Le previsioni meteo per domenica sono impietose: nebbia e pioggia, possibili schiarite nella mattinata
Meteo di domenica: nebbia e pioggia
I dubbi e le perplessità circa l’uscita prevista affollano la chat del gruppo già nella notte di sabato: “si va ?” “partiamo?”
Alle h. 7.00 arriva il messaggio - secco, concreto, che non lascia dubbi - di Andrea Marca, direttore del Corso: “confermato”
Al solito ritrovo ci troviamo assonnati e avvolti da un clima che invoglia più ad arrampicarsi su letti ed annodarsi su calde coperte più che su falesie umide e scivolose…
Ci dirigiamo verso il lago e la vista è come al solito suggestiva, oggi il cielo sembra unirsi all’acqua senza linee di confine.
Il parcheggio è a pochi passi dalla falesia dove ci dirigiamo carichi di corde, rinvii e zaini.
Il direttore ci raduna in una grotta, come soldatini ubbidienti iniziamo la vestizione: casco ( come prima cosa!) , imbrago, fettuccia, moschettoni, magnesite…. Intanto Gigi ci “presenta” la falesia: calcare bianco/grigio… elargisce con dovizia nozioni circa composizioni di terreni, parla di stratificazioni come un vero geologo per poi terminare con “insomma strati di roba morta”.
L’atmosfera è ancora ovattata, il gruppo non è chiassoso come al solito.. insomma sembriamo poco convinti.
Il direttore individua le coppie in abbinamento con un istruttore. Ad ogni uscita veniamo abbinati ad un compagno diverso e questo permette di conoscerci meglio.
Ognuno ha i suoi timori, la sua tecnica, il suo carattere, ma creare empatia con il proprio compagno è fondamentale sia per scalare bene (leggi in modo “decente”) che per divertirsi.
Ci dirigiamo ai piedi della falesia, l’assicurazione si fa quasi dalla pista ciclabile.
La roccia che, a detta di Gigi, dovrebbe essere bianca/grigia è quasi nera a causa della pioggia e dell’umidità.
Gli istruttori veloci allestiscono i tiri e noi facciamo sicura.
Una volta discesi sentiamo i loro pareri e stranamente sono tutti uguali” tiro semplice se lo fate bene, c’è un passaggino più difficile ma fattibile” e ovviamente la solita frase “ fidatevi dei piedi”.
Questa frase è il leit-motiv di tutte le uscite… e pensare che siamo cresciuti a suon di con “usa la testa!!!”
Ok: il nodo a otto è fatto, le scarpette indossate, ora tocca a me… ed in quel momento giuro che non mi viene in mente nulla di poetico/filosofico per motivarmi… l’unica citazione che mi viene in mente è “io speriamo che me la cavo !!”
I tiri non sono semplici, la roccia è effettivamente scivolosa, ma gli incitamenti del compagno, i suggerimenti dell’istruttore, anche i “ grande!!” non meritati, permettono l’arrivo alla cima.
Ed improvvisamente ci accorgiamo che è uscito il sole, la torta di Giuliana è buonissima, il gruppo è diventato chiassoso, le coppie si scombinano, ci scambiamo pareri su tiri come fossimo esperti scalatori, Annette si è ripresa dall’ennesimo disagio ed ora canta con Agnese, la Lori salta e corre per vedere altri tiri da fare… e si parla già del gran finale del corso.. a Finale Ligure!!!