Pizzo Badile - Ringo Star

Schede primarie

Pizzo Badile - Ringo Star

Difficoltà: 
VI+; TD+
Sviluppo: 
800m
Gruppo Montuoso: 
Masino - Bregaglia
Località di Partenza: 
Bondo
Quota di Partenza: 
800 m
Quota di attacco: 
2600 m circa
Punti di appoggio: 
Rif. sasc Furä; Biv Redaelli (cima Badile); Rif. Gianetti
Quota di vetta: 
3308 m
Avvicinamento: 
2h al sasc furà, 2h30 dal rif. all'attacco
Tempo di salita: 
8-12h
Tempo di discesa: 
2h le doppie, 3h30' dalla base fino ai bagni
Esposizione: 
Nord Ovest
Tipo di roccia: 
Granito
Periodo: 
estate
Data ripetizione: 
15/07/2023
Attrezzatura e materiale: 

La via è pochissimo chiodata, quasi tutte le soste sono da rinforzare a friend e chiodi. Portare una serie di friends dallo #0,2 al #3 BD; doppi dallo #0,5 al #2, martello e chiodi indispensabili (di chiodi noi ne avevamo 5).

Per l'attraversamento del ghiacciao abbiamo usato scarpe basse da avvicinamento con ramponi (noi abbiamo trovato tratti di ghiaccio vivo, con i ramponcini impossibile procedere in sicurezza), se non si ha un martello con la punta pronunciata portare anche un piccozzino.

Descrizione avvicinamento: 

Raggiungere il piccolo paesino di Bondo in val Bregaglia, da lì risalire alla località “Crot Alt“ che si raggiunge tramite una strada sterrata posta sopra l’abitato di Bondo, proseguire fino al divieto dove è possibile parcheggiare la macchina, parcheggio sterrato con wc in legno. Da qui esistono 2 opzioni, la prima è il vecchio sentiero che rimane ufficialmente interdetto ma è tuttavia percorribile, oppure un nuovo sentiero più lungo e tortuoso. Di seguito trovate entrambe le opzioni:

  • 1. Sentiero "vecchio": continuare seguendo la strada che sale a tornanti e si addentra nella val Bondasca, seguirla fino ad entrare nella valle, superare 2 coppie di tornanti. Poco dopo la strada risulta interrotta, scendere sul greto del torrente e riasilire dove la traccia riprende. Dopo un centinaio di metri individuare un ponticello provvisorio e attraversare il torrente, proseguire prima per ghiaione e poi per prati fino a oltrepassare le baite di Lumbardui, qui seguire la traccia che si addentra in forte salita nel bosco. La traccia prosegue ripida con tratti attrezzati con scale in legno e cavi fino a uscire verso destra in un bosco e in breve si giunge al rifugio. 2h dall'auto
  • 2. Sentiero "Nuovo":Risalire per la strade sterrata fino a quando il sentiero devia verso destra risalendo nel bosco, raggiungendo le baite di Cugian(1390 m) e Luvartigh (1556 m). Si prosegue su sentiero sempre ben segnalato con bolli bianchi e rossi fino ad una deviazione sulla sinistra, palina in loco, che indica il rifugio Sasc Furä. Da qui in poi il sentiero è segnalato con bolli bianchi eazzurri, attraversa varie parti nel bosco attrezzate con catene e gradini in metallo fino a dove il bosco si dirada, in corrispondenzadi un pendio detrittico che scende dal Pizzo della Trubinasca. Si rilase interamente il pendio fino a quando ilsentiero devia verso sinistra, per perdere quota e rientrare nel bosco che in breve tempo conduce al rifugio Sasc Furä.(Circa 3,5/4 h dalla macchina)

Dal rifugio Sasc Furä prendere la traccia che parte sul davanti e scende verso destra in direzione del passo della Trubinasca, seguire il sentiero che risale fino all'anfiteatro tra il Badile e il pizzo della Trubinasca, quando esso piega a destra, abbandonarlo e seguire radi ometti fino a un ottimo punto di bivacco sotto un enorme sasso. Dal bivacco risalire per gande e placche fino alla base del ghiacciao, noi lo abbiamo attaccato sulla sinistra vicino alla parete NO del Badile. Risalire il ghiacciaio evitando le crepacciate, noi abbiamo puntato dapprima a destra per poi rientrare a sinistra, fino a giungere all'attacco che è situato una 50ina di metri a destra dell'enorme diedro spesso bagnato che solca l'imponente parete NO del Badile, sotto l'evidente tetto del secondo tiro. 2h - 2h30' dal rifugio.

Descrizione itinerario: 

Note: via estremamente esigente, lunga e non sempre di facile individuazione. La via richiede ottime capacità alpinistiche e buon intuito, ci si trova spesso a navigare a vista in placche fessurate e la scarsa chiodatura non agevola l'orientamento. Noi abbiamo impiegato quasi 13h per arrivare in cima ma siamo stati rallentati dalla roccia spesso bagnata e dalla visibilità molto limitata, via assolutamente da evitare dopo le piogge e in giornate incerte. DATA LA LUNGHEZZA E LA COMPLESSITA' DELL'ITINERARIO CONSULTARE ANCHE ALTRE RELAZIONI

  • 1° tiro: salire per gradoni e prendere una lama rovescia, proseguire per fessura fino ad andare a sostare su due chiodi nel diedro sotto il tetto del secondo tiro. IV+; 40m
  • 2° tiro: salire per il diedro fino sotto il tetto, obliquare a sinistra, chiodo e  salire per diedro fino a uscire in cengia dove si traversa lungamente verso destra fino a sostare sotto un altro diedro con lama sulla sinistra, sosta su un chiodo da rinforzare. V+; 40m
  • 3° tiro: Salire per i diedri (noi abbiamo trovato il primo tratto bagnato le lo abbiamo aggirato sulla sinistra) continuare per camino con passaggio più ostico, proseguire per esso fino a una cengia dove si sosta su chiodo da rinforzare. V; 55m.
  • 4° tiro: Salire la fessura sopra la sosta, dopo una quindicina di metri seguire una esile fessura che si stacca sulla sinistra, seguirla lungamente, passare 2 chiodi di una possibile sosta e proseguire fino a un terrazzino dove si sosta su friend. V+; 55m
  • 5° tiro: Salire la lama sopra la sosta che tende leggermente a sinistra fino a raggiungere dopo circa 50m un diedrino chiodato, noi abbiamo sostato alla base su chiodo da rinforzare (è possibile proseguire su diedrino e sostare al suo termine con un tiro da 63m). V; 55m.
  • 6° tiro: salire il diedrino stranamente chiodato e proseguire per vago canale tendendo leggermente a destra, noi abbiamo sostato dopo 60 metri su due chiodi di cui uno nostro abbandonato in parete. IV+ poi III; 60m.
  • 7° tiro: Proseguire nel vago canale sempre leggermente verso destra fino ad uscire su uno spiazzo, proseguire e prendere una fessura che sale verso sinistra e sostare su chiodo e friend. III, poi IV; 70m.
  • 8° tiro: Salire la fessura sopra la sosta, qui noi dopo circa 30m abbiamo taversato leggermente a destra per sostare su friends. V; 30m.
  • 9° tiro: Noi abbiamo salito il diedro sopra la sosta fino a uscire direttamente in cengia di fronte alla sosta. Probabilmente le fessure a sinistra del diedro risultano più semplici. V+; 50m.
  • 10° tiro: prendere le fessure sopra la sosta che tendono leggermente a sinistra, salire 10-15m e poi tendere a destra fino sostare su friends in prossimità di una chiazza di roccia bianca.  IV+; 45m.
  • 11° tiro: Salire le fessure sopra la sosta, continuare per esse tendendo leggermente a sinistra, quando si arriva ad un chiodo cominciare a tendere a destra fino a tra versare delicatamente in placca su buoni appoggi e raggiungere un diedrino, rimontare un esile terrazzino e poi prendere delle lame/fessure che tendono nettamente a destra, noi abbiamo sostato su friend al loro inizio. V/V+; 45m.
  • 12° tiro: proseguire per le stesse lame fino a sostare su friend su cengetta, subito sotto una fessura diedro. V; 20m.
  • 13° tiro: Salire il diedrino fessurato fino ad incontrare un chiodo con cordino, li vincere la placchetta sopra di esso con passi delicati, uscire su una cengetta e traversare leggermente a destra e salire logicamente fino ad un chiodo, e poi sostare su friends sotto una placca compatta. VI-; 40m.
  • 14° tiro: Obliquare a sinistra a delle fessure e poi puntare a un diedrino che porta su di una cengia, seguirla lungamente verso destra fino a sostare su friends sotto la verticale de “Il Magnifico”. IV+; 40m.
  • 15° tiro: Salire le fessure dove si è sostato e proseguire per placchette fino a sostare alla base del diedro su chiodo da rinforzare con friends. IV+; 30m.
  • 16° tiro: salire Lungo il diedro, a un certo punto sfruttare una fessura sulla sinistra per poi rientrare nel diedro, noi abbiamo sostato su chiodo e friends dopo circa 30m. V+; 30m.
  • 17° tiro: proseguire per altri 20m con passi ostici nel diedro fino a sostare su chiodo e nuts da rinforzare. V+; 20m.
  • 18° tiro: Proseguire nel diedro ora più verticale, oltrepassare una fessura rovescia e proseguire aggirando a sinistra il tetto che chiude il diedro, noi abbiamo sostato subito fuori dal tetto su 3 friends ma è possibile proseguire altri 5m per sostare su chiodi da rinforzare. VI+; 25m.
  • 19° tiro: proseguire nel diedro vincendo uno strapiombo proseguire ora per diedro camino fino a uscire sullo spigolo dove si sosta su ottimo spuntone. V+; 45m

Da qui noi abbiamo seguito un lungo tiro dello spigolo per circa 70m di III, abbiamo fatto una breve calata di 10m e un successivo tiro di 30m (III) fino a giungere sul terreno semplice a poche decine di metri dall’obelisco di vetta. 

Se come noi siete costretti a bivaccare in cima, per il bivacco prendere le cresta in direzione est, dopo circa 50m il bivacco si trova pochi metri sotto la vetta sul versante italiano.

Discesa: 

Ci sono varie possibilità di discesa dalla vetta:

  • Scendere per la via normale sul versante italiano, raggiungere il rifugio Gianetti e scendere fino ai Bagni di Masino. (discesa da noi seguita)
  • Scendere per la via normale sul versante italiano, risalire al passo del Porcellizzo (2862 m), attraversare il ghiacciaio in alta val Codera e risalire al passo della Trubinasca (2717 m), scendendo si incontra il sentiero che verso destra riporta al Sasc Furä, mentre verso sinistra riporta a Bondo. (discesa da noi non seguita)
  • Scendere in corda doppia con una lunga serie di calate dallo spigolo nord, soluzione da noi non verificata ma da tutti sconsigliata per l’alto rischio di incastro corde, la possibilità di trovare molte cordate in salita, e la lunghezza della discesa. (discesa da noi non seguita)

Dall’ obelisco di vetta si scende per qualche metro in uno stretto camino (facile, ma ci sono svariati cordini per poter fare una rapida doppia) e si segue l’evidente sentiero della normale. Arrivati nei pressi di un camino/canale si incontra un primo anello cementato dove è possibile calarsi, oppure procedere arramicando in discesa con passi di II/III grado massimo per una quarantina di metri fino al sentiero che si segue nuovamente fino ad arrivare ad un altro anello cementato. Da qui ci sono 2 possibilità, continuare per la normale con varie calate e discesa per detriti (discesa da noi non seguita) oppure cercare una sosta a spit con anello di calata su un terrazino a destra (faccia a valle). Da qui ci si cala con una prima doppia nel canale per circa 45/50 m, fino alla sosta successiva sempre all’interno del canale ma posta su di un risalto roccioso sulla sinistra (faccia a valle) del canale stesso. Da qui calarsi per qualche metro nel canale fino a quando è possibile uscire sulla sinistra (faccia a valle in piena parete). La sosta successiva si trova sempre a 45/50 m. Le altre 4 calate sono lineari sulla parete con lunghezza sempre sotto i 50 mt, tranne l’ultima su due fix con anello che con  30 m porta direttamente alla base del nevaio basale. Da qui si  traversa verso sinistra (faccia a valle) fino a reperire la traccia che porta al rifugio Gianetti (2h dalla vetta). Dal rifugio seguire l’evidente sentiero n. 21 che conduce ai Bagni di Masino (1172 m) in Val Masino. (4h dalla vetta).

Primi salitori: 
T. e O. Fazzini, T. Gianola
Ripetizione di: 
Gigi; Marco; Angelo; Pelo
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.