Roda di Vaèl - Eisenstecken
Schede primarie
Roda di Vaèl - Eisenstecken
In via sono presenti chiodi soprattutto nei tratti più impegnativi, risulta utile una serie di friends fino al 2BD e un mazzo di dadi per integrare le protezioni. Le soste sono tutte attrezzate a chiodi, noi non avevamo martello e chiodi tuttavia potrebbere risultare utili in caso di emergenza.
Parcheggiare l'auto nel parcheggio sulla destra, circa 200m prima del passo di Costalunga, sul versante fassano.
Imboccare la mulattiera in salita che parte dal parcheggio, ad un primo bivio tenere la sinistra (sentiero 552) in direzione del rif. Paolina; giunti in breve ad un altro bivio, tenere il sentierino che sale sulla destra nel bosco e proseguire fino a giungere ad un baitello in prossimità delle piste. Al baitello tenere la destra in salita e uscire sulla pista, tenere la destra e seguire il sentiero che sale ripido e conduce al rif. Paolina (30'/40' dal parcheggio).
Dal rif. Paolina, che è raggiungibile anche in seggiovia, imboccare il sentiero n° 552 che parte sul retro del rifugio che procede in mezza costa oltrepassando un paio di torrentelli e conduce al passo di Vajolon. Giunti ad un bivio, tenere la destra seguendo le indicazioni per il passo, e seguire il sentiero che sale a tornanti fino a giungere ad un altro bivio dove si tiene la sinistra seguendo sempre per il passo. Ora il sentiero sale ripido per ghiaie, una volta giunti a ridosso della parete ovest prendere una traccia a destra che costeggia la parete e in breve conduce all'attacco.
La via attacca sulla sinistra del grosso scudo rosso compatto, in corrispondenza di 2 fessure vicine e segue la fessura camino di sinistra.
- 1° tiro: attaccare tra le due fessure e dopo pochi metri entrare nella fessura/camino di sinistra, superare una sosta appesa e continuare fino a sostare su di un piccolo terrazzino. 45m, V+.
- 2° tiro: sopra la sosta prendere la fessura di destra e poi proseguire sempre nel diedro fino alla sosta su terrazzino. 25m, IV+
- 3° tiro: entrare nello stretto camino sopra la sosta e scalarlo all'interno fino a quando dicenta diedro e si continua lungamente per esso sfruttando anche in alcuni tratti la parete di destra fino a vincere uno strapiombino formato da un blocco incastrato sopra il quale si sosta. 40m, VI.
- 4° tiro: nella fessura di destra sopra la sosta (cuneo), per poi salire sotto uno strapiombino che si vince a sinistra con passo ostico, proseguire per diedro fino a uscirne leggermente a sinistra e per rocce più facili si giunge sulla cengia di sosta. 35m, VI.
- 5° tiro: per facili rocce sopra la sosta si entra in un diedro spesso bagnato, lo si abbandona quasi subito in favore de "la placca asciutta" sulla destra, si sale in diagonale seguendo i chiodi fino a giungere su di una piccola cengia dove si sosta sulla destra su 3 chiodi (uno nascosto). 30m, V+.
- 6° tiro: nel diedrino sopra la sosta fino ad una cengetta su cui si traversa a destra per prendere un altro diedrino con roccia delicata, scalarlo e uscire leggermente a sinistra per poi salire dritti fino alla sosta su cengietta. 45m, V.
- 7° tiro: dritto per placca nera fino ad un chiodo sulla destra, poi ancora dritto su strapiombino ad un altro chiodo dove si obliqua a destra (chiodo) e da qui si sosta su 3 chiodi da collegare. 25m, V.
- 8° tiro: leggermente in diagonale a destra della sosta, si vince un muretto fino a giungere su 2 chiodi, poi dritto per bella placca fino a uscire su cengetta. Attenzione ultimi metri un po' friabili. Sosta su chiodo e clessidra. 40m, V+.
- 9° tiro: traversare a sinistra per cengette e facili rocce, fino a sostare su chiodo cementato con anello a destra di una nicchia (chiodo poco visibile). 30m, II.
La discesa avviene tramite la via ferrata/sentiero attrezzato che percorre la cresta nord della Roda di Vaèl.
Dall'anello dell'ultima sosta traversare verso sinistra per ghiaie e roccette seguendo i radi ometti fino a giungere sulla ferrata che si segue facilmente in discesa e conduce al passo del Vajolon. Giunti al passo, tenere la sinistra e scendere per il sentiero, con tratti su ponticelli e scalette, fino a giungere in prossimità della parete dove al mattino si era preso la traccia che conduceva all'attacco (possibilità di andare a recuperare il materiale lasciato all'attacco). Da qui seguire a ritroso il sentiero dell'andata.
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.