È una pungente serata di metà novembre in quel di Orco Feglino, quando nella casa de "Il Bandito e la Principessa" giunge un gruppo di arrampicatori dalla lontana Seregno e dall’ancor più remota Valmadrera. Esausti e famelici, si avviano con i loro zaini verso le stanze e, dopo un lauto pasto di tipiche lasagne al pesto e farinata fatta in casa, si ritrovano nel salone attorno ad una chitarra a cantare Guccini e Van De Sfroos, gustandosi lo stare insieme come i buoni amici.
Guardando questa scena, è buffo ripensare che solo due mesi prima, una calda sera di settembre, i nostri protagonisti hanno varcato la soglia della sede CAI di Seregno per la presentazione del corso di arrampicata AL1 del 2022, ognuno con la sua storia, i suoi sogni e le sue ambizioni, tutti pronti a mettersi in gioco e a cominciare una nuova avventura. Gli istruttori hanno accolto le nuove leve in questo peculiare paese dei balocchi, fatto di roccia e posizioni di progressione, spit e manovre, ma soprattutto di seconde colazioni al bar (come insegnano i bravi hobbit) e di birrette di defaticamento a fine giornata. Ed è così che i ritrovi davanti al Bassi la domenica mattina sono diventati un appuntamento fisso, così come la certezza che la Terry si dimentichi della moka e del fornello per il caffè in falesia e che il saggio Toscano intrattenga il gruppo con qualche sua perla sagace (e soprattutto che ci dimostri di non puntare solo sul cavallo sbagliato per i passaggi in auto).
Le lezioni pratiche e teoriche si sono susseguite in luoghi sempre più entusiasmanti (nonché raggiungibili solo dai piloti più esperti con un’ottima assicurazione kasko): fuggendo dal meteo avverso, si è raggiunto Montestrutto in Piemonte, Alcenago in Veneto, la mitica Val Masino e, ultima ma non meno importante, l’esotica Finale Ligure. Qui i nostri eroi si sono dilettati nell’arrampicata su calcare vista mare, provando finalmente l’ebbrezza di scalare da primi, ma soprattutto l’insostenibile pressione psicologica degli esami dell’Americano: racconti narrano che alcuni esaminati si ritrovano ancora le braccia ghisate per essere rimasti per lunghi e interminabili mezz’ore in posizione fondamentale in attesa di un benevolo cenno di approvazione da parte del più severo dei Diretur. L’atmosfera della falesia era gioiosa e rilassata: c’è chi dava consigli ai compagni in azione, chi si preparava al tiro successivo, chi ammirava l’ambiente circostante (il tramonto spettacolare dal parcheggio di Finalborgo è ancora negli occhi di tutti), ma tutti immersi a godersi a pieno l’esperienza, mettendo in atto con più consapevolezza le tecniche imparate e continuando ad apprendere ad ogni passo verso l’alto.
Dopotutto, ora è chiaro come sia stato naturale che i nostri protagonisti, partiti come dieci semplici alunni, siano diventati prima compagni e poi amici, pronti subito a riorganizzarsi per scalare insieme, verso nuove mete, ora un po’ più conquistabili.
Sara e gli altri allievi