
Splende il sole sulla polveriera che imbianca i picchi alpini, e questo da il via alla solito totò condizioni dove ognuno da la propria ipotesi sullo stato del manto nevoso, tra le mie previsioni pessimistiche e Mariano che invece non ha dubbi, le condizioni sono sempre buone.
Dopo vari cambi programma decidiamo all'ultimo per hotel California alla cima croce.
Arrivati all attacco della via incrociamo il solito t.berna, ormai la quinta volta che ci si incrocia per caso durante la lotta con l'alpe.Lui e compagni stanno abbandonando Clipper e hotel California riferendo neve inconsistente..noi si decide quindi di puntare su black line, che da qui in avanti chiameremo la linea oscura, perché per un qualche motivo che nessuno sa abbiamo deciso noi che le conditions saranno migliori.
Fortunatamente la montagna sembra del nostro stesso parere, perché i primi due tiri sono su neve ottima. Arriviamo dunque al tiro chiave, che col nostro infimo livello tecnico sarebbe già impegnativo in estate con le scarpette. Viene amministrato dal Bat dopo snervanti minuti di artificiale.
Segue Mariano, che arrivato a metà diedro si pianta e, a modo suo, chiede aiuto a nostro signore per passare, mentre maledice anche la sua stessa attrezzatura. Viene dunque il mio turno, e nell'impeto dell'artificiale vengo sommerso da un copioso spindrift che mi trasforma in un sasquatch. Giungo in sosta infreddolito e in precarie condizioni igienico sanitarie.
Il tiro che segue sarà il piu bello della via, diedro incassato su ghiaccio sottile, ancor di più dopo il mio passaggio. Durante la salita Bat sentendosi al casinò decide di lanciare i dadi, aka perdere parte del proprio set di nuts durante il posizionamento. Perderà anche un chiodo, il che sarà causa di grande frustrazione.Mentre salgo dovrò togliere il chiodo di passaggio posizionato al secondo tentativo dal mio compare, intento nel quale fallirò poiché il suddetto chiodo mi scivolerà dalle mani arrivando alla base della via.
Straziati e privati di parte del nostro materiale giungiamo tutti e tre a una sosta su pino mugo.
Qui dopo un rapido azimut capiamo di essere fuori via.. verrà ceduto a me il comando con il compito di ritornare sul percorso. La bella neve che ci ha accompagnato fin qua decide che ci siamo divertiti abbastanza, e i tiri che seguiranno saranno bagno di sudore e polvere in cui nuotare. Dopo un facile traverso e una certa esitazione percorro un camino in discesa e reperisco la grazia di due spit di sosta. Da qui sbaglio nuovamente itinerario (su indicazione di Mariano, che ovviamente negherà tutto) e finiamo su hotel California. Recupero il resto della banda su due friend, uno dei quali un rassicurante 0.3 camalot. Da qui un ultimo tiro ci porta sulla cresta finale, sosta su spuntone e fine della via. Scattiamo un fotoritratto dei nostri volti dilaniati e all'alba delle 16.30 iniziamo la discesa, nella quale avremmo la fortuna di recuperare un chiodo e un cordino persi durante la salita. Non c è traccia dei dadi del Bat, i quali ormai hanno fatto piu voli di una pallina da tennis e che quindi verranno abbandonati nella neve.
Ci fiondiamo a valle al bar sogno a Zogno, dove un panino ripristinerà la mia glicemia prima di tornare nelle lande lecchesi.
Dal team Top Conditions è tutto, linea in studio.