Oddio sono rimasto solo!Venerdì 9 giugno mi comunicano che un abituale compagno di cordata si trova in ospedale per un piccolo intervento; ok ne prendo atto.
La settimana che sta arrivando sarà caratterizzata da un’alta pressione stabile, il che significa che si potrebbe puntare a qualche bella salita in alta montagna. Subito penso al Monte Bianco e di slancio chiamo il Rifugio Torino e prenoto quattro posti, sarà facilissimo trovare tre compagni. Comincio a sentire gli ultimi compagni di avventure recenti, pensando che avendo un po’ di fondo sarà un gioco da ragazzi convincerli. Nulla di più sbagliato, si comincia con: devo lavorare, sono impegnato con la famiglia, sono stanco… e chi più ne ha più ne metta. Ammetto tutti lo sanno sono caparbio e anche un po’ insistente, non demordo e allargo la cerchia un po’ a tutti gli amici cui so piacere l’alta montagna, ma la musica non cambia, sono giù di forma, mi pare troppo impegnativo, insomma la solita musica.
Siamo ormai a meta settimana ed io devo dare conferma al rifugio, un altro giro di messaggi ma niente, sembra che stia cercando la pietra filosofale. Chiamo il Rifugio Torino e disdico la prenotazione, notare che viste le condizioni eccezionali, il rifugio e già pieno da lunedì.
Sabato 17 giugno, in mattinata mi comunicano che un abituale compagno di cordata si trova in ospedale per un piccolo incidente; ok ne prendo atto.Oddio sono rimasto solo!Ma ecco che in preda alla disperazione, quando stavo già pensando: questa domenica non andrò in montagna, un giro di telefonate mi risucchia in un vortice di proposte, la destinazione è convulsa, poco chiara si parla di croci, di vacche di cornoni, non è molto chiaro ma mi fido, so che chi ha scelto e proposto la scalata ne sa e quindi accetto.
Domenica 18 giugno, si parte, sono le 5.30 il gruppo è folto e chiassoso siamo in sei, il viaggio scorre veloce e intanto le nebbie nella mia testa cominciano a diradarsi; direzione Valle Camonica, quindi decisa svolta a destra e su verso il passo Croce Domini, parcheggio a malga Cadino, quindi per sentiero al Passo della Vacca arriviamo al Rifugio Tita Secchi e infine per prati e gande siamo davanti al Cornone di Blumone, tutto si rasserena e la via dei Pilastri Rossi si presenta a noi. Facciamo le cordate e si comincia a scalare su questa roccia rossa a meta strada tra granito e gneiss. Finita la via, saliamo sull’anticima e poi giù per la dorsale fino al rifugio, dove una fresca birra ci attende, una sosta veloce e altrettanto velocemente siamo alla macchina, sistemati gli zaini partiamo, un po’ di traffico rallenta il rientro e finalmente alle 21.30 ci ritroviamo lì, dove sedici ore prima tutto era cominciato.
Considerazione finale: Oddio sono rimasto solo! Nulla di più falso, quando si hanno molti amici, non può succedere, un grazie ai cinque che mi hanno supportato, sopportato e soprattutto a chi ha voluto crederci.
Un gitante