Cima D'Ambièz - Vienna

Schede primarie

Cima D'Ambièz - Vienna

la cima D'Ambièz  vista dal Rif. Agostini
Difficoltà: 
VI- (obbl.)
Sviluppo: 
350m
Gruppo Montuoso: 
Dolomiti di Brenta
Località di Partenza: 
Ristoro Dolomiti - San Lorenzo in Banale
Quota di Partenza: 
850m
Quota di attacco: 
2700m circa
Punti di appoggio: 
Rif. Cacciatori (1950m); Rif Agostini (2410m)
Quota di vetta: 
3102m; 3050m circa l'uscita della via
Avvicinamento: 
1h al rifugio Agostini (se si usa il taxi jeep.) e circa 45' per l'attacco
Tempo di salita: 
5/6h
Tempo di discesa: 
1h15' per tornare all'attacco e 30' al rifugio Agostini
Esposizione: 
Sud - Est
Tipo di roccia: 
Dolomia
Periodo: 
Estate, attenzione alla parecchia neve ad inizio stagione
Data ripetizione: 
10/07/2021
Attrezzatura e materiale: 

Normale dotazione alpinistica da ascensione su roccia. Via alpinistica con chiodatura rarefatta e obbligata. Le prime due soste hanno un fix, le altre sono su chiodi. Si percorrono interi tiri di V senza trovare chiodi, di conseguenza la via richiede intuito ed esperienza.

Portare una serie di friends #0,3-#3 BD, dadi e rinvii lunghi. Noi non avevamo martello e chiodi ma potrebbero essere utili in caso di emergenza o errori.

Descrizione avvicinamento: 

Raggiungere San Lorenzo in Banale e qui seguire le indicazioni per il ristoro Dolomiti, percorrere la stretta stradina che attraversa l'abitato e si inoltra nei campi fino ad entrare della val D' Ambiez e parcheggiare nell'ampio parcheggio dopo il ristoro. Da qui si prende la carrozzabile in direzione del rif. Cacciatori, possibilità di usufruire della jeep Navetta al costo di 10€ cadauno (info e numeri sul sito del Rif. Agostini). Dal Rifugio Cacciatori prendere il sentiero in direzione del Rif. Agostini (cartelli) lasciando la carrozzabile; seguire il sentiero che sale ripido tra i Mughi per entrare poi in un pianoro e ricongiungersi alla carrozzabile poco prima del Rifugio.

Proseguire per il sentiero che parte da dietro il rifugio, evitare il primo bivio per la ferrata E. Castiglioni e proseguire per ripido sentiero sino ad entrare nella conca, spesso innevata, sotto la parete Sud Est della cima D'Ambièz. Attraversarla e salire verso sinistra seguendo dei cavi metallici che agevolano il superamento di alcuni risalti rocciosi e permettono di giungere alla cengia che attraversa la base della parete da destra verso sinistra. Attraversare la cengia passando gli attacchi di numerose via, oltrepassare un grosso masso appoggiato alla parete, sotto il caratteristico tetto e proseguire per circa 30m fino ad individuare l'attacco della via in corrispondenza di un cordino in una clessidra posto sotto un diedrino chiuso da un tettino rosso a circa 20m da terra. La targa in legno citata in molte relazioni non è più presente.

ATTENZIONE, il primo diedro che si incontra dopo il grosso masso è il primo tiro della via "Goduria", la Vienna attacca circa 10m dopo

 

Descrizione itinerario: 
  • 1° tiro: Noi abbiamo sbagliato e attaccato su Goduria. Il tiro corretto sale per diedrino aggira uno strapiombino sulla sinistra e giunge ad una sosta su chiodo e fix su piccolo terrazzino. V+; 35m.
  • 2° tiro: Salire a sinistra della sosta per diedrino fino a superare uno strapiombino sulla sinistra (tratto chiave) proseguire per diedrino fino a 3 chiodi molto vicini e da qui obliquare nettamente a destra fino a sostare su fix e 2 chiodi. VI- (sostenuto); 25m.
  • 3° tiro: Salire dritto fino ad un chiodo e traversare nettamente a destra per salire la complicata placca nera, giunti su di un stretta cengia salire ad un chiodo e aggirare a destra lo spigolino e raggiungere delle nicchie. Salire per muri strapiombanti subito a destra dello spigolo fino ad uscire in cengia e sostare sulla destra, subito a sinistra di un netto diedro. VI-; 30m.
  • 4° tiro: Portarsi a destra della sosta e salire per un bel diedrino, spostarsi a sinistra fino ad una nicchia (possibile sosta) e uscire per placca nera a prendere una fessura, che si segue fino a una placca con chiodo; scalare la placca tecnica (clessidra) e uscire su comoda cengia dove si sosta. V; 50m.
  • 5° tiro: Scalare il pilastrino sopra alla sosta fino a una cengietta, proseguire dritti cercando il terreno più semplce fino a superare una breve lama che conduce a una cengietta dove si traversa qualche metro a sinistra per sostare. IV; 40m.
  • 6° tiro: Salire integralmente la bella e facile fessura nera fino a sostare sulla sua sinistra. IV-; 30m.
  • 7° tiro: Salire a sinistra della sosta  e proseguire obliquando verso destra, per bei muri e prendere una "fessurina" gialla per poi traversare a sinistra a una sosta su chiodi e clessidre poco sotto gli strapiombi gialli. V; 30m.
  • 8° tiro: Traversare nettamente a destra fino a superare lo strapiombo su buone prese, in corrispondenza di due clessidre cordonate. Giungere in cengia e sostare. Da qui è possibile una fuga dalla cengia verso sinistra. V+; 30m.
  • 9° tiro: Partire a sinistra su placca nera e poi proseguire superando dei piccoli strapiombini fino a giungere su di un altra cengia dove si sosta. V+; 30m.
  • 10° tiro: Salire per diedro canale, che va a perdersi, uscire verso sinistra fino ad attrezzare una sosta su spuntoni o clessidre nei pressi della cresta sud. III; 50m 

Da qui è possibile salire verso destra seguendo la vaga cresta fino in cima (II), oppure andare verso sinistra e cominciare la discesa.

Discesa: 

Oltrepassare il bordo della parete e scendere disarrampicando per roccette seguendo i numerosi ometti e le nuove soste a resinati con moschettone di calata, si tratta della via normale che scende prima su di una rampa poi per diedri canali e deposita sulla cengia di attacco nel suo limite sinistro (noi abbiamo eseguito 2 brevi doppie dove ritenevamo più opportuno, valutare in base alla propria esperienza).

Percorrere l'intera cengia sotto la parete e per sentiero a ritroso ritornare al rifugio Agostini.

Primi salitori: 
K. Kosa, J. Pfeffer e G. Straub nel 1973
Ripetizione di: 
Luigi Mauri e Manuel Porro
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.