È giunto il momento, saremo pronti?
Solo la salita lo saprà dire… Io, Chiara, lo Stefanone e la Iza partiamo per la nostra prima via in “Solitudine”.
Sono le otto e trenta e siamo al bar, come al solito necessito di una tappa al bagno e Frachin deve buttar giù qualche macronutriente dopo aver saltato la colazione (io invece non dimentico mai di mangiare il mio panino e nutella la mattina). Ci avviamo verso l’attacco e ci rendiamo conto che nessuno ha letto la relazione, ma non ci scoraggiamo e dopo una veloce lettura ci sentiamo prontissimi!
Attacca prima la cordata delle donne, e in un attimo sono su. Io invece sono con il magico Franchin, con una bella sudata riesco a raggiungere la prima sosta. Le manovre funzionano, in qualche modo (il corso è servito a qualcosa).
I tiri proseguono veloci e indolori, nonostante la mia corda sia molto pesante e spesso mi sento trascinare a terra, riesco comunque a superare tutti gli ostacoli. Ma il problema grosso sopraggiunge al terzo tiro: ecco che arriva un signore, presunta guida alpina, con un amore per le chiappe di Franchin. Da quel momento in avanti lo Stefanone può scalare tranquillo, con le chiappe sorrette dal caschetto della guida. Noi non ci facciamo scoraggiare né da loro né dalla chiodatura lunga: gli stagionati friend della Grazia ci proteggeranno nella salita.
La fretta si fa sentire, le soste iniziano a diventare affollate, Chiara è costretta a manovre contorsionistiche per disincastrare le corde della guida.
Arriviamo all’ultima sosta…non c’è: mettiamo a punto gli insegnamenti e creiamo una splendida sosta su albero. La mia sicura allo Stefanone risulta molto mobile ma comunque efficace.
Scendiamo, sbagliando sentiero, in mezzo ai rovi ma contenti della nostra impresa: sani e salvi ci concediamo una bella birra e un gozzo panino. Seduti al caldo guardiamo la pioggia scampata e iniziamo a guardare per la prossima avventura.
Luca Grimoldi, alias Barone Rosso, per pochi : BOLT