Smaltite le sbornie eretiche, è giunto il momento di fare il report della giornata di ieri. Compito, questo, assegnatomi dal Beppe al termine di una giornata molto dura (almeno per me).
Ma partiamo dal principio: sveglia ore 4:15, colazione, giretto di dovere sul cavalluccio bianco e poi si sgomma verso casa di Beppe (aka punto di ritrovo deciso unilateralmente) alle ore 5.00. Qui raccogliamo anche Mich e poi ci avviamo verso Fraciscio. Tempo di sistemarci e siamo già in marcia a pieno ritmo verso il rifugio Chiavenna.
Oggi il Beppe è in forma ed è bramoso di arrivare alla base del nostro obiettivo di giornata: il Canale centrale del Pizzo Stella. Io, in primis, ma anche Edo e Mich capiamo che sarà una giornata lunga, molto lunga...Tante cose passano nella mia testa: la temperatura è molto rigida (lo sarà per tutto il giorno), non c'è anima viva in giro (e non la incontreremo), abbiamo più di 1700m di dislivello positivo da fare. Mentre scorrono tutti questi pensieri come l'acqua della cascata appena sotto il lago Angeloga, mi accorgo che abbiamo raggiunto il rifugio e che, almeno, 700m di dislivello ce li siamo lasciati alle spalle.
Davanti a noi si apre un panorama spettacolare: la parete nord-ovest del Pizzo Stella si mostra, imperiosa e imbiancata dalla neve invernale. In pochi istanti io, Edo e Mich capiamo cosa ci aspetta e non sarà un giretto di solo piacere. Partiamo comunque carichi dopo una breve sosta ristoratrice (sarà una delle poche) e puntiamo al canale centrale. Dopo poco incominciano a sprofondare nella neve fino a ginocchio e, metro dopo metro, la fatica inizia a farsi sentire. Il Beppe fa strada e batte traccia, perché a nessun altro è venuta la malsana idea di andare al Pizzo Stella nel recente passato. Arrivati quasi alla base del canale, il Beppe, dopo aver concesso 30 secondi di osservazione alla parete, spende 1 primo e 30 secondi per dirci che non ci sono le condizioni per percorrere il canale centrale, ma che avremmo provato a fare la normale, dandoci come time limit le 12.00.
Non c'è tempo per la delusione, perché ormai si è già impostato un nuovo ambizioso obiettivo. Così senza accorgersi ci troviamo sul ripido pendio nevoso che porta in cresta e Beppe è sempre davanti, continua a battere traccia, imperterrito... Ad una certa anche lui è un umano e chiede un cambio. Trova Mich che lo fa rifiatare per un pochino, giusto il tempo per poi mettere la freccia e arrivare per primo in vetta. Uno ad uno alla spicciolata arriviamo tutti, io chiudo il gruppo e, giusto il tempo di fare un selfone di vetta, ci si getta in discesa.
Passato il primo pezzo tecnico, Beppe saluta la compagnia e va diretto al rifugio, mentre Edo sceglie la via dell'ascetismo. Io e Mich, invece, preferiamo intrattenerci discutendo amabilmente di un po' di tutto. Pian piano, uno alla volta arriviamo tutti alla macchina. Personalmente arrivo stanchissimo, ma vedo anche i miei compagni provati. L'unico ancora freschissimo è Beppe che ci fa notare che ci avrebbe messo almeno 1 ora in meno a fare il giro. Beato lui, penso. Poi però mi accorgo che è il suo modo per dirci che si è divertito ed è contento della giornata.
Io, man mano che scorrono i paesaggi come fossero delle diapositive, mi accorgo di portarmi a casa le emozioni, i paesaggi, le montagne e l'esperienza vissuta insieme. Inizio anche io ad apprezzare tutto quello che ho, ma di cui non mi accorgo e che dò sempre per scontato. Ci voleva, ne avevo bisogno. È stata una splendida giornata, siamo stati grandi tutti!
Giacomino