Il battesimo di Arco

Arco 23/24 Novembre, viene creato il gruppo whatsapp ed ecco che si avvicina alla data in cui scaleremo di nuovo tutti assieme, ma sotto vesti diverse rispetto a quelle di qualche mese fa. Chi era allievo é diventato osservatore, e chi era osservatore dovrà essere esaminato per poter ingrossare le file degli istruttori.

I giorni prima li passo a guardare le vie, a farmi ingolosire dai tiri più estetici ma anche più duri. Rimango a fantasticare su quello che riuscirò a fare, ma poi sale anche la paura di non riuscirci, di scalare pensando solo all'ultima rinviata.

Mi rassicura il pensiero che sarò con i miei amici: con Iza, il Barone, Ste, Flavio, Nic e tutti gli altri. Con loro sono sicura di potermi divertire e che riuscirò a godermi qualsiasi cosa.

La mattina della partenza però siamo tutti spaventati da qualcosa di peggiore: il freddo. Ci chiediamo se davvero sia stata una buona idea andare fino ad Arco! Però ci fidiamo degli istruttori molto più saggi di noi. Quindi ritrovo a Seregno tutti assonnati e in meno di due ore ci rincontriamo davanti ad un caffè, pronti per confrontarci con la parete di Tessari.

Quelli che sono stati i nostri osservatori: Michi, Edo, Nicholas e Simo si dirigono verso la falesia per dimostrare, penso abbastanza velocemente, i nodi e le manovre apprese sotto la guida degli istruttori più anziani. 

Noi invece ci ritroviamo divisi ma in buona compagnia. Io scalo con Fede Il Leone di Nemea, una via con passi di 6b... Per me é qualcosa di nuovo, ma non mi faccio spaventare perché la carica é tanta e soprattutto aiuta anche la fiducia nel mio socio (lui probabilmente ripassava il paranco nella mente).

In poche ore vinciamo la via, soddisfatti e anche un po' consci che di 6b c'era bene poco, ma a me non interessa perché sono contenta di averci messo una buona testa, che é molto più importante della tecnica.

Arrivati al parcheggio troviamo Brambilla, Tiziano e i loro due neo osservatori: Franchino e Barone, nessuno troppo soddisfatto della via.

Nell'attesa del resto del gruppo non perdiamo tempo, e dopo qualche battuta terra-terra di Tiziano, Fede ci fa un bel ripasso delle soste su friend.

Verso le 15 siamo tutti alle macchine, mancano Flavio e Iza, intenti nella ricerca del telefono perso. Ecco che viene dato l'inizio di un weekend dove verrà perso di tutto!

Dopo una lunga attesa al freddo, con un Franchino disperato in attesa nella sua coniuge, riusciamo a raggiungere gli altri ad Arco. 

La serata passa veloce e spensierata nei racconti delle esperienze appena vissute e nel trovare nuove vie su cui cimentarsi il giorno seguente.

Le coppie vengono sorteggiate e io mi ritrovo a fare squadra con il mitico Milesi, che privilegio! Anche se la paura che mi faccia trottare da una via all'altra é alta, e a dirla tutta anche giustificata...

Il giorno dopo, nonostante le brutte previsioni, ci ritroviamo in parete con un sole tiepido che ci permette di non congelare ma anzi, di goderci la splendide vie di San Paolo. 

La mia cordata viene seguita a ruota da Ciccio e Iza, subito dopo Tiziano e Flavio. Subito mi rendo conto di come sia cambiata la gradazione rispetto a Tessari: qui il 6a é come il 6b di ieri. E a dirla tutta forse anche più duro...

Però la grinta é tanta, e il mio compagno di cordata non può che aumentarla. Per cui veloci come schegge arriviamo in cima ad aspettare i nostri compagni. Certo non pensavo di finire qua la giornata, d'altronde so bene con chi sto scalando. Ecco che prendiamo veloci il sentiero per addentrarci nel bosco a cercare I due piccoli pilastri. Una via di qualche tiro, facile diceva... e infatti i primi tiri vanno lisci come l'olio, ma ecco che ci troviamo sull'ultima sosta, entrambi a guardare il muro in strapiombo che ci attende sornione, senza nemmeno rassicurarci con qualche spit.

Fortunamente parte Beppe, io ero davvero stanca! Veloce trova la linea e fortunamente qualche spit su cui il suo furbo aggancia facile i rinvii. Poi tocca a me e mentre scalo mi complimento con il mio socio, da prima avrei tirato molto più di lui!

Alla fine ci aspetta la birra, un panino (per Flavio anche due) e qualche risata. Siamo tutti contenti e soddisfatti, chi per la performance, chi per la compagnia ma soprattutto per ciò che ci ha lasciato.

A me questa esperienza ha dato molto: ho imparato da Fede la calma e la tranquillità con cui scala, da Beppe l'esperienza, la saggezza e la grinta di voler ribaltare le montagne.

Finisco il weekend soddisfatta di me stessa, ma soprattutto arricchita da chi sceglie di voler trasmettere l'amore per la montagna agli altri.

24/11/2024