Penso che un sogno così non ritorni mai più … e incominciavo a volare nel cielo infinito”
Credo non ci sia miglior modo per cominciare a raccontarvi questa fantastica avventura vissuta in un luogo magico e unico delle alpi, la Val di Mello. Dovendo essere preciso e impeccabile nella mia esposizione, dobbiamo cominciare dal principio, ovvero da quando vidi per la prima volta questo incanto di valle.
Era il 1991 quando allievo del 16° corso di Alpinismo della Scuola “Renzo Cabiati” del CAI Seregno, vidi per la prima volta la “Valle”, subito infuse in me sensazioni mistiche, vuoi i racconti degli istruttori ma soprattutto i nomi delle strutture e delle vie: “Abisso”, “Altare”, “Nirvana”, “Kundalini” …
Cominciò così una frequentazione mirata alla scalata delle vie più semplici, sognando quelle più importanti, gli anni passarono e le occasioni non mancarono, le classiche per antonomasia vennero percorse, ma una in particolare, non si faceva nemmeno avvicinare.
La prima volta che osammo pensare a “OCEANO IRRAZIONALE” fu nell’autunno del1996, io e il mio compagno, Enrico, salimmo alla base del precipizio il 1° novembre, ma quando fummo sotto la via, ci presero quegli strani mal di pancia così che optammo per: “Anche per oggi non si vola”, lui disse: “qui almeno ci sono gli spit, rischieremo meno”, e cosi fu.
Dovettero passare ben 16 anni nei quali più volte se ne parlò, si pensò con vari amici di mettere in cantiere questa salita, ma il 9 settembre 2012, ancora una volta la sorte non ci volle sorridere, arrivammo al parcheggio del Gatto Rosso che albeggiava, preparati gli zaini ci indirizzammo sul sentiero, ma subito la terribile scoperta. Un gran vociare di persone in lontananza, mi desto qualche sospetto, cosi con passo veloce mi misi alla rincorsa e con gran sorpresa raggiunsi un manipolo di 6 persone, tutte dirette verso OCEANO, ma la cosa più sconcertante fu quella di sapere che davanti ce ne erano altre tante o forse più. Non ci restava che alzare i tacchi e fare dietro front.
21 maggio 2017, questa è la volta buona, sono con un compagno molto forte e motivato, OCEANO non può scapparci, vorrei festeggiare il mio cinquantesimo con un bel trofeo. Peccato che la meteo, non l’avessimo osservata per bene nel corso di tutta la settimana, così le piogge copiose del mercoledì avevano lasciato la loro firma nelle fessure della via rendendola ancora una volta una chimera.
Ci ritroviamo a settembre 2018, temperature calde, niente piogge, un paio di salite su granito di buon livello sia per il grado che per la lunghezza, ed ecco che il tarlo comincia a muoversi, ancora una volta torna insistente il desiderio di provarci. I primi scambi sono con Manuel, poi con Gigi a cui si aggiunge Stefano, Secchio, Laura …, insomma le persone interessate sembrano molte, ma poi il lavoro, la salute, la famiglia, fanno la differenza, così che restiamo con il lumicino in mano io e Manuel. Comincia la fase preparatoria, nulla deve essere lasciato al caso, si cercano relazioni aggiornate, video su you tube per capire come passare la temuta tromba, la ricerca dei famigerati friends BD del 4 e del 5 indispensabili per garantirci le dovute protezioni, ci verranno prestati da alcuni dei sopra citati interessati che non verranno.
Sabato 29 settembre 2018, si comincia a ballare. Alle 6.00 siamo in partenza per la “Valle”, sosta all’albergo Miramonti per il ticket, ma si scopre che al sabato e festivi c’è solo la navetta che parte dopo le 8.00, sono le 7.15, portiamo l’auto a pian della Bregolana, parcheggio free, e per sentiero panoramico si parte. Nella fase di avvicinamento ci precede una coppia di tedeschi che ci lasciano il passo con piacere; base della via: imbrago, casco, tutto quello che serve, alle 9.30 siamo ingaggiati. E’ un susseguirsi di fessure verticali tutte da proteggere, che salgono verso il cielo, oggi azzurro, poi eccoci alla tromba, dalla sosta si sale 10 mt. (3ch.), quindi in diagonale ascendente a destra per 20mt. dove dopo il sasso incastrato con cordone, nervi saldi e concentrazione sono di rigore, ma soprattutto la calma e la lucidità per posizionare quei 2/3 friend grazie a quali ti è permesso di raggiungere la sosta. Dall’”Antro umido” al “Pulpito dell’Eremita” saranno solo 15mt. ma che ingaggio, poi comincia un oceano di placche dove orientarsi richiede una pacata capacita di osservazione, tutto sembra possibile, ma non fatevi ingannare la via è una e quella deve essere seguita. Vai a destra, no un po’ a sinistra, prendi quella fessura, no la placca, attento alle zolle erbose, forse è quel diedrino, ma qui non c’è niente, sarà sulla pinta; questo il livello della discussione sugli ultimi 3/4 tiri della via, poi finalmente quasi senza accorgerci arriviamo sulla sommità in corrispondenza delle calate, una gran bella fortuna. Ehi Manuel l’abbiamo fatta, esclamo io, poi mi correggo e dico l’hai fatta, no risponde l’amico ABBIAMO, siamo UNA cordata e abbiano scalato OCEANO IRRAZIOALE.
Sono le 16.30, abbiamo impiegato sette ore per ripercorrere un vero must dell’alpinismo, il primo settimo grado delle Alpi centrali, salito il 2 luglio 1977 da Ivan Guerini e Mario Villa, due grandi, due visionari, due vincenti. Oggi Ivan ancora scala ed è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, Mario invece, lasciate le scarpette da arrampicata ha calzato quelle da atletica, con risultati che vi lascio immaginare, vincenti.
Ora ci aspettano ben 12 doppie, la tensione deve stare ancora molto alta, le prime 7 su “Anche per oggi non si vola”, quindi 4 su “Piedi di Piombo” e l’ultima da una pianta ci riporta con i piedi per terra pronti per fare ritorno all’auto, che avevamo posteggiato alle 8 e ci vede ritornare alle 20, 12 ore di pura adrenalina per un viaggio galattico. Cosa aggiungere se non i dovuti ringraziamenti a tutti coloro che in vari modi sono stati partecipi attivi, passivi, diretti o indiretti di questa giornata “speciale”, allo scrivente sicuramente attimi, ricordi e percezioni personali indescrivibili che mi poterò a lungo nelle rete neuronica della mia memoria.
Ricordate che giorno era, il 29 settembre, quindi chiusura più azzeccata non può essere che:
“Seduto in quel caffè io non pensavo a te...Guardavo il mondo che girava intorno a me...”
Beppe e Manuel
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