17 e 19: AMBO (tutti e due, l’uno e l’altro)

17 e 19: AMBO (tutti e due, l’uno e l’altro)

Come spesso succede, tutto accade per caso, o nulla accade per caso? Insomma prima l’uovo o prima la gallina?

To be, or not to be, that is the question” (cit.)

Aiuto fermatemi, tra luoghi comuni, modi di dire e aforismi non se ne viene mai a capo.

Ritorniamo nel solco del seminato e raccontiamo (romanziamo) questo titolo.

Tutto comincia dal fatto che ormai siamo in primavera, le giornate si allungano e le temperature gradevoli ci fanno dire che l’inverno è finito e così finisce la neve e il ghiaccio. Niente di più falso, in rete girano report di sciate memorabile e di cascate superlative; chissà dove saranno cacciate e quante ore bisognerà impegnare per arrivarci. In un agitato sabato di turno al Bione tra un intervento, un soccorso e un volo in eli, giungo foto da conoscenti e amici di belle e interessanti salite. Lentamente prende forma l’idea, quindi il progetto, ora bisogna realizzarlo; cercare i soci e convincerli, la parte più difficile. Parte il giro delle telefonate, sono malato, sono in ferie, troppo lontano, vado a scalare, l’elenco e lungo e bizzarro, ma io non desisto, la giornata di ferie è stata segnata, andrò solo con me stesso, poi per domenica qualche santo provvederà.

Ma dai Beppe, ecco perché nessuno vuole farti da socio, venerdì non è un venerdì “qualunque”, è VENERDI 17!!!!!! Accipicchia mi era sfuggito questo dettaglio. E chi se ne fregna non sono un tipo scaramantico e superstizioso.

In un orario veramente improponibile, nemmeno la sveglia vuole suonare, mi alzo guardo l’orologio e decido che posso vestirmi, mangiare qualcosa e partire. Un viaggio veramente atipico, nessuno con cui parlare di sociale, di politica, di CAI, nessuno contro cui imprecare per una sosta troppo lunga per un caffe che si poteva evitare, insomma solo con il buio la strada e nessuna auto davanti ma neanche dietro. Arrivo al parcheggio ancora nel buio più totale, sistemo lo zaino e parto, faccio trecento metri, forse quattrocento, ma non di più e subito un cartello mi dice: sentiero chiuso!!! Ricordate oggi è venerdì 17, ma io con rigore logico matematico non posso cedere a credenze popolari prive di riscontri scientifici. Deviazione a destra poi a sinistra, sali, scendi, gira di qui, gira di là e finalmente in qualche modo sono nuovamente sulla retta via, ci sono voluti 17 minuti!!!

Comincia ad albeggiare, in lontananza si profila la mia meta, un sospiro e mi escono dalle labbra socchiuse due parole: che bella.

È passata la prima ora, sosta tecnica, calzo i ramponi e comincio la lunga salita del Canale Nord-Ovest del Monte Cimone in alta Val Seriana, la valle delle famose cascate del Serio e del bellissimo Pinnacolo di Maslana. Sali, sali, continua a salire fino a giungere alle prime strozzature, dove il pendio aumenta decisamente, è giunta l’ora di prendere le due picozze e riporre nello zaino i bastoncini. Ora la salita si fa più tecnica e serve maggiore concentrazione, per non distrarmi conto i passi, e caso strano, ogni volta che arrivo al diciassettesimo passo, riparto con la conta, che al successivo diciassettesimo passo interrompo per riprendere e cosi per tutti i successivi metri di canale fino alla cima illuminata dal sole e sovrastata da un cielo azzurro intenso come i lapislazzuli. Sono le 9 e 17 minuti, casualità.

Due parole al vento, che, maleducato, non mi risponde.

Comincio la discesa, tutta da tracciare, puoi scegliere dove andare nessuno prima di te è passato, sei libero di mettere i tuoi passi dove vuoi, questa è libertà. Cerco ti tenere il più possibile creste e dossi per non finire in valloncelli e sfondare nella neve, che guada un po' in un anno povero di precipitazioni, pare che sia caduta tutta qui. Passo dal Rifugio Curò quindi per comodo sentiero arrivo ai prati sottostanti e incontro i primi esseri viventi di tutta la giornata due stambecchi che pascolano incuranti del mio passaggio. Parcheggio, mi cambio, accendo l’auto e faccio rientro in Brianza in un bel pomeriggio di venerdì 17, un venerdì come tutti gli altri.

Non passa molto tempo, una giornata e sabato riparte la macchina organizzativa per la domenica, una normale domenica 19; voi avete mai sentito dicerie o aneddoti sulla domenica 19??? Io no.

Il contesto più o meno resta quello, acqua in uno stato di aggregazione fisica un poco più densa che cambia il suo nome da neve a ghiaccio, oggi giornata ghiaccio, ovvero cascata.

La scelta arriva da alcune imbeccate tra cui quella di Gigi, che fresco di restyling articolare al ginocchio mi dice: cascate del Pisgana in ottime condizioni, info di Cinghio, al secolo Cristian Candiotto Guida alpina della Val Gerola, personaggio molto social, sempre presente su Facebook e Instagram. Che sia la volta buona??

Per la gita vengono assoldati tre giovani entusiasti, un poco da controllare ma con tanta voglia di fare e disfare. Ritrovo al Bione, rinomato parcheggio lecchese che è movimentato a qualunque ora della giornata. Primo numero da mago, mettere tutta la mercanzia nel baule dell’auto, un vero e proprio tetrix. Pronti via, destinazione Ponte di Legno, risalendo la Valtellina, il passo dell’Aprica poi finalmente in Val Camonica per arrivare al parcheggio della val Nancarello località Sozzine.

Divisione del materiale tra le cordate già definite durante il viaggio, che mi ha visto spettatore assonnato e dormiente, saranno gli anni che passano??? Ma quando il gioco si fa duro, allora ecco che esce lo spirito agonistico, il passo si fa veloce e il fiato più corto e cosi i tempi stimati degli avvicinamenti non sono più oro colato, ma semplici numeri più o meno li intorno a ore minuti e secondi.

La cascata è proprio in condizioni, con noi un terzetto romagnolo da Forlì con la piadina nello zaino, del resto la tradizione è cosa da rispettare. Che le danze abbiano inizio, divertente goulotte, a seguire risalti verticali, un ampio pendio nevoso, una rampa ascendente a destra e finalmente l’ultimo muro azzurro, compatto, che ti fa brillare gli occhi. Discesa comoda e veloce su soste attrezzate che ti portano agli zaini in men che non si dica; svestizione rifacimento zaino, discesa.

Anche questa è andata, in barba ai report pessimistici, che parlano di intere giornate da dedicare dall’alba al tramonto, oggi la truppa ha chiuso i conti in poco più di otto ore.

Morale il 17 e il 19: ambo. Avrei dovuto giocarli, ma io non sono scaramantico, sono due numeri, due numeri naturali, due numeri dispari, due numeri difettivi, due numeri primi, azz…ma quante casualità, quante affinità..

To be, or not to be, that is the question” (cit.)

BEPPE

 

 

19/03/2023
17 e 19: AMBO (tutti e due, l’uno e l’altro)
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