Fine maggio, si avvicina il ponte del 2 giugno, Festa Nazionale della Repubblica, come da tradizione ci si organizza per andare in montagna un paio di giorni ma anche tre, meteo permettendo. Le idee come sempre sono molte e ben disorientate, si passa dal mare alle dolomiti, sfiorando la Svizzera e arrivando sulle cime più alte. Quattro conti, due report e il gioco e fatto, meta designata : Monte Bianco. Già a voi pare facile!!! Avete idea di quante salite ci sono al Bianco?? Di preciso non lo so ma vi assicuro che sono veramente tante e di tutte le difficoltà; appunto difficoltà, essendo la prima uscita di stagione è meglio che siano contenute, evitando così scorni e/o ribattute. Tra dubbi e forse la fatal data si avvicina ma lei, la meteo, ci mette lo zampino e salta tutto. Non perdiamo le speranze, riparte la macchina organizzatrice e dal cilindro estrae, destinazione e data, bisogna solo trovare i partecipanti.
Ormai è nella mia testa, per cui sulla scelta del luogo non ci sono dubbi, e Monte Bianco sia; per la data facciamo 18 e 19 giugno, gli avventori ??? Beppe e chi c’è, c’è. Del primo quartetto si sganciano in due così a farmi compagnia resta Fede, a cui si aggiunge Fabio, un amico che fa il volontario nel Soccorso Alpino nel Triangolo Lariano che conosco da parecchio tempo. Un giro veloce per reperire il quarto ma nulla, i più hanno già preso impegni e così saremo in tre. Scelta delle mete, questa volta, pare incredibile ma avviene all’unisono, Dente del Gigante il primo giorno e a seguire domenica la cresta dell’Aiguille d’Entreves. Tutto troppo facile, dove sta la fregatura?? E sì perché non tutte le ciambelle riescono con il buco. Telefonata al Rifugio Torino: “Buonasera, siano tre alpinisti che vorremmo prenotare per il fine settimana, c’è posto? Guardi è tutto pieno, non vi posso nemmeno servire la cena, ci scusi, sarà per la prossima volta”. Che fare? Insomma, sta salita non sa proprio da fare!! Fabio cala il jolly, ho una comoda tenda tre posti, un fornello e tanta voglia di avventura, con la funivia che porterà per noi il grosso dei pesi, si può fare tranquillamente, un ritorno ad un alpinismo un po’ “WILD”.
Ore 5.00 di sabato 18 giugno, l’allegra brigata parte destinazione Courmayeur per salire a Punta Helbronner con la futuristica Sky Way, la mia passione per anticipare gli appuntamenti ci permette di anticipare la corsa di salita prenotata. Lasciata la funivia ci dirigiamo al Col Flambeaux, dove organizzati e sincronizzati come tre automi, montiamo la tenda e ci mettiamo in assetto per attraversamento ghiacciaio direzione Dente del Gigante. Condizioni del ghiacciaio più che buone, salita alla gengiva, non difficile ma camminare sulle uova credo sia più facile, si muove tutto. Come anticipato siamo in tre, la via non è lunghissima, decidiamo che sia uno solo a fare da primo di cordata, la scelta cade sul più giovane, a Fede l’onore di cavalcare le placche Burgasser e condurci in vetta a far compagnia alla bella statua bronzea della Madonna. La via è molto gettonata, ci sono oltre a noi altre quattro cordate che ci rallenteranno nella fase delle calate in doppia, ma la giornata meteorologicamente parlando perfetta non ci pesa e con tutte le accortezze del caso facciamo la nostra discesa e il successivo rientro alla tenda. È l’ora della cena, un ottimo piatto di tortellini al sugo e del buon formaggio ci saziano, prima della tisana serale per conciliare il sonno. Vicini, vicini nel tepore della tenda, prima di prendere sonno, Fabio ci comunica che il giorno seguente non ci farà compagnia, e talmente soddisfatto che gli basta la giornata di oggi, noi insistiamo ma lui serafico ci invita a non preoccuparci.
Domenica mattina la sveglia è alle 5.00, chiaramente in una tenda, le dimensioni son quelle che sono e così anche Fabio si sveglia e chiacchera con noi, facciamo una colazione molto veloce e leggera e per le 6.00 usciamo e cominciamo il nostro avvicinamento. Anche oggi giornata con meteo super, come passiamo oltre il colle, una visione meravigliosa appare ai nostri occhi, i satelliti del Monte Bianco inondati dai primi raggi di sole si colorano di un rosso accesso che mette i brividi. Pochi passi e lo scenario ti lascia a bocca aperta senza parole, Tour Ronde, Mont Blanc du Tacul, Aiguille du Midi, il Dru, le Grand Jorasses, la cresta di Rochefort, insomma il sogno di ogni alpinista.
Giunti all’attacco togliamo i ramponi e riponiamo la picca nello zaino, quattro friend tre cordini e qualche rinvio, la relazione parla di passi di IV max, oggi è il mio turno, tocca a me l’onore ti portare la corda, ma la quota, la salita del giorno prima, gli scarponi ai piedi, si fanno un poco sentire, procediamo di buona lena, tenendo il passo di una guida con i suoi due clienti che di pochi secondi ci ha preceduto all’attacco. Raggiunta la vetta, chiediamo alla guida per le doppie, lei ci consiglia di continuare la traversata fino al colle di Toula, scelta meritevole. Nuovo cambio, rimettiamoci i ramponi e riprendiamo la picozza, destinazione tenda, dove Fabio ci aspetta per smontare e ridiscendere a valle.
Per mezzogiorno siamo cambiati puliti e profumati pronti per uno spuntino informale prima del lungo viaggio di ritorno in una calda domenica estiva. Due giorni ben spesi pieni di soddisfazione, meteo fantastico, ambiente meraviglioso, cime mozzafiato e la compagnia…. Trovate voi le più belle parole che il vocabolario vi può suggerire
Grazie ai due giovani, Fede e Fabio