Giù al Nord

Cercando la via del Vecchiaccio
Regione: 
Abruzzo
Gruppo montuoso: 
Gran Sasso
Località: 
Rifugio Franchetti

"Andiamo a scalare sul più bel calcare d'Italia!", così mi dissero, e io accettai. Tutti i giovani caiani mi abbandonarono lasciandomi con tre vecchi volponi... 

Erano le 6 del mattino di giovedì 9 Luglio quando partimmo in direzione Abruzzo, meridione d'Italia.“Abruzzo?!” Ebbene si, il Calcare più bello d'Italia si dice sia in Abruzzo, sul Gran Sasso per la precisione.

Il morale era alto ma i chilometri da percorrere erano tanti, più di 600. Il viaggio scorreva veloce con il mare adriatico alla nostra sinistra fino a quando abbandonata l'autostrada e ci dirigemmo nell'entroterra, verso Teramo. Una volta sulla statale Beppe cominciò a esporci le sue assurde tabelle di marcia in stile militaresco ma la truppa si ribellò esigendo il rancio e a gran voce urlò “arrosticini e Cerasuolo”. Alessio, il capo di noi disertori, vide dietro una curva il ristorante ideale e la nostra camionetta prontamente si fermò a lasciarci rifocillare.

Dopo un lauto pranzo e una buona bevuta ci ritrovammo in breve a camminare in direzione del rifugio Franchetti avvolti da una fitta nebbia. Il paesaggio sembrava lunare e l'aria pesante o forse eravamo noi a essere appesantiti?!D'un tratto si aprì uno squarcio nella nebbia e intravedemmo il rifugio, era li, ben appollaiato su di un cocuzzolo. Una volta arrivati al rifugio ci sistemammo nelle nostre brande ma subito Alessio ci spronò "andiamo, ho trovato la via da fare”. 15 minuti a piedi e quattro tiri facili facili, per cena siamo al rifugio". Così salimmo la "via Valeria" o anche detta "via della Fessura" alla torre Livia. Dopo aver preso qualche bastonata su un IV superiore di tutto rispetto e un po' di pioggia, il rifugio ci accolse con una bella brodaglia calda e tanti climber ed escursionisti allegri e cordiali con cui passare belle serate in questa bellissima valletta alpina incastonata in mezzo all’Appennino.

In quei giorni abbiamo conosciuto molte persone: un chirurgo plastico di Roma, un alpinista e cascatista siciliano (cascate di ghiaccio in Sicilia…) con la moglie americana (per ¼  Cherokee) e il loro amico romano e all’ultima sera due giovani ragazzi appassionati di downhill. Inoltre abbiamo stretto un bel rapporto con il gentilissimo staff del rifugio che l’ultima sera ci ha anche viziato con un buon piatto di lasagne.

Per la cronaca alpinistica in quei giorni abbiamo salito la “via Di Federico, De Luca” al monolite del Corno Piccolo (V+ 190m) e la classicissima “via del Vecchiaccio” alla seconda spalla, sempre al Corno Piccolo (VI- 210m). Inoltre la domenica i tre “vecchietti” sono saliti alla cime orientale per una via ferrata mentre il sottoscritto osservava improbabili escursionisti domenicali che salivano fino al rifugio.

Conservo un bel ricordo di quei giorni al rifugio Franchetti tra quelle bellissime cime dal sapore alpino, dove puoi vedere in lontananza il mare mentre sulla terrazza sorseggi una buona birra accarezzando il gigantesco pastore maremmano del rifugista.

 

09/07/2015
salendo al rifugio Franchetti
Alessio sul traverso della Di Federico De Luca al Corno Piccolo
Beppe sul 3° tiro della Di Federico De Luca
Gigi sul 3° tiro della Di Federico De Luca al Corno Piccolo
il rifugio dalla parete del "Monolito" del Corno Piccolo
Ciccio, Alessio e Beppe in vetta al Corno Piccolo
Gigi e l'amico Rinaldo di Sulmona sulle rigole della via Del Vecchiaccio
Ciccio e Gigi su una sosta del Vecchiaccio
il Guardiano del Rifugio
Gigi con la coppola
Beppe con la coppola
Alessio con la coppola
Ciccio con la coppola
panorama notturno sull'Abruzzo
guardando verso Campo imperatore dalla ferrata che sale alla cima orientale
Ciccio e Alessio in cima al Corno Grande
il "ghiacciaio del Calderone"
guglie del Corno Piccolo
panorama sul Rifugio Franchetti
Arrosticini e Ceresuolo, pranzo col gagliardetto