Dito Dones – Via del diedro obliquo

Schede primarie

Dito Dones – Via del diedro obliquo

Il Dito Dones
Difficoltà: 
6a+, 5c e A0
Sviluppo: 
175m
Gruppo Montuoso: 
Grigne
Località di Partenza: 
Ballabio (LC)
Quota di Partenza: 
750m
Quota di attacco: 
960m
Quota di vetta: 
1106m
Avvicinamento: 
30'
Tempo di salita: 
3h
Tempo di discesa: 
45'
Esposizione: 
Sud Est
Tipo di roccia: 
Calcare
Periodo: 
le mezze stagioni e in estate evitando i giorni caldi
Data ripetizione: 
18/07/2020
Attrezzatura e materiale: 

Tutte le soste sono dotate di catena e anello per la calata. La via presenta chiodi e spit per tutta la sua lunghezza. Su L1 e L5 è sufficiente l’ausilio di qualche friends fino al 1BD per assicurarsi laddove gli spit risultino lontani.

Descrizione avvicinamento: 

Giunti a Ballabio, seguire le indicazioni per i Piani Resinelli. Oltrepassare la scuola (sulla sinistra, un dosso davanti all’ingresso) e proseguire finché la strada svolta decisamente a sinistra superando un torrente con un ponticello. Lasciare la macchina prima della curva in un piccolo parcheggio sulla sinistra.Imboccare a piedi il "Viottolo ai Lavaggioli" situato all'inizio del parcheggio(scritta Bar sbiadita sul muro), questa piccola stradina in pochi metri diviene sentiero. Il sentiero è il n. 62. Ad un primo bivio tenere la destra (bolli rossi e gialli) e proseguire fino a giungere a una radura con delle baite. Si prosegue dritto imboccando il sentiero n. 64 che traversa al di sopra della radura.

L'attacco è posto in corrispondenza di un ometto che si incontra sul sentiero.A sinistra dell'ometto, sulla placca, sono visibili i primi spit e un fittone basso di sosta.

N.B. La via del Diedro Obliquo parte dalla prima cengia e per raggiungere l'attacco della via vera e propria bisogna salire i primi tre tiri della via Lunga.

Descrizione itinerario: 

Via Lunga

  • 1° tiro: salire la placca per qualche metro aggirando il tetto verso destra. Proseguire poi per semplice rampa fino ad incontrare uno strapiombo che questa volta si supera tenendo la sinistra. Raggiungere lo spigolo e salirlo fino alla sosta. 25 mt. 4c.
  • 2° tiro: seguire la traccia di sentiero che conduce fino alla base della parete dove è posto un fittone resinato di sosta. 30 mt. 2c
  • 3° tiro: rimontare la parete salendo il diedro e obliquando leggermente a destra. Superare un muretto verticale traversando poi a sinistra sotto un leggero strapiombo: prestare attenzione in questo passaggio perché le protezioni sulla sinistra sono poco visibili dal basso. Proseguire ora nuovamente in verticale per grosse lame fino ad uscire su di un'ampia terrazza. Possibile sostare appena usciti oppure avanti 10m su di un grosso masso. 45 mt. 5a

Da qui proseguire per sentiero e poi seguire verso sinistra (assicurandosi) i cavi metallici fino al loro termine. La via del diedro obliquo inizia nel diedro subito a sinistra del termine del cavo metallico.

 

Via del diedro obliquo

  • 4° tiro: salire il diedro verticale (e a tratti strapiombanti). La sosta è posta su di un terrazzino a sinistra del diedro. 25 mt. 5c
  • 5° tiro: proseguire lungo il diedro sino al suo termine. Uscire su di una cengia e scendere alcuni metri a sinistra sino a raggiungere il fittone alla base del 6° tiro. 30 mt. 5c
  • 6° tiro: salire una rampa inclinata verso sinistra fino a giungere sotto al tetto, traversare a sinistra e vincere il tetto per poi proseguire su un tratto nettamente più semplice. E' possibile dopo il traverso aggirare lo spigolo e salire per terreno più semplice (1 spit tolto, probabilmente la via originaria). Si raggiunge un terrazzino con 2 soste. Una formata da spit e catena e, più a destra, un fittone ed uno spit da collegare. 25 Mt., 6a+ oppure 5c e A0
  • 7° tiro: risalire la parete verticale fino a raggiungere un vecchio chiodo (non utilizzarlo). Da qui traversare verso destra e poi salire nuovamente fino a vincere uno piccolo bombè. A questo punto rimontare gli ultimi semplici metri di roccia fino alla sosta appena sotto la cima. 20 Mt. 5a
Discesa: 

Dalla vetta è possibile scendere seguendo la ferrata, soluzione da noi seguita,oppure attrezzando una doppia (c'è un ancoraggio alla base della croce di vetta e un altro sul limite delle rocce verso lo Zucco di Teral che deposita direttamente alla forcella).

Seguire ora il sentiero verso destra (viso a monte) aggirando la parete del Dito Dones fino alla forcella con lo Zucco di Teral. Da qui traversare verso destra e poi scendere nel bosco ritornando all'attacco e poi alla macchina mediante il sentiero d'avvicinamento.

Primi salitori: 
Fabio e Stefano Lenti
Ripetizione di: 
Gigi, Gianfri, Paolo, Laura e Peppo
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.