“Istruttrice li devo recuperare i rinvii?” Sento la voce di Gigi mentre lo recupero in sosta. Ebbene sì, ci siamo invertiti i ruoli per un giorno. Siamo alla Parete di Tessari, in Val d’Adige. È un freddo sabato di novembre ed è giunto il momento per noi “guardoni” di essere valutati su ciò che abbiamo appreso quest’anno. Dopo una mattinata dedicata a soste, paranchi e risalite, concludiamo la verifica con una breve via lì accanto. Io e Gigi scegliamo la “Via del Boce” una via “a torto molto ripetuta”, che ricorda vagamente gli avvicinamenti delll’Angelone, in cui la ghiaia si sostituisce alla roccia. Una volta terminate le vie, partiamo verso Arco, dove il giorno successivo avremmo finalmente scalato. Dopo un giretto in centro, tra negozi e mercatini, andiamo in hotel; qui ci aspetta una cena non proprio leggera.
Il giorno dopo ci dividiamo; alcuni andranno alla parete di San Paolo, altri alle Coste dell’Anglone e altri ancora alle Placche Zebrate. La regola è sempre quella: un istruttore e un guardone sotto esame. Questa volta si procede in alternata, si stabilisce un rapporto alla pari. Io, Manuel, Fede e Simo scegliamo la via “Il profondo rispetto dell’Indria”, ben 13 tiri che si sviluppano tra diedri, fessure, placchette e un po’ di vegetazione che non manca mai. Tutto procede bene e verso le 17 siamo alla macchina, pronti per il rientro.
Che dire, è passato poco più di un anno e sento di avere imparato davvero tante cose. Ho imparato nozioni su nodi, corde e moschettoni; ho imparato manovre che non avrei mai pensato potessi ritenere utili; ho imparato come risalire le corde, come fare un paranco; ho imparato che ci sono diversi tipi di soste, ognuna da realizzare in un contesto diverso. Ho imparato che l’alpinismo unisce e permette di creare dei legami profondi, perché poche cose uniscono come legarsi alla stessa corda. Ho imparato che l’alpinismo permette di costruire la fiducia in se stessi e negli altri. Ho imparato che l’alpinismo ti fa da specchio, ti mette davanti alla tue paure e amplifica il tuo stato d’animo. Quante belle persone ho conosciuto quest’anno grazie alla montagna. E quanti posti stupendi ho potuto vedere.
Avevo concluso il corso di alpinismo con tante aspettative e tanta voglia di fare, imparare e scoprire. Ora i miei istruttori sono compagni di cordata, che continuano a darmi preziosi consigli e trasmettermi ciò hanno imparato negli anni. Spero di poter dare anch’io un piccolo contributo e aiutare a trasmettere ad altri giovani appassionati l’amore per la montagna e l’arrampicata. Con questo weekend si chiude un cerchio, ma non è la fine; è solo l’inizio di un altro capitolo dello stesso libro.