Estate, parola magica. Giornate lunghe, calde e soleggiate, la mente spazia e si comincia a fantasticare; cosa fare? Dove andare? Il solito dilemma che assale ogni anno gli intrepidi alpinisti che vorrebbero fare tutto e più di tutto.
Come sempre l’ultima parola spetta a sua maestà, imperatore supremo, “IL METEO”. Si avete capito bene, il meteo, le condizioni climatiche, insomma chiamate come volete ma ci siamo capiti, farà bello, brutto, freddo o pioverà??
Il preludio non è certo dei migliori, gli ultimi due week-end di luglio, scusatemi il francesismo hanno fatto veramente “CAGARE”. Una gita in Grignetta nella nebbia, una falesiata con tuoni e fulmini, poi ancora una giornata rubata al temporale.
Agosto si presenta pure lui con temporali che sconvolgono le montagne e il nostro lago, con frane e esondazione in piazza Cavour a Como del lago. Qualcuno è già partito, e subito ha cambiato le carte in tavola, niente Monte Bianco, ma incredibile puntata a Finale per cercare tepore e roccia asciutta.
Comincia così un triduo di passione e sofferenza nella spasmodica ricerca del settore alpino che non verrà sconvolto da piogge e venti polari; si consultano tutti i bollettini che sono disponibili in rete, si fanno integrazioni, medie e valutazioni probabilistiche, sperando e spergiurando di fare centro, insomma un po' di culo non guaterebbe.
Escluse a priori le salite su ghiaccio, scartate le Dolomiti e le vicine alpi Retiche, volgiamo lo sguardo a Ovest; le proposte sono tante e variegate, ma anche i partecipanti sono tanti, variegati, ambiziosi e poi tutti vogliono garanzie, si garanzie di bel tempo, a cui “io” non posso dare certezze, non posso mettere la mano sul fuoco.
La chat creata appositamente per l’evento comincia a surriscaldarsi, gli avventori sono ben sei, tra cui una ragazza dell’età di mia figlia, caspita se è giovane, penso tra me, dalla parte opposta mi fa eco un irriverente trentenne, Beppe sei il più anziano. ANZIANO, chi è costui?? L’anziano è il saggio, la persona di esperienza, colui che sa, ma anche quello da seguire, accudire, ecc.
Mercoledì, il dubbio regna sovrano; giovedì l’incertezza la fa da padrona; venerdì, per spezzare la tensione vado in Grignetta, in attesa che qualcosa maturi. Ore 21.30, finalmente la fumata bianca: abemus papa, si va all’estero, a Briancons, terra dei famosi trecento giorni di sole, il nostro grande amico Enrico lo diceva sempre, a Briancons non piove mai. Tutto pronto, ecco il primo stop!!! Abbiamo tutti il green pass?? Siii, abili arruolati, sabato alle 6.30 ritrovo a casa di Gigi. Del gruppo fanno parte: Gigi, Fede, Balossi, Paola, il Puma e “l’anziano”, al secolo Giuseppe, per tutti Beppe, Milly, insomma vedete voi che nomignolo accollarmi.
La mattina della partenza, pare un trasloco, tanto è il materiale che si presenta ai nostri occhi, sarà un lavoro di altra precisione accomodarlo tutto, stipandolo nel bagagliaio della vettura di Gigi, come stessimo giocando a tetrix.
Che il viaggio abbia inizio, quattro in una vettura e gli altrui due sull’altra.
Il viaggio corre veloce, se non fosse continuamente interrotto dagli infiniti pedaggi che da Torino al Monginevro ci tartassano mediamente ogni trenta chilometri. In frontiera un rapido controllo del gendarme ai nostri green-pass e giù a Briancons, Francia siamo arrivati.
Sabato 7 agosto, il caldo non si fa sentire, qualche nuvola e la possibilità di piogge serali ci portano a scalare in una zona con rapido avvicinamento. Parete multipitch di calcare lucido per i molti passaggi, tre cordate tre vie differenti. Salita, discesa, quindi step successivo, la ricerca del camping, operazione abbastanza semplice visto l’alto numero di strutture presenti. Il bello di campeggiare ed ecco arrivare le piogge, per altro previste sul serale, a creare qualche intoppo, ci organizziamo sotto un tendone per cenare, e che cena cuochi e camerieri preparano scaldano e servono pasta, salsicce, formaggi, verdure, insomma pare di essere nel paese di Bengodi, avanti di questo passo non ci terremo più!!!!
Hotel 5 stelle by Fede, tendina canadese, con materasso matrimoniale da 10cm per una dormita super lusso, sveglia inclusa alle 6.30
Domenica 8 agosto, il lusso continua, colazione superior con caffe, succo di frutta, te, biscotti, marmellata, baguette, cioccolato, ragazzi che abbuffata. Breve sit-in per decidere la location e via in auto, si parte, destinazione Tete Colombe, come da tradizione tre cordate tre vie, ognuno ha scelto la via in base alle proprie capacità e alla voglia di ingaggio, l’importante è la cordata, il compagno, il resto è contorno. Pomeriggio ci ritroviamo alle auto e organizziamo la seconda cena in terra gallica, lascio a voi immaginare. Prima di tutto un salto alla “Boulangerie”, il panettiere, per far scorta di baguette, poi la doccia. Già la doccia, e qui vengono fuori tutti i limiti dell’anziano: accappatoio negativo all’appello, ciabatte latitanti, bagnoschiuma assente, insomma per lavarmi elemosino qualcosa da ognuno del gruppo e finalmente anche io ne esco bello e profumato. Ore 19.00 si comincia a preparare la tavola per un aperitivo nell’attesa della cena, formaggi, salame, verdure e birra in gran quantità, intanto sul fuoco si scalda l’acqua per una pasta al sugo con salsiccia e fagioli, una vera bomba calorica, non manca il vino (italiano) con tanto di stemma CAIANO. La cerimonia si protrarrà fino alle 22.00 passate, poi, è il momento di riassettare, lavare e asciugare pentole e stoviglie, operazione ben diretta da Paola e Fede (operativi) assistiti dall’anziano con compiti gestionali per intenderci.
Lunedi 9 agosto ultima giornata d’oltralpe, colazione vedi il giorno precedente, scalate, come da copione ognuno sceglie e scala a piacimento, per la merenda, in due parole: grande abbuffata, ovvero dare fondo alla dispensa finendo tutto quello che è rimasto, con il risultato che l’anziano a sera sulla bilancia segnerà +500 grammi una tre giorni all’ingrasso.
Conclusioni e osservazioni:
Bella gente, bella compagnia; belle vie, bella roccia bell’ambiente.
Grazie ai trentenni, presente e futuro, forti e impulsivi, grazie alla donzella, la presenza femminile nel “branco” addolcisce e attenua la rudezza dei “maschi”, e lui l’anziano, lui veramente è stato il valore aggiunto, servito e riverito come un Re, ha trascorso tre giornate a ovest felice e contento come un Pasqua, che dire alla prossima non mancherò.
Grazie, Beppe