Partiamo nella notte, sulla strada verso il confine,
partiamo nella notte, con le piccozze nelle fondine.
Vado al ritrovo, mi dirigo al Bione,
vado al ritrovo, a bordo del mio furgone.
Trovo un Milesi, feroce e adirato,
per i 10 minuti, che ahimè ho ritardato.
Mi giustifico in qualche maniera, invoco il perdono divino,
colpa dei volontari, della cena e del troppo vino.
Guido fino a Chiavenna, con i postumi di ieri sera,
mi arrendo e cedo il timone, al povero bitumiera.
Gli amici ammirano l’Engadina, con i suoi colori,
io intanto me la dormo, sui sedili posteriori.
L' avvicinamento è breve, ma stavolta un po' sfiancante,
mi sento parecchio stanco, e anche un po' pesante.
Ravano fra sassi e neve, lungo la morena,
raggiungo la colata, alla vedretta del Piz Cambrena.
Indossiamo il materiale, indossiamo i nostri stracci,
iniziamo a salire, e a ghisare gli avambracci.
Dividiamo le cordate, ciucianebia contro lagheè;
dividiamo le cordate, giovani contro ümarell.
Saliamo la via veloci, i tiri non sono tanti,
perdo più che altro tempo, a recuperare i miei guanti.
Scendiamo col furgone, giù verso Pontresina,
torniamo nel bel paese, per una birra e una piadina.
Maraja