I chierichetti del Don Mario

Nella puntata di oggi la cordata è composta da due garlatesi, me e il Re, e come ai tempi dell'oratorio quando c'è in giro Garlate non può che succedere qualcosa di divertente.

La partenza è all 1.30 dal bione, direzione Svizzera, o come preferiamo noi, le terre del Don Mario, storico prete di Garlate che indottrinò noi somari d'alpe a suon di gite in bicicletta in val Roseg. Obiettivo spigolo del Badile. Abbandoniamo a Fuentes la Punto grigio Burkina Faso del Teo e proseguiamo sul Qubo Libre verso il confine, quando la gendarmeria insospettita dal nostro fare losco ci paletta in val Chiavenna.  Superati brillantemente i controlli sconfiniamo e raggiungiamo Bondo e le sue strade sterrate, dove è subito Walter Rohrl, e con un rapido rally giungiamo al parcheggio.

Procediamo rapidi sulla carrozzabili, chiaccherando dei bizzarri personaggi della madrepatria garlatese, e giungiamo al fiume dove le piene primaverili hanno divelto l' asse in legno per il guado. Perdiamo una lunghissima mezz'ora a vagare in cerca del "ponte provvisorio" menzionato nella relazione di Gigi ed esitando nel balzo dinnanzi alle ardite acque.

Poco dopo giungono dei tizi piu coraggiosi di noi e passano sull'altra sponda librandosi nell aria con un prodigioso balzo. Ci facciamo coraggio e seguiamo il loro esempio. La marcia riprende e guadagnamo rapidamente quota sul bruttissimo sentiero vecchio. Arrivati alla capanna e alla sua fontana "agua, agua por dios", facciamo rifornimento per il resto della salita e ripartiamo rapidi verso l'attacco, che viene raggiunto alle 7.00. Qui le gambe iniziano a accusare il dislivello, quindi decido di assumere dei Ringo al grido di "giu il gettone che si balla", e alle 7.30 saliamo il primo degli oltre mille metri di via che ci aspettano.

I primi tiri scorrono veloci, fino ad arrivare a un ingorgo di cordate. Qui parte una rimonta alla Verstappen e iniziano i primi sorpassi (e anche i primi insulti, da parte di un indispettita guida a cui evidentemente non andasse giù che noi facessimo tiri piu lunghi di 30 metri).

È importante sottolineare in tutto ciò che io e Re è la seconda volta che ci leghiamo alla stessa corda, e questa ci è sembrata la via giusta per rodare la cordata.. però nonostante ciò filiamo senza mai momenti morti

  • hei Teo, come cordata direi che stiamo andando benone
  • beh, basta una sola regola..quando finisce la corda vai.
  • grande verità!

Giungiamo quindi al di sotto di un affollatissima sosta, da cui sentiamo delle urla straziate:

  • dai Alfredo, sorpassa!
  • non posso, mi hanno detto di aspettare

I vigliacchi avranno anche fermato Alfredo, ma non possono fermare il prode Teo Re, che salendo deciso a vendicare il sopruso subito dal suo nuovo amico passa sulle lisce placche a sinistra delle corde degli avversari, e con un brillante tiro da 70 metri (beninteso con corde da 60) giunge alla partenza del "traverso Alfredo". Qui prendo io il comando, sorpassando dei lentissimi americani, da cui ricevo nuovi insulti, in una lingua che non sono in grado di tradurre, sospetto solo che alle nostre madri saranno fischiate le orecchie. 

  • credete che noi qui fermi in coda siamo tutti fessi?

Si! ,rispondiamo convinti noi, prima di affrontare la "placca dei fessi", non senza un po' di disgusto per la spropositata quantità di fix presenti (tema che farà probabilmente saltare molti dalla sedia in pura razza caiana). Dopo gli americani, come nelle migliori barzellette, superiamo dei teteschi e degli Italiani, mentre incomincia la facile cresta finale che porta in cima. Qui un energia interiore si impossessa di me. Davanti a noi una sola cordata. In alto, la cima. Un ultimo sforzo, un ultimo sorpasso. 

  • Ah, che possa perdonarmi il buon Teo, ma credo che sia il momento di fare un tiro da 200 metri!

E cosi procedo rapido, finendo un pezzo alla volta tutto il materiale che ho sul cinturone, arrivando in cima con giusto una fettuccia bianca e verde (qui qualcun altro salterà dalla sedia, aka il legittimo propietario di tale fettuccia) e il reverso per recuperare il socio sull obelisco in vetta. In prima posizione.

Il Teo mi raggiunge comprensibilmente indispettito sulla cumbre

  • perche hai smesso di fare soste?
  • siamo partiti ultimi..e mancava solo un sorpasso per vincere..

Finiscono così le fatiche del sabato, dopo 2500m di dislivello positivo (via inclusa) e 11h di cavalcata.

  • beh, sono solo le 14..in realtà saremmo anche piu che in tempo per scendere..
  • mah..io ho portato slinzega, grana e due lattine di moretti..
  • sisi, tu mi piaci..

Notte in vetta sia!

Seguono cosi diverse ore di svacco, una cena a base di insalatissime rio mare, cous cous, tonno e tramonto, a dire il vero un po deludente per via delle nuvole. Ci addentriamo nel bivacco, e presto ci rendiamo conto che nessuno dei letti è sufficentemente spazioso per poterci pernottare.. quindi per evitare di sentirmi sepolto vivo alla kill bill decido di eseguire dei lavori di interior design, e dopo aver creato un ampio open space (e aver lasciato al loro posto solo due dei sei letti) ci abbandoniamo al mondo orizzontale. 

Fu sera e fu mattino

La domenica mi sveglio vergognosamente ben dopo le 9, e dopo essermi calato una dose di Ringo iniziamo la discesa, prima a piedi e poi per rappelle sulle calate del soccorso. Pronti via prima doppia incastrata (hei, è un classico, ho già visto questa scena)Quando ormai mi sono già staccato dalla sosta per salire svogliatamente a risolvere la situation, scorgiamo un tizio sulla normale, dietro di lui la luce crea un aura mistica da cui rimango abbagliato

  • hei amico, riesci a disincastrarmi la corda?
  • certo! Lasciami una birra pagata al Gianetti 
  • tu sei il re di tutti i re!

Scendiamo senza ulteriori problemi fino ai nevai basali, dove con elegante sciata sulla lamina delle mescalito giungiamo alle gande e in seguito al Gianetti.  Qui facciamo un bel brunch e, dopo aver acceso un mutuo per pagarlo, molestiamo una coppia di chiavennaschi che accetta gioiosamente di trasportare le nostre puzzolenti carcasse fino a fuentes. Sembra essere la fine del viaggio..ma siamo pur sempre due garlatesi, le sorprese non sono ancora finite! Con panico e sgomento Teo si accorge di aver lasciato le chiavi in macchina. In quella sbagliata. Quella che è rimasta a Bondo. Non gli rimane altro che chiamare la cavalleria della strada, aka cognato in moto, che porta le chiavi di scorta..da qui Bondo, un po' di agua por dios alla fontana e un ultimo sguardo allo spigolo dalla strada..che viaggio! Spettacolare.

Dai garlatesi (per ora) è tutto, linea in studio!

04/08/2024