Tutti a Finale

Tramonto
Regione: 
Liguria
Località: 
Finale Ligure

EMOZIONI E FATICHE DI UN GRANDE WEEKEND

PRIMO GIORNO

Sveglia alle 5 del mattino per l’ultima uscita del corso di arrampicata libera e scrittura creativa: la destinazione è Finale Ligure, meta di mare ma anche di climber e biker. Nessun allievo è voluto mancare all’intensa due giorni: tutti puntuali come il freddo, ci distribuiamo su auto e furgoni e partiamo in direzione delle tanto agognate falesie del finalese ben carichi e svegli (chi guida, in letargo la maggior parte degli altri).

La routine è la solita ben rodata e anche a questo giro funziona alla perfezione: si parte insieme, ci si perde e si sbaglia strada ai primi svincoli e poi ci si ritrova tutti al punto di ristoro scelto, chi appena dopo l’arrivo di un pullman carico di turisti e chi in tempo perfetto per essere il primo alla cassa del bar. Si ingurgita caffè e si trangugiano brioche per allontanare sonno e fame quindi ci si rimette in viaggio fino a giungere all’ingannevolmente confortevole parcheggio ai piedi della Rocca di Perti. Ci dividiamo il materiale e procediamo per il breve e agevole avvicinamento (breve sì, ma non per tutti).

Nessuna nuvola nel cielo azzurro ma un fastidioso e previsto vento fresco (o freddo o polare, a seconda di chi ne è bersagliato) accompagna gli arrampicatori che si distribuiscono come da volontà del Direttore e si dispongono lungo i tiri. La parete è diversa da quelle a cui siamo abituati: si tratta di nuovo di roccia calcarea ma questa volta l’erosione regala agli arrampicatori un tripudio di gocce, buchi, fessure e scanalature che ben si offrono a diventare prese e appoggi per chi non sa mai dove mettere mani e piedi.

I tiri si succedono uno dopo l’altro, l’atmosfera sa di festa almeno tra gli arrampicatori che non stanno congelando e che si godono soddisfatti i propri risultati sotto un timido sole che inizia a scaldare (al solito, chi più e chi meno: la percezione del calore tra i membri del gruppo non potrebbe essere più varia). Mentre c’è chi inizia a credere nei propri piedi, chi supera senza saperlo il suo primo “6a” e chi scopre quanto è utile il ginocchio per procedere in parete (seppur questa tecnica è malvista dagli istruttori), inizia la condivisioni di vari generi alimentari, dalle classiche merendine e barretta di cioccolato a frutta secca, carote e persino una veneziana (dimensione muffin) a 0,99 euro.

Termini tecnici vecchi e nuovi accompagnano le nostre gesta: moulinette, piton (da leggersi alla francese), bombé, réglette, traversée, “cengè”… Ci è ormai chiaro che i nostri maestri usano l’elegante lingua d’Oltralpe per intimorirci e alzare il livello di difficoltà ma siamo quasi arrampicatori provetti e non ci lasciamo certo scoraggiare da qualche francesismo di troppo! Alcune difficoltà anche tra gli istruttori: c’è chi viene calato a rotta di caviglie (ma lo spavento fa bene al cuore, si mormora ai piedi della parete) e chi vorrebbe rinviare ma l’allievo che fa sicura gli tiene ben salda la corda impedendogli il gesto.

Arriva il temuto momento della manovrina: il Direttore è ben felice di appollaiarsi sulla comoda cengia per vivere il disagio dei suoi allievi nel momento dell’interrogazione. Alcuni, novelli Re Magi, cercano di ingraziarselo portandogli doni in natura perlopiù graditi, anche se forse l’involucro vuoto della veneziana andava evitato.

La giornata (in parete) volge al termine, il gruppo si raduna e si torna al parcheggio dove ci aspetta un a dir poco irritante imprevisto: le auto del gruppo sono state forzate e dei ladri specializzati nel furto di chiavi di auto in sosta a centinaia di chilometri hanno fatto irruzione, frugando tra le nostre cose e fuggendo con un relativamente magro bottino. Rabbia, odio e disprezzo per quanto accaduto, per i danni subiti e per l’umanità in genere stanno gettando un’ombra sulla fin qui ottima giornata. Il gruppo però non si perde d’animo e l’inaspettato ritrovamento di un portafoglio dato per scippato dà il via a un lento ritorno del buonumore: ci si divide tra chi va a fare denuncia dai carabinieri (tra problemi onomastici e difficoltà comunicative) e chi ne approfitta per berci su qualcosa (giunti al termine del corso possiamo affermare con sicurezza che bersi una birra è l’esercizio di defaticamento preferito dagli arrampicatori).

Qualche passo a Finalborgo, splendido borgo medievale tra i più belli d’Italia, breve sosta in un bar di cui si ricordano gli ottimi quadri (tra tutti spiccano il Pollofilosofo e il Camposanto con cuore rosso), il gabinetto “a diedro” e la mappa delle falesie finalesi illustrata a mo’ di piantina della metropolitana quindi ci si dirige all’alloggio designato, letteralmente sotto un ponte. Il gruppo si ricompatta nel torrido bar dirimpetto l’affittacamere e ne approfitta per festeggiare un compleanno: auguri Peppo!

L’atto conclusivo della giornata è la cena tutti insieme: si tratta di un banchetto pantagruelico che stronca definitivamente i prodi arrampicatori già compromessi dalle fatiche e dalle emozioni della giornata. Tanta allegria e bicchieri di vino (reso ottimo dall’allegria stessa) accompagnano le portate senza fine mentre alcuni allievi notano con stupore quanto i propri istruttori siano in forma e non mostrino alcun segno di cedimento psicofisico. Gli apprendisti arrampicatori, invece, sono stremati e iniziano via via a ritirarsi nelle proprie camere mentre per chi resta è il momento del gioioso karaoke: apparentemente a ognuno è stata data licenza di cantare su una base che suona solo nella propria testa ma il risultato complessivo è comunque pregevole.

La giornata è stata lunga, è tempo di dormire e questo compito viene assolto alla perfezione: tutti sanno che presto suonerà la sveglia e si vuole essere pronti, freschi e riposati per affrontare al meglio l’ultima giornata del corso.

Simone

 

 

SECONDO GIORNO

La sveglia in mattinata suona presto, nonostante la serata di bagordi in quel di Orco Feglino, un paesino abbarbicato in montagna e incastrato tra torrente e cavalcavia dell’autostrada.

Dopo una colazione al volo al baretto del paese e una spesa ancora più rapida, siamo tutti pronti, anche se ancora un po’ addormentati, per la seconda giornata di arrampicata a Finale.

La falesia prescelta è Bric Reseghe, che con i suoi cinque settori e la fantastica vista mare è un ottimo posto per mettere a frutto gli insegnamenti di lezioni e uscite precedenti.

Una volta messo l’imbrago, prese scarpette, corda e rinvii e fatti i gruppi siamo pronti per le prime salite, qualche tiro easy peasy di scaldo e poi sotto a chi tocca con i tiri seri ;)

Oramai diedri, cenge, manovrine e bambini urlanti non fanno più paura a nessuno. Tra una scalata e un’altra un po’ di relax non fa di certo male e le 15 arrivano in un batti baleno.

Raccattati armi e bagagli torniamo verso le macchine, per fortuna senza trovare brutte sorprese. Prima del rientro un’ultima tappa birretta è doverosa e meritata allo stesso tempo, visto l’impegno messo da tutti in questa due giorni ;)

Igor

 

18/11/2018
sveglia all'alba
subito  scalare
freddo e gelo
direttore in manovra
domenica a Bric Reseghe
Serena che fa sicura