Sasso Manduino - Cresta Sud Est

Schede primarie

Sasso Manduino - Cresta Sud Est

Difficoltà: 
IV+
Sviluppo: 
700m
Gruppo Montuoso: 
Masino Bregaglia
Località di Partenza: 
Verceia
Quota di Partenza: 
900m
Quota di attacco: 
2646m
Punti di appoggio: 
Rifugio Capanna Volta
Quota di vetta: 
2888m
Avvicinamento: 
1h 45' dal rifugio Volta (invernale)
Tempo di salita: 
8 h
Tempo di discesa: 
3h le doppie
Esposizione: 
Sud-Est
Tipo di roccia: 
Granito
Data ripetizione: 
13/02/2022
Attrezzatura e materiale: 

Normale dotazione alpinistica per arrampicata su roccia, un set di friend #0.3-#2 BD, eventualmente doppiando le misure #0.75, #1, #2, potrebbero tornare utili chiodi e martello. Noi abbiamo utilizzato una sola mezza corda da 60 m doppiandola.

Cordini da abbandono per sostituire eventualmente quelli presenti lungo le calate dai torrioni.

Abbiamo effettuato la salita nella stagione invernale, indispensabili i ramponi, picozza consigliata.

Descrizione avvicinamento: 

Giorno 1

Raggiungere il paese di Verceia, dove nei bar (Val di Ratt o Bar Micio) è possibile acquistare il ticket (costo 5€ giornalieri, 10€ per più giorni) che permette di raggiungere la partenza del tracciolino a circa 900m di quota. Posti auto lungo la strada, possibile affollamento di sabato e domenica. Da qui si seguono le indicazioni per il rifugio Volta (5h), passando per Castan (978m), Frasnedo (1250m), Corveggia (1227m), da qui si incontra un bivio e bisogna svoltare a sinistra (palina in loco) fino all'alpe Camera (1795m), proseguendo nuovamente in piano fino ad un successivo bivio dove è possibile raggiungere il rifugio sia a destra che a sinistra. Noi abbiamo tenuto la sinistra, salendo un bel canale innevato (40/45°) fino all'alpe di Talamucca (2070m). Qui si traversa verso destra su sentiero in leggera ascesa già in vista del rifugio Volta (2212m), che brevemente si raggiunge. Il rifugio è autogestito e sempre aperto.

3h 30' - 4h dal Tracciolino.

Giorno 2

Dal rifugio si traversa in direzione Ovest senza perdere quota fino ad oltrepassare il ben visibile sperone roccioso che scende dalla punta Como. Da qui si punta verso l'evidente forcella di Revelaso (2489m) che separa la Cresta Sud Est del Sasso Manduino dalla cima del Cavrè. 

1h 45' in inverno, probabilmente 45'-1h in estate.

Descrizione itinerario: 

La salita è molto lunga ed articolata, e non sempre evidente. La roccia in via è sempre di ottima qualità. Dato il notevole sviluppo dell'itinerario è impossibile effettuare la salita "a tiri", abbiamo proceduto quasi sempre in conserva, ci fermavamo solo per alternarci una volta finito il materiale.

La salita è divisibile in quattro parti ben identificabili:

  • Dalla forcella di Revelaso (2489m) allo Spallone (2646m)
  • Il traverso sullo Spallone
  • Dallo Spallone alla Cresta alta
  • La lunga Cresta abbattuta con i torrioni

 

  • Una volta raggiunta la forcella abbiamo attaccato per una paretina appoggiata. Si risale la parete per un centinaio di metri guadagnando il filo della cresta, che si segue stando sempre sul versante Est senza grosse difficoltà fino allo spallone.
  • Da qui si procede in direzione nord con una lieve ascesa verso l'evidente salto di cresta successivo, anche qui le difficoltà sono minime. Fino a questo punto non abbiamo trovato ne soste ne chiodi di passaggio.
  • Si risale l'evidente erto filo della cresta Sud Est, con arrampicata più sostenuta rispetto alle parti precedenti ma mai troppo difficile fino ad un evidente becco roccioso, a circa 2800m. In questa sezione abbiamo trovato tre soste attrezzate e un paio di chiodi di passaggio.
  • Da qui comincia una lunga cavalcata sul filo di cresta, sempre in leggera ascesa con difficoltà di III/IV grado, alcuni blocchi vanno risaliti per poi essere ridiscesi sulla parte opposta, sempre in massima esposizione, fino alla sommità del primo torrione, dove è predisposta una sosta di calata sul versante Ovest di circa 5m (attenzione a non scendere alla cengia più bassa, porta fuori via) che deposita su un piccolo pulpito esposto, al cospetto di una placca appoggiata (IV+) che si risale per qualche metro per guadagnare nuovamente il filo di cresta. Da qui si raggionge la sommità del primo pilastro, dove un altra doppia sul versante Ovest permette di continuare sul filo della cresta, oltrepassando altri piccoli torioni che vanno prima risaliti e poi discesi sul versante opposto. L'ultima parte è caratterizzata da una lama affilata, che va risalita per una ventina di metri fino a raggiungere nuovamente una sosta di calata che deposita ad una selletta. Si attraversa la sella fino a giungere ad una altra calata che deposita in un canalone. Si è alla base della torre Sud, l'ultima torre prima della cima. Qui siamo stati stati costretti a raggiungere la via normale data l'ora tarda e l'imminente tramonto. È possibile continuare sulla torre Sud per il diedro che incide la sua parete Est, fino alla sua sommità dove ci si cala presso la finestra di roccia, da dove seguendo la via normale si è brevemente in cima. 
Discesa: 

La discesa è altrettanto lunga e complessa, e si svolge lungo la via normale. Dalla vetta con una doppia di 30m si è alla destra di un canale di pietrame. Si scende nuovamente con una doppia fino ad una cengia che va percorsa in direzione Sud. Date le condizioni che abbiamo trovato in inverno non abbiamo effettuato i trasferimenti a piedi tra una doppia e l'altra come è solito fare d'estate, ma abbiamo predisposto delle calate ogni 30m su singoli chiodi, spuntoni o cordini incastrati che ci hanno permesso di discendere per il lungo canale detritico totalmente innevato, fino ad arrivare ad una spalla con un evidente pinnacolo roccioso squadrato. Qui abbiamo tenuto il ramo di sinistra, che disceso ci ha portato ad un salto roccioso dove abbiamo trovato sul lato destro (viso a valle) una sosta di calata. Abbiamo continuato nel canale con un andamento sinuoso fino ad uscire sul pendio aperto che ci ha consentito di discendere viso a monte fino alla base della parete. 

3h dalla cima alla base della parete.

Da qui non conviene ritornare al Rifugio Volta, ma scendere puntando ad un ben visibile tetto rosso di una stalla. Da qui si incrocia il sentiero che si è seguito il giorno prima e riporta a verceia

3h dalla base della parete dalla macchina.

Primi salitori: 
A. e R. Calegari, G. Scotti - 10 luglio 1911
Ripetizione di: 
Manuel Porro e Giuseppe Milesi
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.