Giornata di cadute

Regione: 
Lombardia
Località: 
Bagnaria

Tutti noi scalatori ci siamo sentiti chiedere almeno una volta "ma se cadi cosa succede?"

Ma quanti di noi si sono chiesti "cosa succede al mio compagno di cordata quando io cado?"

E fu così che, in un'uggiosa giornata di fine ottobre, abbiamo deciso di dare risposta a questo quesito partecipando a una giornata di formazione per istruttori sezionali.

Ordine del giorno: Sessione teorica della catena di assicurazione e prove pratiche di trattenuta

Location: Bagnaria

Ritrovo: Seregno, ore 6:30

Animi: più che assonnati

Lasciamo una fredda Brianza ancora avvolta dalle silenziose braccia della notte, per incamminarci verso un’ancora più fredda, umida e nebbiosa volta pavese. Giungiamo a destinazione con quasi un’ora di anticipo (si sa che se ti affidi alle capacità organizzative del buon Milesi le probabilità di arrivare in ritardo sono inversamente proporzionali alle possibilità di dormire mezz’ora in più) e ci intratteniamo con un caffè e due chiacchiere con simpatici personaggi le cui intrepide avventure terminavano sempre nel sacro credo del “azzerare è un’arte”. Riuniti tutti i partecipanti veniamo divisi in due gruppi: uno parteciperà alla lezione teorica mentre l’altro alla lezione pratica, per poi scambiarci nel pomeriggio.

Noi del CAI Seregno cominciamo con la lezione teorica sulla catena di assicurazione tenuta da Vittorio Bedogni. La lezione inizia con una domanda: “Avete tutti presente la differenza tra energia e forza? E’ importante che tutti voi la conosciate ai fini dell’apprendimento, posso spiegarvelo in due parole”… Un silenzio imbarazzante pervade la stanza... ma il nostro eroico Marco Leveni è pronto a salvare la situazione sgravando tutti noi dal peso dell’ignoranza: “… E diccele ‘ste due parole”.

E così il relatore parte e va, districandosi tra logici ragionamenti, nuovi simpatici termini (vedesi il GRIPPING) e un paio di timide formule matematiche. La passione del Sig. Bedogni è palpabile che con tanta energia continua a istruirci, nozione dopo nozione… dopo nozione… e dopo nozione… E’ veramente instancabile questo Sig. Bedogni! Ma dopo un numero non ben definito di ore di nozioni viene messo alle strette, trovandosi costretto a trarre le conclusioni del discorso, che alla fin della fiera sono sempre le stesse per tutte le lezioni che riguardano il mondo dell’alpinismo: in tutto quello che fai ci vuole testa!!

Con le meningi pulsanti, ma anche con infinita gratitudine per il nostro relatore, lasciamo la piccola baita in cui si era tenuta la lezione teorica per passare ai fatti con le prove di trattenuta in falesia.

Il team di relatori è senza eguali: Gianluigi Landreani, Elio Guastalli e Gilberto Garbi agli spiegoni, mentre Gianmario Piazza operava dietro le quinte divertendosi con il sollevamento della massa.

Lo svolgimento della lezione è molto semplice: un siluro di 80kg, collegato a una corda che passa dentro a un singolo ancoraggio, viene lasciato cadere ai fini di simulare alcune situazioni.

Le dimostrazioni iniziano, per la gioia di tutti i nostri bambini interiori, con la distruzione di materiali: un moschettone posizionato di traverso, una corda infilata in uno spit e una corda infilata in un cordino statico.

Dopodiché passiamo alle prove divertenti: le prove di trattenuta.

Dicevamo che la corda collegata al siluro passa in un singolo ancoraggio… E come ci ha spiegato il buon Bedogni, meno attriti incontrerà la corda, più forte sarà la sollecitazione ricevuta dall’assicuratore, che si ritroverà all’improvviso lanciato nell’iperspazio profondo.

E’ impressionante realizzare i metri di scorrimento della corda con una caduta del genere e grande è la soddisfazione di chi riesce a ridurre al minimo questo evento.

Il povero siluro con me ha incontrato la morte schiantandosi al suolo, perché non sono riuscita in alcun modo a frenare la caduta con il mio reverso. Presa dal senso di colpa decido di darmi una seconda possibilità offrendomi come vittima sacrificale per una prova con il grigri. Il risultato è soddisfacente: scorrimento zero. Non ho alcun merito, lo so, ma concedetemi un po’ di gioia nell’aver salvato la vita del caro siluro (perché dai, dopo averlo visto frantumarsi al suolo una ventina di volte, un po’ ti dispiace).

Dopo di me tocca al povero Francesco Galli, che nel giro di una frazione di secondo passa dall’essere un elettricista con una pinzata potentissima che riesce a frenare la caduta con pochissimo scorrimento, ad acrobata circense con un triplo salto mortale carpiato con avvitamento intorno alla corda (ma senza mollare la presa eh!).

Dopo esserci incrinati tutti qualche costola alla fine di questa simulazione, qualche impavido prova anche la tenuta con il freno montato sulla sosta. Non tutti però: molti di noi, me compresa, sono veramente provati dal freddo e dall’umido accumulati durante la giornata.

Termina così, intorno alle 16:00, la nostra giornata di aggiornamento. Non ci saranno birrette e stuzzichini per me, Francesco e Marco, che schizziamo verso casa sognando una doccia calda.

Che dire in conclusione? Ringraziamo infinitamente i nostri relatori che con ardente passione e simpatia hanno saputo trasmetterci nozioni preziosissime che ci accompagneranno da qui in avanti durante le nostre uscite.

E ultima nota di merito al nostro vate, Herr Direktor Giuseppe Milesi, che ha saputo riassumere la grande verità del complesso mondo dell’attrezzatura e delle manovre alpinistiche: non esistono attrezzature o manovre sempre giuste o sempre sbagliate. Tutto sta nella valutazione della singola situazione!

Insomma ragazzi, come solo Nico Cereghini saprebbe ricordarci: ci vuole testa, SEMPRE!!

 

Report scritto da Laura Cavasin

23/10/2021
Moschettone frantumato durante le prove
Calza della corda disintegrata durante le prove