Mur de Pisciadù orientale - Sperone Nord-Est

Schede primarie

Mur de Pisciadù orientale - Sperone Nord-Est

Difficoltà: 
IV
Sviluppo: 
450m
Gruppo Montuoso: 
Pisciadù
Località di Partenza: 
Passo Gardena
Quota di Partenza: 
1960m
Quota di attacco: 
2100m
Punti di appoggio: 
Passo Gardena
Quota di vetta: 
2530m
Avvicinamento: 
1h 30'
Tempo di salita: 
4h
Tempo di discesa: 
1h 30'
Esposizione: 
Nord-Est
Tipo di roccia: 
Calcare
Periodo: 
Estate
Data ripetizione: 
19/07/2020
Attrezzatura e materiale: 

Normale dotazione alpinistica, utili 2 mezze corde da 60m. Via con soste attrezzate a chiodi. Qualche chiodo sui tiri, potrebbe tornare utile una scelta di friend #0,3 - #1.00, per integrare le protezioni presenti. Martello e chiodi potrebbero tornare utili nel caso non si riesca a trovare il giusto itinerario di salita.

Descrizione avvicinamento: 

Dalla Val Gardena raggiungere il passo Gardena, e discendere per qualche tornante in direzione Colfosco fino a raggiungere il grosso parcheggio della ferrata "Tridentina". Dal parcheggio seguire il sentiero che sale nel canale, evitando il primo bivio per la ferrata che si incontra dopo qualche metro. Risalire il canale per circa 200m fino ad un bivio, dove si segue a sinistra (sentiero 29A, indicazioni per la ferrata). Il sentiero attraversa tutta la bastionata del Pisciadù, oltrepassare l'attacco della ferrata e raggiungere il bordo sinistro della parete, dovi si può notare l'arrotondato sperone Nord-Est. Senza entrare nel canale che risale nella valle del Mezdì risalire per prati fino ad un grosso masso, oltre il quale leggermente a destra si trova un ometto ed una clessidra cordonata, che indica l'inizio della via.

1h 30' dal parcheggio della ferrata.

Descrizione itinerario: 

Nonostante si tratti di un itinerario con difficoltà modeste ci sentiamo di sconsigliare la salita ai principianti, per la difficoltà di orientarsi su uno sperone che è in realtà una parete aperta senza nessun punto di riferimento. Noi non abbiamo trovato parecchie soste, arrampicando in conserva fino a dove si presentava la possibilità di atrezzare una sosta. L'itinerartio di salita si svolge sempre su roccia di ottima qualità, qualche tratto delicato sugli ultimi tiri.

 

probabilmente abbiamo seguito una variante nei primi 2 tiri, lo schizzo più conforme alla via salita l'abbiamo trovato sul sito "quartogrado"

 

  • 1° tiro: Dalla clessidra alla base della parete proseguire in verticale, tenendo leggermente la sinistra. IV, 45m.
  • 2° tiro: Proseguire in verticale su placca, fino ad una terrazza detritica dove si trova la sosta su clessidra. IV, 45m.

tiro di trasferimento, da qui si procede in traverso verso destra, fino oltrepassare lo spigolo dove si sosta.

  • 3° tiro: Risalire a destra poi in verticale e rientrare poi a sinistra. Sosta su chiodo e clessidra. IV, 45m.
  • 4° tiro: Proseguire in verticale su placca lavorata, sosta su chiodo e clessidra su terrazzino. IV, 50m.
  • 5° tiro: Obliquare a sinistra, fino alla base di un diedrino dove si trova la sosta su 2 chiodi. III, 50m.
  • 6° tiro: Proseguire nel diedrino, poi in verticale cercando l'itinerario più semplice. Sosta su 3 clessidre. III+, 50m.
  • 7° tiro: Proseguire nel canalino, a tratti erboso, e poi per balze tenendo leggermente la destra. Sosta su 2 clessidre. III 45m.
  • 8° tiro: Puntare alla punta della guglia che si intravede sulla destra, evitando di raggiungerne la sua base proseguire in verticale sulla parete soprastante, su placca grigia. Sosta su clessidra. III, 50m.
  • 9° tiro: Continuare su facili placche lavorate, entrando in 2 diedri molto abbattuti. al termine del secondo, si sosta su spuntone. II, 45m.
  • 10° tiro: Per terreno più semplice e abbattuto fino a sostare su uno spuntone nei pressi di una selletta, dove termina la via. II, 45m.

Dal termine della via si prosegue per ampia cresta fino a raccordarsi al sentiero che sale dalla valle del Mezdi e conduce al rifugio Cavazza al Pisciadù.

30' dalla fine della via al rifugio.

Discesa: 

Dal rifugio Cavazza al Pisciadù è possibile scendere dalla val Setuss, mediante il sentiero 666. Seguire l'evidente sentiero (parzialmente atrezzato con cavi metallici) che corre nel canalone risalito per raggiungere l'attacco.

1h 15' dal rifugio al parcheggio.

Primi salitori: 
D. Zanesco, M. Torretta, 1983
Ripetizione di: 
Manuel Porro e Erika Molteni
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.