Crozzon di Brenta - Via delle Guide
Schede primarie
Crozzon di Brenta - Via delle Guide
NDA. Una serie di friends (da 0.3 a 3 Camalot) e cordini per integrare le protezioni. Per la discesa, in base alle condizioni di innevamento, potrebbero tornare utili una piccozzina oppure dei ramponcini leggeri.
Da Madonna di Campiglio per Vallesinella quindi parcheggiare (pagamento). Prendere il sentiero n. 317 che conduce al rifugio Casinei (1850 Mt.) dal quale si prosegue sul sentiero n. 318 che, dopo aver guadagnato repentinamente quota, si porta nella Val Brenta e sale più dolcemente verso il rifugio Brentei (2175 Mt.). Appena dietro al rifugio si stacca sulla destra il sentiero n. 327 (sentiero Matinazzi) che perde inizialmente quota fino ad un avvallamento. Quando inizia a riprendere quota abbandonarlo e risalire per ghiaione e detriti obliquando verso sinistra alla base del Canalone Neri, ossia il canale ghiacciato tra la Cima Tosa ed il Crozzon di Brenta. Risalire il pendio iniziale del Canalone (spesso innevato) restando sul lato destro. L'attacco originale della via è situato alla base di un diedro (bollo e scritta rossa "via d. guide"). Tuttavia il continuo ritiro dei ghiacciai ha fatto si che ora si debba partire circa 15 metri più in basso su un comodo terrazzino (con nicchia gialla friabile sul lato destro) dal quale però la scritta non è visibile. Con una buona vista si può adocchiare solo il bollo rosso.
- La relazione che segue indica i tiri da noi seguiti ma si possono suddividere le lunghezze in maniera differente Visto la complessità dell'itinerario, per una riipetizione suggeriamo di guardare più di una relazione ed avere anche uno schizzo ben fatto.
- 1° tiro: Dalla cengia di attacco con nicchia si traversa a sinistra fino al bollo e salire per diedro subito a destra della piccola frana, suoerare un tratto leggermente strapiombante, superarlo e proseguire per fessure che tendono a sinistra fino alla sosta su terrazzino. V; 50m
- 2° tiro: Salire sopra la sosta e seguire una fessura stando a sinistra del diedro fino a sostare su terrazza. IV+; 40m.
- 3° tiro: qui noi pensiamo di aver sbagliato, la sosta corretta dovrebbe essere più in basso e a destra, di seguito quanto da noi salito. Salire sopra la sosta per fessur e seguire poi una breve rampa a sinistra che conduce a delle fessurine su bella roccia nera ma impegnativa, salire il muro e sostare pochi metri sotto il tetto sulla sinistra. V+; 45m.
- 4° tiro: salire sulla destra a riprendere la via corretta fino a uno spuntone con cordone da qui obliquare nettamente a sinistra fino a sostare su comoda cengia in una nicchia giallastra. V; 45m.
- 5° tiro: Salire prima sopra la sosta per poi spostarsi nel diedro formato dal pilastro. sostare in cima ad esso dopo gli ultimi passi che costringono a incastrarsi. V; 50m
- 6° tiro: Saalire per muri e placche sopra la sosta per poi prendere il camino che porta a una cengia, spostarsi verso destra e sostare dietro una lama nera. IV+; 50m.
- 7° tiro: Seguire la lama a sinistra della sosta, salire in direzione del diedro ma poi evitare un tratto impegnativo sulla destra, chiodi e cordone, per poi rientrare a sinistra verso il diedro e salire fin sotto un tetto, aggirarlo sulla destra e salire per diedro fino alla sosta su chiodi e clessidre. V+; 45m.
- 8° tiro: salire il diedro verticale, dopo una clessidra cordonata piegare nettamente a sinistra ad una sosta (15-20m), noi abbiamo proseguiro per il tiro successivo, traversando per esile cengia, si doppia uno spigoletto, si prosegue tendendo a sinistra fino a una cengia di sosta sotto un muro nero e sulla sinistra. V+ e poi IV; 45m.
- 9° tiro: salire ad una cengetta e traversare a destra fino a dei chiodi, qui affrontare un muri nero fino as una fessura che si segue e posrta sotto dei teti che si superano tornando a sinistra a una cengetta con sosta su chiodi e clessidra. V+; 40m.
- 10° tiro: alzarsi sopra la sosta, poi obliquare verso sinistra puntando ad un diedrino inclinato oltre il quale si sosta (2 chiodi+cordone) su comoda terrazza. V-; 30m
- 11° tiro: salire una lama sopra la sosta, poi per placca fino a una cornice infine traversare a destra in diagonale e per terreno più facile si sale alla sosta, attenzione agli attriti. V; 40m.
- 12° tiro: spostarsi a sinistra fino all'evidente diedro che si supera praticamente, tendere poi a sinistra fino al terrazzo di sosta IV+; 40m
- 13° tiro: salire sopra la sosta su terreno ben ammanigliato e continuare a salire per risalti cercando di tendere leggermente a destra, raggiungendo così una cengia con ometto nei pressi chiodo ma conviene andare a sostare 6 o7 metro più a destra su 2 chiodi nei pressi della colata nera. III; 55m
- 14° tiro: dalla sosta spostarsi a destra non più di 5m e salire prima un diedrido verso destra e poi una placca dritta con clessidre fino a obliquare verso sinistra alla sosta su esile cengetta. III+; 50m.
- 15° tiro: traversare qualche metro verso sinistra in cengia, vincere un muretto verticale e poi spostarsi verso sinistra fino al colatoio nero spesso bagnato he si traversa fino ad entrare in un diedro che seguito lungamente porta alla cengia di sosta. IV+; 40m
- dalla cengia di sosta spostarsi a sinistra di pochi metri, vincere un primo muretto e poi obliquare leggermente a sinistra fino alla fascia verticale successiva che si vince sulla sinistra per poi cominciare a tornare leggermente verso destra e per terreno via via più semplice e non obbligato ai raggiunge la cima del crozzon di brenta. circa 200-300m di scalata di II con qualche passaggio di III.
Discesa lunga e complessa specialmente nella prima parte, ossia fino alla Cima Tosa (3173 Mt.). Richiede esperienza per muoversi su roccette, paretine e canalini (spesso ghiacciati) sia in salita che discesa, il tutto sempre in massima esposizione. Il percorso è ben segnalato con molti ometti, tuttavia in caso di nebbia o al buio può creare grossi problemi di orientamento.Dal bivacco Castiglioni spostarsi verso sinistra (spalle al bivacco) individuando la prima calata di 15 Mt. (sosta su 2 chiodi+cordini+maglia rapida), poi scendere fino al primo intaglio fra la Cima Nord e la Cima di Mezzo del Crozzon (3128 Mt.). Traversare ora verso destra per cengette fino allo spigolo ben visibile. Non aggirarlo ma salirlo e poi seguire delle cengette verso destra (foto 12) fino a raggiungere la vetta della Cima di Mezzo. Scendere (doppia di 20 Mt. - cordini+maglia rapida su grosso masso) al secondo intaglio posto fra la Cima di Mezzo e la Cima Sud. All'intaglio spostarsi qualche metro a sinistra, poi salire la ripida parete raggiungendo la sommità della Cima Sud. Si scende ora per rocce gradinate e sfasciumi all'intaglio successivo, poi per il canalino detritico alla sua destra (possibilità di neve) uscendone, poco prima del suo termine, a sinistra tramite una stretta cornice. Traversare mediante cengia (foto 13) fin sopra la forcella (riconoscibile da un grosso gendarme al suo centro) che divide il massiccio del Crozzon di Brenta dalla Cima Tosa.Si scende alla forcella e poi si attraversa il canale a destra del gendarme (se la neve rende difficoltoso il passaggio è possibile passare a sinistra del gendarme). Alzarsi tramite un canalino friabili, poi traversare a destra su cengia fino allo spigolo che si segue fin sotto il suo termine. Traversare a destra in direzione di un canalino ghiacciato. Prima di raggiungerlo imboccare un altro canalino che, salendo, si allarga fino a terminare sulla calotta innevata della Cima Tosa.Da qui seguire la Normale in direzione sud-est (transitando accanto all'uscita del Canalone Neri) scendendo poi in una conca ghiaiosa (ometti e tracce). Giunti sopra un salto roccioso spostarsi verso destra (viso a valle) scendendo un poco fino al bordo del camino (III-) dove si trova una sosta attrezzata per la doppia (fittone+clessidra+cordoni+maglia rapida). Con una calata di 50 Mt. (ancoraggio intermedio per dividerla in due) si scende alla base del salto roccioso. Da qui seguire il sentiero n. 358 verso sinistra (viso a valle) tramite il quale si percorre un semicerchio verso destra raggiunge il rifugio Pedrotti. Risalire ora brevemente alla Bocca di Brenta per ridiscendere al rifugio Brentei e poi a Vallesinella (sentiero n. 318).ConsigIio di scaricare dalla rete uno schizzo per la discesa. Ho trovato ben fatto quello di "ORME VERTICALI"
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.