Moregallo - Rondini sul filo

Schede primarie

Moregallo - Rondini sul filo

Difficoltà: 
VII e A1
Sviluppo: 
370 m
Gruppo Montuoso: 
Prealpi Comasche - Corni di Canzo
Località di Partenza: 
Moregge (Moregallo)
Quota di Partenza: 
200 m
Quota di attacco: 
600 m
Quota di vetta: 
950 m
Avvicinamento: 
50'
Tempo di salita: 
7h
Tempo di discesa: 
1h
Esposizione: 
Nord
Tipo di roccia: 
Calcare
Periodo: 
Primavera, Estate, Autunno
Data ripetizione: 
06/09/2018
Attrezzatura e materiale: 

La via è attrezzata a Chiodi e rari fix. Le soste sono su fix o albero, tranne la S6 su clessidre secondo la Guida dei Corni eMoregallo (noi abbiamo fatto sosta su di un solo fix). Portare una serie di friend fino al 3BD, una serie di dadi anche piccoliper proteggere L4 ed eventualmente il martello per ribattere i chiodi.

Descrizione avvicinamento: 

Da Valmadrera prendere la SP 583 che da porta a Bellagio, dopo la prima galleria prendere l’uscita a destra in direzionedella località Moregallo e seguire la strada fino al bar Rapa Nui. Parcheggiare nello spiazzo sterrato fuori dal bar.Proseguire a piedi sulla strada per circa 50m fino ad incontrare i cartelli che indicano la partenza del sentiero 50° OSA.Seguire il ripido sentiero che si inerpica in direzione della parete sino ad incontrare delle vecchie reti arancio da cantiere, liil sentiero devia a sinistra per evitare la cava e poi sale ancora ripido in direzione dello spigolo della parete. Quando il sentierodevia a destra, si incontra un primo piccolo torrente in secca, ignorarlo e proseguire fino ad un secondo torrente insecca che si risale sulla sinistra per prati fino a rinvenire una labile traccia che ne segue la sponda destra orografica (sx visomonte). Seguire lungamente la traccia, costeggiando la parete, fino a infilarsi nel canalone che da origine al torrente. La viaattacca sulla sinistra su di una placchetta che porta a un diedrino, pochi metri prima che il canale finisca.

Descrizione itinerario: 
  • 1° tiro: Lunghezza in comune con la via OSA. Salire la facile placchetta fino ad arrivare ad un diedrino con chiodo pocovisibile. Salire il diedro sino a raggiungere l’ ampia cengia, attraversarla e sostare su cordoni su grosso masso. La sosta vera e propria e una decina di metri più avanti in comune con la via “Tempo perduto”. IV.
  • 2° tiro: Dalla sosta di partenza spostarsi sulla sinistra e rimontare la placca soprastante obliquando sempre verso sinistra in direzione di un piccolo tettino dove si sosta su di uno spit e un chiodo. IV (forse anche V).
  • 3° tiro: Salire verso destra in direzione di un cordini blu in una clessidra. Da li traversare nettamente a sinistra oltrepassando il chiodo e quindi salire dritti per placche grigie fino ad attraversare poi a destra per prendere un diedro che porta alla sosta su comoda cengia. VI+.
  • 4° tiro: Scalare la sottile fessurina a sinistra della sosta (utili dadi piccoli), proseguire per placchetta fino sotto uno strapiombino che si vince sulla sinistra. Dopo lo strapiombo salire in artificiale su parecchi chiodi per poi traversare nettamente a destra verso la sosta in comune con “tempo rubato”. VI+ e A0/A1
  • 5° tiro: Dritti sopra la sosta per facile placca, spostarsi a destra su grossa lama e vincere il muretto a buchi. Continuare nel diedro (attenzione alla roccia instabile) fino ad uscire su di un ripido prato. Sosta su grossa pianta. VII o A1.
  • 6° tiro: Trasferirsi per cengia fino alla pianta contro la parte nera della parete.
  • 7° tiro:Arrampicare sulla pianta fino a raggiungere il primo chiodo (verificare la solidità del rami che si usano per raggiungere la parete), salire in artificiale fino ad uno spit e poi proseguire per placca nera, spit, fino ad una sosta su grosse clessidre (non abbiamo trovato la sosta e ci siamo fermati su di un solo spit). VI e A1.
  • 8° tiro: Dalla sosta traversare verso destra in direzione della fessura diedro e rimontare la placchetta alla sua sinistra su roccia un po’ precaria fino ad un chiodo, vincere lo strapiombino soprastante e anche un secondo muretto che porta su di una comoda cengia su cui si sosta su pianta. VI.

Traversare per una quindicina di metri fino ad uno spit su cui si sosta. I

  • 9° tiro: Salire la placca sopra la sosta e rimontare su di una cengia. ATTENZIONE!!! Qui ho sbagliato spostandomi a sinistra per sfruttare un diedro ostico e marcio che mi ha portato fuorivia costringendomi ad una doppia di fortuna. Le informazione che trovate di seguito sono prese dalla relazione originale della guida “Arrampicate sui Corni di Canzo e Moregallo”. La relazione originale dice di salire per placca proteggendosi con clessidre sino ad una pianta su cui si sosta. V
  • 10° tiro: Sempre secondo la relazione originale. Salire in obliquo verso destra passando sotto uno strapiombino e poi per rocce più facili sino al termine delle difficoltà. IV
Discesa: 

Con una doppia da 20 mt si giunge a una sosta 5 mt a destra della S4. Da qui a una doppia fuori via con una calata da 30mt e con un’altra calata da 30mt si raggiunge il ghiaione all’altezza dell’attacco originale.

Primi salitori: 
M. Brini, P. Maggioni, M. Mandelli; 2015
Ripetizione di: 
Luigi Mauri e Laura Borgonovo
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.