Piccole alpiniste crescono
Spesso accade che le relazioni di circostanza svaniscano nel momento in cui la situazione dove si erano sviluppate finisce, ad esempio come al termine di un corso.."Non perdiamoci di vista!", "restiamo in contatto!", "facciamo cose, spacchiamo il mondo!!!" e poi.... CIAONE!
Eppure le eccezioni esistono e alcuni di noi sono rimasti fedeli alla parola data... In effetti la montagna aiuta: libera dal superfluo e favorisce rapporti di sostanza, con pochi filtri, dove è facile intendersi ed il richiamo di condividere una passione è irresistibile..
"Cateriiiiiiinaaaaa!!! (leggi come farebbe Jacopo) il giorno prima di partire x le ferie pensi di fare cose banali come la valigia o andiamo a cimentarci nella nostra prima vietta??"
Che domande.... Cate di sicuro non è una banale e la sua risposta è proprio quella che speravo.Ed è così che le 2 fanciulle del 42° corso di Alpinismo del CAI Seregno si levarono di dosso i panni di allieve per sperimentarsi in autonomia su quanto appreso negli ultimi appassionanti mesi.
Come ci hanno insegnato i nostri amici istruttori, il primo step di un'ascensione è la preparazione dell'ascensione stessa. Nel nostro entusiasmo di neonate coinvolgiamo enne amici, che ci danno consigli, suggerimenti, proposte: la via Gasparotto allo Zucco Pesciola è adatta per iniziare, è spittata e si può provare ad integrare più per allenamento che per necessità (Terence l'Entusiasta è partecipe fin dall'inizio di questa avventura), però state attente!! va bene Gigiazzo non preoccuparti.. e non fatela se ha piovuto il giorno prima che resta bagnata, anzi ha piovuto una settimana fa, attenzione! Fede sei nei nostri cuori.. (anche se non ci hai ancora portato in via...)La preparazione alla salita culmina nel briefing della sera precedente, di fronte a birra, cognac, secondo cognac, seconda birra... fa tutto parte della preparazione, vuoi mettere il sonno profondo assicurato!
Prosdo Big Heart ci affida la sua Bibbia Larioclimb, da cui ha ricavato fotocopie (a colori!) delle pagine di nostro interesse, nonchè i suoi preziosi amici, dadi e friends di ogni dimensione e colore.E finalmente, si parte!!!
Siamo a Barzio prima dell'apertura della funivia, giusto in tempo per un caffè veloce, e poi si sale con gli ovetti. Siccome il tempo è prezioso e gli ovetti sono vuoti essendo mercoledì, perchè non sfruttarli per fare un po' di utilissimo stretching?? Non potete immaginare quanto siano adatti, con tutti quei pali che corrono in orizzontale e in verticale...la montagna regala sempre nuove scoperte.
Approdate ai Piani di Bobbio iniziamo l'avvicinamento. In breve superiamo il rifugio Lecco e procediamo verso lo Zucco Pesciola.La nostra stella polare è un sasso con lato triangolare, nei pressi del quale ci sono gli attacchi delle vie, segnalati con 'cerchio rosso e freccia sbiadita bianca e in nero il nome della via'; abbiamo studiato le relazioni. Avvistato e raggiunto il masso triangolare, ci mettiamo alla ricerca del segni e vediamo una serie di bolli rossi: li seguiamo, sicure che conducano al bollo con freccia, ma niente. Scopriremo al ritorno che indicavano il canale di discesa...Retro front, proviamo ad allontanarci, a cambiare prospettiva e a guardare gli schizzi della via e la montagna stessa ed eccola, piccola in nero sulla roccia la scritta "Via Comune"! Un altro insegnamento da portarsi a casa: la montagna richiede un po' di sforzo di interpretazione e di flessibilità, irrigidirsi su quello che si trova scritto non sempre paga.
Contente di poter finalmente iniziare a salire, ci prepariamo: lasciamo alla base quanto non serve, indossiamo imbrago, rinvii, friends, dadi, facciamo passare la corda. Tutto da manuale!!
E Carletta Brave Heart è pronta ad attaccare il primo tiro! Sale sciolta e sicura e in un lampo è alla sosta: molla tutto...vieni quando vuoi, arrivo Carlettaaa!In poco Cate è al mio fianco e riparte per il secondo tiro, il più duro della via. Con la grazia che la contraddistingue esegue pochi movimenti perfetti e supera il muretto strapiombante; io, invece, ci spendo 5 buoni minuti, qualche imprecazione e tutte le braccia (misere) che ho x uscirne... ah la montagna! un attimo prima ti senti regina del mondo e quello subito dopo vieni ingoiata dalla frustrazione di non essere all'altezza.
Ma non si molla!! Concludiamo il terzo tiro e approdiamo al terrazzino dove termina la Comune ed ha inizio la Gasparotto. Con passo felpato evitando di scaricare le numerose macerie ci accingiamo alla base: 2 spit su cui attrezziamo la sosta e sopra di noi si apre un maestoso camino verticale, diviso in due sezioni, la prima la tira Cate, la seconda io. Spaccare tra 2 pareti che salgono parallele in verticale con il vuoto sotto di sé... un'emozione indescrivibile, mi lascia senza fiato.
All'uscita di questa specie di umido tunnel da sogno abbiamo già le lacrime agli occhi x la gioia, quando manca ancora l'ultimo tiro. Un bello spigolo che finisce affilato, godibile e stimolante anche questo. Lo tira Carletta che ormai ci ha preso gusto e integra anche con un nut.
Arrivate in cima ci abbracciamo e abbracciamo la Madonnina di vetta: è il nostro inizio e per noi la soddisfazione è tanta e l'emozione grandissima. Coroniamo questa inebriante giornata con una birretta ed il bagnetto refrigerante al lago, ormai di rito. Ancora non si è conclusa questa e già stiamo pensando alle prossime avventure, cariche di energie e vogliose di salire sempre più in alto.
Pensieri di affetto e gratitudine vanno a quegli amici un po' matterelli e speciali che fin qui ci hanno guidato ed ai quali speriamo d'ora in poi di camminare accanto.
Ci si vede in montagna!
Cateriiiiiiiina e Carletta