza neve soffice
- Coordinatore logistico Erminio Sanvito 347 4053812
La Val Codéra è una delle più suggestive ed amate in provincia di Sondrio, in quanto ancora preservata dall’accesso degli autoveicoli per la mancanza di una strada carrozzabile. Una leggenda narra che Dio, dopo aver fatto il mondo, si ritrovò con un mucchio di pietre avanzate: le sparse un po' alla rinfusa, e queste pietre crearono la valle, il cui nome, infatti, deriva da "cotaria" e quindi da "cote", cioè masso. Questa ed una serie di altre leggende sono legate alla Val Codera, la cui asprezza, non priva di angoli sorridenti e gentili, è un elemento essenziale del suo fascino.
Seguendo la ss 36 dello Spluga raggiungiamo l'imbocco della Valchiavenna e, dopo 2 gallerie, Novate Mezzola. Giunti in vista della chiesa della SS. Trinità, prendiamo a destra e saliamo alla parte alta del paese, parcheggiando al termine della strada, in località Mezzolpiano (m. 316). Qui parte (abbondanti segnalazioni del Sentiero Roma e del Sentiero Italia) una mulattiera ben scalinata, che sale al nucleo di Avedée (m. 790) e si addentra sul fianco occidentale della Val Codera, perdendo quota in un paio di punti, in corrispondenza di altrettante gallerie paramassi. Un'ultima salita porta al cimitero di Codera ed a Codera (m. 825), dove si trovano i rifugi Risorgimento ed Osteria Alpina.
A Codera passiamo in mezzo alle antiche baite e ad una serie di cartelli seguiamo le indicazioni del Sentiero Roma: ignorata quindi la deviazione a destra (Sentiero Italia, Tracciolino), proseguiamo diritti,uscendo dal paese. La mulattiera, dopo una cappelletta, porta al nucleo della Corte (m. 845), con una seconda cappelletta dedicata a San Rocco. Dopo la Centralina degli Scout, la mulattiera confluisce in una pista sterrata che congiunge Codera a Coeder. Superate la sorgente del Funtanìn e la località Tiuné (m. 945), guadiamo il torrentello della Val di Càsar e ritroviamo l’antica mulattiera (segnavia bianco-rossi) che lascia, sulla sinistra, la pista in corrispondenza della cappelletta del Sabiùn (m. 1040). Il sentiero sale, verso sinistra, tagliando il conoide formato dal materiale scaricato dalla Val Beleniga. Per attraversare il torrente omonimo prendiamo a destra e passiamo su un ponte che ci porta ai casolari della località Beleniga (belénich, m. 1037). Il sentiero prende per breve tratto a sinistra, poi piega a destra e passa fra le baite alte del maggengo di Saline (m. 1085), per poi raggiungere le baite della località Piazzo (m. 1120) con la quarta cappelletta, dedicata a S. Guglielmo. Proseguendo confluiamo per la seconda volta nella pista sterrata, che non lasceremo più fino alla meta. Oltrepassati due ponticelli (il secondo scavalca il torrente Codera, portandoci alla sua destra), raggiungiamo Stoppadura e, dopo un tratto in pineta, l'ampia spianata di Brescadega (m. 1214), dove si trova il rifugio omonimo. Tagliamo diritti i prati e rientriamo in pineta, scavalcando su un ponticello il torrente Arnasca, per uscirne all'ampia radura in fondo alla quale vediamo il rifugio Brasca (m. 1304).
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Val Codéra tracciato GPX | 364.21 KB |
Libretto gite 2025.pdf | 3.57 MB |