
Scialpinistiche tra gran sasso e majella
Comincia giovedì alle 17 la nostra avventura verso sud! Ma come sud? Terreni sconosciuti e poco battuti ci attendono, completamente nuovi per noi. Partiamo con progetti ambiziosi:
Primo giorno: Gran Sasso Pescarese.Secondo giorno: Cima della Majella e Monte Amaro, percorrendo la Direttissima Rava della Giumenta Bianca.Terzo giorno: Sciata di sgrasso prima del rientro.
Il tutto accompagnato da arrosticini, cerasuolo d'Abruzzo e tazze di genziana.
Primo Giorno: Incontriamo Roberto Giancaterino, il corrispettivo milesiano della Scuola di Alpinismo di Penne. Ci mettiamo sulle tracce della sua audace guida rally per raggiungere Fonte Vetica da Vado di Sole, su strade desolate e selvagge, con panorami mozzafiato, passando accanto al sito della tragedia di Rigopiano.S
cendiamo dall'auto e, con passo costante come un orologio svizzero, raggiungiamo la vetta del Monte Tremoggia. Roberto ci fa da cicerone, rivelandoci l'immensità del paesaggio che si apre alle nostre spalle. La prima gita si conclude con grande soddisfazione: una discesa primaverile fantastica, anche se i bastoncini di Fra restano sotto le ruote dell'auto, piegandosi ma non rompendosi.
Dopo una disavventura con la caldaia rotta nell'appartamento di Milos, troviamo rifugio nell'hotel di Donatella a Caramanico Terme.
Secondo giorno: Abbandoniamo l'idea della Rava della Giumenta Bianca per condizioni incerte e sfruttiamo i motori 4x4 delle nostre Suzuki (comprate di recente dalla mamma di Paolino nella sua giga concessionaria) per raggiungere l'attacco della strada sterrata e innevata del Monte Rapina, una classica sci alpinistica della Majella. Un amico abruzzese ci aveva avvisato che il Monte Rapina era stato "schtuprato" nei giorni precedenti, ma noi troviamo condizioni eccezionali e spazi ancora vergini. Pensiamo: “Se vieni a sciare da noi, altro che stupro!”
Dopo aver conquistato il Monte Rapina, decidiamo di proseguire verso il Monte Pescofalcone, che appare come l'anticima del Monte Amaro. La salita e la discesa nel canale vergine del Cucchiaio sono un'esperienza unica; verso metà discesa, con neve mozzafiato, incontriamo i carabinieri, che hanno appena finito i rilievi per il bollettino meteo e chiedono disperati aiuto per riparare un attacco di sci: “Avete mica una torx?!”
Alla base, una piadina con cotto e fontina si trasforma in un pranzo completo: primo, secondo, dolce e genziana, genziana, genziana. Alla sera, con la testa rossa non solo per il vino ma anche per il sole, ci prepariamo per l'ultima notte e decidiamo sull'ultima gita. Da amici locali, il Blockhouse sembra troppo affollato, così optiamo per una pellata sul Monte Mileto da Passo San Leonardo.
Dalla cresta dell'anticima, il panorama è mozzafiato: da un lato il massiccio della Majella, dall’altro i gruppi del Sirente-Velino, con il Gran Sasso che ci fa da sfondo. La discesa su neve primaverile è spettacolare, attraversando un boschetto non troppo rado.
Ci rimangono nel cuore paesaggi vasti e inusuali per noi nordici, completamente poco frequentati. È un bene che restino così!
Grazie agli amici
Chiara, Jacopo, Mazza, Buso, Fra e Milla.