9 Novembre ultima e tanto attesa uscita del corso a Finale Ligure. Dopo una serie di peripezie del nostro direttore che da remoto organizza le macchinate ci ritroviamo alle ore 6.30 per partire chi da Seregno e chi da Valmadrera in direzione Rocca di Perti Falesia i 3 Porcellini.
L’impatto visivo con la roccia è interessante, e trattandosi di calcare, ci viene subito spontaneo fare i confronti con la recente esperienza fatta tra le pareti della valle dell’Opol. Dopo aver osservato la falesia di fronte a noi e ascoltato qualche commento più esperto di chi già conosce queste rocce, decidiamo di sperimentarla.
Ci infiliamo imbrago, caschetto e montiamo i tiri e finalmente la mano che attraverso il tatto percepisce la ruvidità della parete; una roccia grezza, graffiante e quasi tagliente; gli appigli ci sono ma piccoli. Dopo i primi tiri corti e facili ci spostiamo verso altri più lunghi e più impegnativi. Con l’aumento della difficoltà del grado la parete appare meno accogliente e più respingente. sul tiro mi muovo impacciata, con lo stesso imbarazzo che si prova a volte di fronte ad un estraneo diffidente, rigido e che non si sa esattamente come prendere. cerco con gli occhi gli appigli ma mi sembra di non vedere niente di rassicurante, poi tastando con le mani cerco di afferrare alla meglio ciò che trovo. I piedi mi sembrano precari anche più delle mani ma cerchiamo di seguire i consigli degli istruttori che ci ricordano di sfruttare l'aderenza delle scarpette e di spingere con i piedi. I miei compagni procedono anch'essi su questa roccia chi più spedito e chi più timoroso ma tutti con gran desiderio di riuscire.
Calata ai piedi della parete e sciolto il nodo all’imbrago alzo lo sguardo verso il macigno e penso che le rocce vanno conosciute, per poter essere frequentate e scalate, esattamente come con ogni altro essere si crea una relazione di conoscenza intima che ci porta a muoverci sopra di essa con più fiducia e scioltezza.
Verso le 13 comincia a piovere, ma fortunatamente smette in fretta, tanto da permetterci di ultimare i tiri, di provare la manovra salendo da primi e infine immortalare il momento senza ammazzarne l'intensità con una bellissima foto di gruppo con i visi un po sfocati ma la parete che da dietro ci abbraccia appare in tutto il suo splendore.
Al parcheggio gli istruttori ci stupiscono piacevolmente offrendoci un prelibato banchetto improvvisato a base di formaggi, salame, vino, birra il tutto condito da chiacchiere, brindisi e risate euforiche.
Nel viaggio verso l’agriturismo facciamo un’ulteriore sosta birra allo storico bar “La Scaletta” di Feglino.
Verso le 18 circa arriviamo all’agriturismo il Bandito e la Principessa nel Borgo Caviglia . L’agriturismo è immerso nel verde e avvolto dal silenzio. Curiosando sul sito dell’agriturismo ho trovato questa citazione: “è un luogo di culto pagano, lontano da ogni ressa per questo umano. Raccoglie viandanti, anime fluttuanti, corpi sulla pietra e corpi di amanti”, mi diverto pensando a quale categoria potremmo appartenere noi tra quelle descritte…anime fluttuanti o corpi sulla pietra o forse entrambi.
Ogni stanza è impreziosita da oggetti che richiamano viaggi lontani, arredamento eclettico pareti ricoperte da quadri interessanti e l’accoglienza verace dei proprietari crea un'atmosfera piacevole che fa da sfondo e contenitore ad una serata unica fatta di cibo buono, racconti suggestivi e pregni di vita di Domenico, di canzoni di cantautori del calibro di De Andrè, Guccini, Bob Dylan ritmate dalla chitarra di Andrea e cantate alla meglio un pò da tutti.
10 Novembre ore 7:45, dopo una buona colazione che aiuta a riprendersi dagli eccessi della sera prima ci avviamo verso la falesia Bric Reseghè in località Calvisio. Destinazione a quanto pare rinomata perchè al nostro arrivo notiamo un certo affollamento di climbers che si recano nella stessa nostra direzione. Nonostante ciò la giornata promette bene, il cielo è terso e il sole caldo già di buon mattino.
La definirei una roccia generativa quella di Finale Ligure si vedono sbucare dal suo ventre tantissime forme di vita vegetali, da piccoli arbusti, piante aromatiche fino addirittura a piccoli alberelli come un minuscolo fico e qualche Leccio qua e là.
Poi ci sono pareti più severe che si chiudono a tutto e a tutti e sembrano dirti a muso duro e compatto “da qui non si passa”. È il caso del mio primo sesto grado che non riesco ad ultimare ma che altri invece più combattivi e temerari come il mio compagno Jacopo portano a termine brillantemente. In tutto ciò ai piedi della falesia è un continuo scambio di battute, risate e riflessioni che spaziano su argomenti di vario genere. C’è chi come l’istruttore Andrea sogna ad occhi aperti un caffè e come per magia sbuca da dietro il sentiero un ragazzo argentino con una super Moka e dei bicchierini di carta che ci offre il caffè e si ferma a parlare con noi. Queste ed altre cose straordinarie accadono nella falesia Bric Reseghe quella domenica mattina: incontri, incroci e contaminazioni che generano un clima piacevole ricco e stimolante. Stanchi ma felici ci riuniamo per la foto finale con le bellissime magliette rosa donataci dalle scuole.
Ultima tappa al bar per la rituale birra di saluto. Seduta a quel tavolo penso a quanto sono fortunato ad essere capitata in questo gruppo di persone tanto diverse tra loro sia anagraficamente che per esperienze personali che caratterialmente. Una chimica particolare si è creata in questi giorni donandoci momenti intensi e indimenticabili. Un grazie particolarmente sentito agli istruttori super competenti che ci hanno dedicato il loro tempo, la loro esperienza e la loro pazienza iniziandoci a questo nuovo percorso di vita. Un grazie speciale anche ai miei compagni con cui ho condiviso tanti momenti Piacevoli. E ora sta a noi allievi proseguire questo viaggio in autonomia verso nuovi orizzonti.
Loubna.