L’onomatopea di Beniamino Franklin

L’onomatopea di Beniamino Franklin

Oggi vi proponiamo un report interattivo: le parole in grassetto vanno musicate con la voce.

 

Tin tin, tin tin - la sveglia mi ricorda dolcemente quanto sia bella la vita quando devi aprire gli occhi alle 5:00 del mattino yaaaahhhwwwnnn h6:00 passo a prendere Fede “buondì, come stai?” “mmhh”.

Al Bassi, Gigi e Terra ci attendono con la guida della Presolana in mano e lo squadrone si divide in due: Fede e Terra su Spigolando, Io e Gigi vogliamo ripetere la Pellicioli/Spiranelli alla Orientale. Brrrrooooommmm il California sfreccia velocissimo e in un batter d’occhio siamo al Passo della Presolana con lo zaino in spalla, carichissimi (in tutti i sensi).

Il lungo avvicinamento, che sottolineo essere sempre una tortura, passa comunque velocemente accompagnato da sonori dibattiti politici in vista delle elezioni, che potremmo rappresentare bene con un tuonante Terra “IL BUON PERTINI DICEVA CHE…”.

Arriviamo alla partenza della via Spigolando e così le due cordate si congedano, perché Gigi e io dobbiamo proseguire ancora un bel tocco (miiiiiii baaaastaaaaaa). Appena girato lo spigolo sento un rombo suonare CAAAAVAAAAASIIIIIIIIINNNN – eccolo il mio Americano preferito, che si appresta ad aggredire la via Gianmauri, insieme al socio Alberto. Non sono molto convinti che riusciremo nell’impresa che abbiamo scelto io e il mio socio, e forse forse hanno anche ragione vista tutta la neve depositata nei canali…

SSCCRRSSHH, CRRR CRRR, ZAPP ZAPP, i nostri passi sono molto rumorosi mentre i piedi affondano nei ghiaioni e tracciano le lingue di neve intonse: sarà la prima ripetizione dell’anno? Ma man mano che proseguiamo veniamo avvolti sempre più da una fitta nebbia, oggi le nuvole sono basse: individuare l’attacco diventa praticamente impossibile e il dubbio di trovare troppa neve in discesa diventa assordante… “Torniamo indietro e andiamo a fare Echi verticali?” “Torniamo indietro e andiamo a fare Echi verticali.”.

Di nuovo SSSCCRRRSSSHHHH, CRRR CRRR, ZAPP ZAPP. Arriviamo alla base di Echi, dove troviamo una cordata alle prese col primo tiro e che ci accompagneranno per tutta la via. Prepariamo il materiale e il classico zainetto da via con cibo, acqua e k-way da portare in parete. La legge del sassolino decide che devo partire io: UFF, AARGH, PANF, UHM, PFFF e sono in sosta. Gigi mi raggiunge. “Ah, oggi scaliamo senza zaino?” “PORCA PUTT-!!! (dopo le corde incastrate in bocca di lupo, l’abbandono di zaini è un classico della cordata Mauri/Cavasin).

Proseguiamo e tra alcuni “ma sti cazzo di buchi svasi all’ingiù!” e svariati “ma i piedi me li metto nel culo?” siamo in cima ad attrezzare le doppie… SCRAAAATCHH “Un tuono!! Cazzo! Comincia a piovere!” Si alza il vento, la pioggia si infittisce, tanto da diventare grandine. STONF, BOM, CRRR, SBOM qualche sasso enorme sta rotolando giù dalla parete di fianco a noi, ma siamo fuori traiettoria. TTTRRRRHHHH ci sono i tuoni lontani che rombano, sembrano un toro che strofina lo zoccolo prima di caricarti… TPTPTPTP la pioggia è incessante, oh beh, in questi momenti puoi solo passivamente accettare il fatto che ti stai infradiciando come un pulcino… SBAM ecco un altro tuono molto vicino! AAAAHH caccio un urlo, la mia capacità di sopportazione dei rumori improvvisi è pari a quella di un chihuahua a Capodanno!! Dio che paura, non voglio morire fulminata! Comincio a ripetere nervosamente “dai Gigi, dai Gigi, dai Gigi” mentre aspetto che lui concluda la calata alla sosta successiva. Lo raggiungo, di fretta e furia tiriamo le corde. Durissime, bagnatissime, scivolano dalle mani, ancora durissime, a ogni strattone sembrano incastrarsi ma no, scorrono, Dio che freddo, sto tremando, arriva il nodo, ecco che le corde scorrono bene e CAZZO SI E’ INCASTRATA!!” Non c’è tempo per fare niente se non REAGIRE: afferro un pezzo di corda, mi ci lego, Gigi mi prende nel secchiello e salgo: fortunatamente la corda si era incastrata una decina di metri più su, riesco a scastrarla e a ridiscendere disarrampicando, nonostante la roccia fradicia. Via giù di nuovo veloci! Dopo altre tre calate siamo a terra, finalmente! Siamo fradici, come lo è tutto il nostro materiale: facciamo su gli zaini alla bell’e meglio, che con tutto il materiale zuppo pesa tre volte di più dell’andata!! CIAF CIAF CIAF i nostri passi con le scarpe fradice sono rumorosi, UAU! rimanere in piedi scivolando sul fango è un miracolo WRAAAAHHH! i versi lamentosi sono inevitabili: “i miei jeans in questo momento pesano 45kg”e io ho freddo alle chiappe”.

Arrivati alla Baita Cassinelli troviamo Terra che ribaltando le scarpe ci trova l’oceano e Fede che si gode seraficamente un thè caldo. America e Alberto invece ci deridono, fieri della loro asciuttezza, merito di un grottino in cui sono riusciti a ripararsi. 

“Alla macchina abbiamo il cambio di tutto, tranne che delle mutande”

“Staremo senza: sarà un ritorno SBATACCHIANTE”.

 

Un report di Laura “Marinetti” Cavasin

 

 

08/06/2024
Fede nelle nubi
Il sole un quarto d'ora prima della grandinata
La rovinosa calata