Canale delle Pale Rosse, Gran Zebrù

in Vetta
Regione: 
Lombardia
Gruppo montuoso: 
Ortles Cevedale
Località: 
Valfurva, località Forni
Difficoltà: 
AD+ 55°

Oggì è Venerdì 21 Aprile. La data sull’agenda è fissata da tempo: questa sera ci sarà la presentazione del 42° Corso di Alpinismo presso la scuola CAI “Renzo Cabiati" di Seregno. La presentazione comincia con un video realizzato da Marco dove viene presentato l’ambiente alpino in generale e uno slideshow con le foto del corso dell’anno passato, poi è il turno del presidente di Sezione e del Direttore della scuola, che con un breve discorso e le varie presentazioni tra istruttori e allievi conclude la serata. La prassi vuole che la serata si concluda davanti ad una birra in compagnia, ma questo non è il mio destino finale. Questo perché ho dato ascolto a quella che il mittente del messaggio stesso ha definito “una mattata”.Ok, è giunta l’ora di fare un po’ di chiarezza: il programma della serata, oltre alla presentazione del nostro corso ha un seguito: non è la solita birra tra amici, ma per me, Beppe e Marco è un obiettivo ben definito: salire il Gran Zebrù per il canale delle Pale Rosse. Come detto prima la “mattata” consiste nel partire da Seregno subito dopo la presentazione e salire diretti NO-STOP. Detto fatto, gli zaini sono già pronti in macchina ad aspettarci, sono le 23 e noi siamo in viaggio. Decidiamo di concederci una pausa caffè nell’unico bar disponibile di Tirano e verso le 2:00 raggiungiamo la località Forni di Santa Caterina, dove ci cambiamo e ci prepariamo per la nostra salita vera e propria. Il clima non è dei più ospitali, la nottata è molto fredda e una luna calante non basta ad illuminare i nostri passi notturni, così alla luce delle frontali ci incamminiamo vero il rifugio Pizzini. Dopo qualche “misunderstanding” con il sentiero da seguire, qualche “ravanata” per prati ci riporta sulla retta via e prima delle 4 di notte siamo al Pizzini.Il rifugio è ancora immerso nel sonno, entriamo silenziosi e al buio con gli stessi passi felpati di un sedicenne che rientra tardi la sera (magari sbronzo) e non vuole farsi sentire dai genitori (che bei ricordi!). Il tempo di rifocillarci velocemente e di preparare il materiale per attraversare il ghiacciaio e siamo di nuovo in ballo! l’orologio non segna ancora le 4 e mezza e noi siamo già legati in cordata, ancora una volta illuminati dalle nostre frontali, questa volta con una nuova meta: il colle delle Pale Rosse a 3379 m.Durante la salita un timido sole decide di spuntare da dietro le montagne e quando siamo al colle verso le 6 e 30 il sole illumina in tutto il suo splendore il versante Ovest di questa montagna che fino ad ora si intravedeva appena nell’oscurità. Arrivati al colle mettiamo i ramponi sugli scarponi, sostituiamo i bastoncini con le picche e siamo pronti. Siamo alla base di questo stupendo canale, una linea pura di 500 metri che taglia la montagna in 2 e conduce dritti in vetta con inclinazioni che variano dai 45° nella parte iniziale per poi diventare più ripido, sui 55° nella parte finale con qualche passaggio su roccia. La nostra locomotiva Milesi è pronta, a lui l’onere e l’onore di stare davanti a battere la traccia, partiamo accompagnati da un vento che a tratti scompare e a tratti si rivela veramente fastidioso sollevando polveroni di ghiaccio e gettandoci addosso “fiumi” di neve dalla cima. A parte qualche breve stop tecnico, la salita procede veloce, su neve quasi sempre ottima, a parte un finale più ripido e su sfasciumi di roccia che colpiscono, fortunatamente senza gravi danni, Marco in pieno petto che aveva la sfortuna di trovarsi ultimo nella nostra cordata in quel momento. Il canale ormai è terminato, traversiamo verso destra su una stupenda Suldengrat molto aerea che dopo qualche centinaio di metri ci conduce alla vetta vera e propria. Sono le 9:00 e siamo i primi ad essere in vetta, dopo una stretta di mano ci godiamo il panorama che questa giornata stupenda e senza una nuvola in cielo ci ha regalato, si intravedono le dolomiti e la Presanella, oltre a tutte le vette del gruppo Ortles-Cevedale. Ci rifocilliamo, beviamo un the caldo dai nostri thermos e abbandoniamo la vetta che in questa mezz’ora era stata tutta per noi a favore della via normale che seguiamo a ritroso verso il Pizzini. Dopo qualche minuto di cammino incontriamo le prime persone della giornata che stanno salendo verso la vetta, e ne seguiranno moltissime in processione, molte delle quali con gli sci in spalla che sperano inutilmente di godersi una bella sciata in discesa lungo la normale che presenta una neve molto “tritata” e impegnativa sia in discesa che in salita.Dopo un lungo cammino siamo di nuovo al Pizzini, dopo 7 ore esatte, e Beppe ci concede una breve pausa (si vede che sta invecchiando). Togliamo i ramponi, ri-assettiamo gli zaini e in un ora siamo di nuovo alla macchina, dopo 10 ore e 30 di salita, stanchi ma felici.

Ringrazio Beppe e Marco, i miei compagni con cui ho condiviso questa stupenda salita.

Manuel P.

22/04/2017
Al rifugio Pizzini con alle spalle il Gran Zebrù
Foto di Vetta
L'uscita in cresta sulla Suldengrat
Manuel in vetta al GZ
Beppe in uscita sulla Suldengrat
Marco nel canale Pale Rosse
La cordata in azione
Manuel in uscita sulla cresta
Il tratto di cresta visto dalla vetta
La linea di salita del canale Delle Pale Rosse
Val Cedèc - nel cerchio il Rif. Pizzini
Gran Zebrù