“Settimana prossima ho intenzione di salire al Longoni con Elia per rimontare la webcam, puoi accompagnarmi ?”
La mail di Giorgio mi arriva inaspettata in tarda mattinata e il pensiero va subito ai turni della settimana ………mmh però quasi quasi.
Il tempo di organizzarmi e chiamo il Presidente: “Giorgio… io mercoledì sono libero, se a te va bene ti faccio compagnia.
Giorgio conferma e mi informa che forse c’è anche il Direttore Beppe. Bene penso io è una bella squadra: Giorgio, Elia, Beppe e il sottoscritto: sicuramente non ci sarà di che annoiarsi.
Partenza ore 6.00, il ritrovo con Elia è a Sondrio per le 8.00, il tempo di un caffé e via verso San Giuseppe. "Ahinoi”, la strada forestale è troppo ghiacciata, dobbiamo farcela tutta a piedi (..azz).
Lasciamo le auto al Sasso Nero e ci incamminiamo, pronti via Elia e Beppe scattano subito con il loro passo, io faccio un po’ di rodaggio e Giorgio rimane un po’ indietro.
E’ la prima volta che salgo al Rifugio Longoni da questo sentiero, il segnavia dice 2.50, é un poco più lunga che da Chiareggio, respiro a pieni polmoni 4 o 5 volte, l’aria fresca e pulita della Valmalenco scaccia via lo sporco e la polvere sottile accumulata in Brianza negli ultimi 20 giorni, mi guardo intorno nessuno oltre a noi, guardo i campi e i pini imbruniti, guardo il cielo di un azzurro intenso, sento l’odore delle stalle dei pastori e della legna bruciata che esce dai camini accesi.
Del tempo indicato sul segnavia non me ne importa più niente… ho come una sensazione: quest’oggi sarà per me una giornata speciale!
Resto un po’ con il Presidente ma va troppo piano per il mio passo: “Giorgio ti dispiace se allungo un po’?” , “Tranquillo Marco conosco il sentiero vai pure”.
In breve Raggiungo gli altri due e mi accodo (chi li conosce sa che non è permesso superarli), ma va benissimo perché mi inserisco nei loro discorsi e partecipo al dibattito.
Si parla un po’ di tutto, di montagna, di lavoro, di politica, di amicizie e di persone più o meno note, spaziando in un arco temporale di almeno 40 anni.
Scopro così che Elia ha conosciuto persone a me care che ormai non ci sono più da anni e mi sorprende di come abbia mantenuto certi ricordi inalterati nel tempo, è un vero piacere dialogare con loro e ne sono così coinvolto che in un attimo giungiamo al primo alpeggio.
Siamo appena usciti dalla vegetazione e l’immagine che ci appare del Monte Sissone, della Cima di Rosso e della Cima di Vazzeda coperti da scudi di ghiaccio, è una fotografia impossibile da non scattare.
Ci fermiamo ad aspettare Giorgio e ne approfittiamo per riposare un poco anche noi, “Fermi li che scatto e poi la mandiamo sul gruppo”. Ma non c’è segnale e penso che forse è meglio così… poi qualcuno si arrabbia e risponde male.
Alterniamo il sentiero alla carrareccia ghiacciata che porta alla teleferica giungendo così sotto alle rocce sopra alle quali domina il rifugio anche se fino all’ultimo non è possibile vederlo.
Saliamo ancora, Elia dice che da qui la neve non è più portante per cui taglia a destra per un canale sui 45° che esce proprio in prossimità del rifugio.
“Marco, io e Beppe andiamo avanti ad aprire e a preparare il the’ caldo, tu aspetta Giorgio che qui c’è un passo un po’ delicato”.
Annuisco e mi fermo a metà del canale ben piantato su bacchette e scarponi, vedo salire Giorgio e capisco che sta facendo fatica, so che non sta molto bene, la tosse gli brucia la gola ma tiene duro. Ammiro Giorgio per la volontà che dimostra nell’andare in montagna e lo stimo per l’impegno che sta mettendo nell’assolvere l’incarico che si é preso la scorsa primavera.
“Tutto ok Giorgio? … dai che ormai è fatta vai avanti tu che ti scatto una foto”
21 dicembre 2016, mezzogiorno, Rifugio F.lli Longoni, 2450 m, tempo primaverile! ..........da non crederci!
Il tempo di un the caldo e si comincia; Elia e Beppe piazzano la scala, Giorgio installa il router wifi, io preparo attrezzi e webcam, sembriamo un “vero” team di tecnici esperti….
In breve tutto è collegato e sembra vada per il verso giusto, quando sento Giorgio che impreca con molta “educazione”: Il router fa i capricci e non ne vuole sapere di dialogare con gli apparecchi. Per qualche attimo nessuno ha più il coraggio di parlare, dentro di se ognuno di noi percepisce l'imminente sconfitta e comincia a temere che neanche questa volta il sistema abbia voglia di funzionare.
Proviamo a collegare i cellulari ma niente il wifi non funziona e quindi niente configurazione di webcam e stazione meteo.
Quand'ecco Giorgio ha una "pensata", spegne tutto e riaccende e voilà è la svolta vincente!
Il wifi funziona il segnale è discreto e quindi si telefona a Roma al tecnico che gestisce i dati per fare la messa a punto.
”Un po’ più a destra...., la copertura è troppo fuori bisogna arretrarla...., vai ancora un po’ a destra.... Fermo li OK! Stringi che va bene così!
In breve tempo la vista sul Disgrazia con la vetta leggermente velata ed i suoi satelliti minori è nuovamente in rete a disposizione di tutti! Missione compiuta!
“Su ragazzi che si scende a mangiare qualcosa” ...Ritiriamo gli attrezzi, sistemiamo quanto utilizzato e rimettiamo tutto come abbiamo trovato, il tempo di qualche foto e lasciamo il Rifugio al suo primo giorno d’inverno! Arrivederci alla prossima estate e speriamo che webcam e stazione meteo non facciano più dispetti.
Discesa per il solito canale, teleferica, bosco, alpeggio, carrareccia e senza quasi accorgersi ci ritroviamo al Rifugio Sasso Nero con le gambe sotto il tavolo a gustarci affettati formaggio e birra!.
Ritorno con i pensieri alla mattina, quando avvertii che oggi sarebbe stata una giornata speciale, un inedito solstizio d’inverno in veste primaverile mi fa dono di un inatteso Regalo Natalizio. Emozioni così forti ed inaspettate mi riempiono di gioia e soddisfazione ed una volta di più ho la certezza che le persone che oggi hanno vissuto con me queste poche ore, sono quanto di più prezioso un uomo possa chiedere. Dialogo, amicizia, condivisione sono sentimenti che ci arricchiscono interiormente e che dobbiamo assolutamente coltivare se vogliamo dare significato al nostro tempo che ci è dato di vivere.
Grazie e Buon Natale a tutti
marco leveni