Dopo due anni, torno ad arrampicare con gli amici della Scuola Renzo Cabiati; proprio nel weekend più freddo dell’interno inverno! E allora perché non scegliere, di andare a fare ghiaccio su una bella cascata a quota 2100mt, con esposizione nord–ovest? Masochisti ci definirebbero alcuni, ma quando il ghiaccio chiama, si va. Ritrovo alle 5.20, veloci a Gressoney, veloci a mettersi gli scarponi e veloci sul sentiero. Talmente tanto veloci che usciti dal bosco Beppe è già in testa a tirare il gruppo, Fede alle calcagna, mentre io provo a salire in modalità “risparmio energetico”.
Quando la valle si apre, una bella traccia si mostra davanti a noi. Me lo aspettavo, visto che ieri un amico che aveva salito la cascata mi aveva confermato che avevano tracciato davvero bene. Non ci resta che seguirla, quando dalle retrovie si leva la voce di Gigi: “La conosco io!”. Insomma, secondo lui stavamo andando troppo avanti, la strada giusta deve volgere a destra per entrare in una valletta chiusa da cui sembra vedersi una bella colata. Siamo un po’ dubbiosi, Beppe vorrebbe proseguire ma Gigi è sicuro: “La conosco io, ci sono già stato una volta, dobbiamo girare a destra”. E così Fede inizia a seguire una traccia che porta verso destra, ma dopo poco ci fermiamo e torniamo indietro. Non ci convince. Gigi nota delle vecchissime tracce (forse di animali?) e così inizia a seguirle. Dopo pochi metri ci troviamo a ravanare nel bosco, con la neve al ginocchio, a procede con fatica nonostante la grande opera di battitura di Gigi. Dopo un po’ mi cede l’onore (oppure l’onere?!) di tracciare e così continuo fino all’imbocco della valletta. A quel punto ci troviamo con la neve alle cosce e totale assenza di passaggi umani. Insomma, siamo fuori traccia!
Per fortuna la tecnologia ci viene in soccorso! Il telefono ha campo e così consultiamo le mappe, il GPS e le varie relazioni e arriviamo alla conclusione: la valle giusta era più avanti! La memoria di Gigi ci ha tradito! E così torniamo indietro di nuovo, con un’ora persa, ma poco male, almeno adesso sappiamo dove andare. Seguiamo quindi la traccia principale, ampia e ben pistata, che ci conduce all’imbocco della valle giusta; risaliamo il canale e giungiamo alla base della cascata. Big Ice Fall si presenta in ottima forma, con un bel ghiaccio azzurro. A quel punto l’amara sorpresa: la perdita di tempo ci è costata il sorpasso di due cordate.
Con calma ci prepariamo e attendiamo il nostro turno, ma quando tocca finalmente a noi, entriamo in modalità gara: saliamo veloci il bel muro, ben gradinato, del primo tiro, mettiamo il turbo sul secondo e terzo tiro, infine ci destreggiamo sul quarto ed estetico tiro. Mentre mi assicuro all’ultima sosta mi volto e… mi accorgo che abbiamo superato tutte le altre cordate! Sono le 12.45 quando Beppe ed io ci stringiamo la mano in cima alla cascata, osservati in lontananza dai meravigliosi Lyskamm. Poco dopo arriveranno anche Gigi e Fede. Non ci resta che scendere, con 3 rapide doppie, alla base, ma non prima di aver ripulito la cascata dai troppi cordini delle Abalakov abbandonati dagli alpinisti. Insomma, consentitemi questo inciso, potremmo fare un po’ più di attenzione, noi alpinisti, a non abbandonare materiale in montagna, salvo emergenze. Facendo passare la corda direttamente dentro l’Abalakov evitiamo di abbandonare un cordino che si degraderà nell’ambiente!
Poggiati i piedi a terra, rifacciamo gli zaini, ma nella nostra testa c’è un solo pensiero fisso: birra e panino! Per la seconda volta in giornata si leva la voce di Gigi: “La conosco io! Una paninoteca che fa buonissimi panini!”. Di nuovo ci affidiamo alla nostra guida, fiduciosi che non ci deluderà, ma la sua memoria ci giocherà un altro brutto scherzo! Il primo locale verso cui ci dirigiamo non è quello che cerchiamo e nemmeno il secondo. Ma noi non ci rassegniamo e la nostra caparbietà viene premiata quando troviamo un ottimo bar nel quale rifocillarci.
Ripartiamo in direzione casa e quando il traffico sembra bloccarci in autostrada, indovinate quale voce si leva? “La conosco io!”. È ancora Gigi a suggerirci una variante per evitare la coda in autostrada. Che facciamo? Ci fidiamo per la terza volta nella stessa giornata? Questa volta si, ascoltiamo il suo giusto consiglio e cambiamo strada, ma prima, per sicurezza abbiamo tutti consultato il navigatore!
Non c’è il due senza il tre!!!!
Edoardo Caglio