Torre Innerkofler - Via del Calice
Schede primarie
Torre Innerkofler - Via del Calice
Via classica attrezzata a chiodi, per una ripetizione è necessaria una serie di friends dal N° 0.3BD al N° 3BD e una serie di dadi. Noi non avevamo martello e chiodi ma potrebbero risultare utili per la discesa molto complessa o in caso di errore.
Raggiungere il passo Sella, scendere sul versante Gardenese e parcheggiare nei pressi della partenza degli impianti di risalita e della funivia che porta alla forcella del Sassolungo. Imboccare la sterrata che costeggia gli impianti e sale poi verso sinistra, poco prima della sua fine seguire il sentiero in salita verso il rifugio Federico Augusto. Dopo una prima rampa tenere la destra e salire verso l'arrivo degli impianti. Proseguire per strada sterrata e prendere poi il sentiero che sale per cresta erbosa fino a passare sopra alla grossa fascia franosa e aggirando così la Punta Grohmann, oltrepassare uno steccato e proseguire per sentiero fino a giungere in vista della parete della Torre Innerkofler caratterizzata dalla tipica colata a forma di Calice. Giunti sotto la parete prendere la traccia che sale, quando essa piega a sinistra salire dritti per terreno via via più ripido, salire lo zoccolo (II) e traversare a destra fino a giungere alla sosta d partenza su due chiodi, posta poco sotto e a destra della grande grotta che caratterizza la base della parete.
- 1° tiro: Salire dritti sopra la sosta (clessidra cordonata) e proseguire in leggera diagonale verso destra fino a sostare sotto un tettino su roccia discreta. III+; 25m.
- 2° tiro: Traversare verso destra in leggera discesa fino a passare poco sopra ad una sosta di calata, non rinviarla ma proseguire circa 3 o 4m fino a imboccare una fessura che seguita lungamente porta a sostare su di un piccolo terrazzo sotto un netto diedro nero. IV+; 45m.
- 3° tiro: Salire per bel diedro fino a passare due chiodi, oltrepassare un ostico passaggio ben proteggibile a friend e poco prima che il diedro si esaurisca traversare a sinistra e salire un delicato spigolino fino a sostare su piccolo terrazzino. VI; 40m.
- 4° tiro: spostarsi a sinistra della sosta e vincere uno strapiombino per poi entrare in un diedro che sale lungamente e poi piega leggermente verso destra diventando via via più semplice. Sostare all'inizio di una cengetta ascendente verso destra. V+ poi IV; 45m.
- 5° tiro: Traversare a destra a prendere una rampa che sale facilmente e poi salire una bella placca in leggera diagonale fino a sostare su piccolo pulpito vicino al "camino Rizzi". V-; 40m.
- 6° tiro: Salire per fessura sopra la sosta per poi traversare a sinistra a prendere un vago diedro che si sale con passi obbligati ( V ) fino a uscire in sosta su comoda cengia. V; 40m.
- 7° tiro: Prendere il camino a destra della sosta, uscire su una cengia e traversare lungamente a sinistra, non prendere il diedro grigio verticale (noi abbiamo seguito quest'ultimo IV+ e siamo giunti a delle soste errate sotto gli strapiombi, è possibile giungere anche da qui alla sosta corretta) ma bensì proseguire oltre uno spigolino fino a prendere una rampa ascendente verso destra che sale alla sosta posta a destra di una grande nicchia e sotto un pilastro grigio delimitato a sinistra da un diedro rosso che costituisce il tiro successivo. III+; 30m.
- 8° tiro: Salire il diedro a sinistra della sosta fino a traversare a destra alla comoda sosta. V; 15m.
- 9° tiro: Il tiro originale è stato interessato da una frana. Salire sopra la sosta per difficoltoso muro a buchi. Una volta giunti a un cordone, non andare a sinistra ma salire in diagonale verso destra e con passaggi delicati giungere ad un chiodo con cordino sotto una fessura strapiombante dalla roccia non invitante. Qui traversare a destra aggirando un giallo spigolino, salire qualche metro per poi tornare a sinistra alla fessura e superato un ostico strapiombino, giungere in sosta. VI; 25m.
- 10° tiro: Salire la fessura diedro sopra la sosta, vincere un tratto strapiombante e, quando essa piega verso destra, uscire a sinistra per bella rocccia grigia seguendo una vaga fessura fino a sostare,su spit e chiodo, sotto una pilastro alla base della torre rossastra che caratterizza la parte alta della via. V+, poi IV; 35m.
- 11° tiro: Prendere la fessura a destra della sosta, salirla per una decina di metri per poi tornare logicamente a sinistra nel diedro camino sotto la torre rossastra; continuare per esso, passare un sasso incastrato fino a giungere su di un terrazzino con sosta, se si hanno allungato bene le protezioni proseguire ancora nel camino per circa 10m fino a sostare su 4 chiodi sotto il diedro giallastro del tiro chiave. IV; 45m.
- 12° tiro: Salire sopra la sosta su roccia discreta fino a prendere l'ostica fessura strapiombante, salirla con difficile arrampicata e una volta superato il cordone e il chiodo traversre verso sinistra ad entrare nel diedro; seguirlo fino a trovare la sosta sulla sinistra su piccola cengetta spiovente. VI+; 30m.
- 13° tiro: prendere la fessura a sinistra della sosta e poi entrare nel diedro che diventa un camino formato dalla torre staccata. proseguire fino a sostare al termine di esso su due chiodi. IV+; 30m.
Dalla tredicesima sosta è possibile scendere in doppia, non verificato ma consigliato in caso di nebbia fitta.
Noi siamo saliti in vetta seguendo il seguente percorso:
Eseguire una breve calata di 15m in direzione di un canale. Da qui salire il canale, dopo un breve passo delicato ( III ), salire lungamente stando sullo speroncino al centro del canale fino ad uscire sugli ampi pendii ghiaiosi sommitali che, seguiti in direzione Nord, portano alla comoda vetta. Almeno 30' dall'uscita della via.
La discesa dalla vetta è molto lunga e complicata, soprattutto in caso di nebbia o tempo avverso.
Dalla cima scendere in direzione direzione sud verso la val di Fassa seguendo i numerosi ometti che poi piegano leggermente verso ovest fino a abbandonare il pianoro sommitale e scendere in un canale in direzione Sud. scendere sul lato destra del canale, aggirare un pilastro sulla sinistra, rinvenendo sotto di esso una calata su spuntone e chiodo.
Fare una breve calata di 15m e poi scendere per lo stretto canalino sottostante, quando esso si apre tenere la destra viso valle in direzione del Dente, seguendo gli ometti e scollinare logicamente a destra in un altro canale. Continare a scendere scavalcando sempre verso destra un altro canale fino a rinvenire una calata su cordini nuovi, ignorarla e traversare ancora a destra, scendere qualche metro e traversare a destra (ometti) fino ad entrare in un altro canale sempre più ripido. Continuare a scendere in disarrampicata sempre più ripida (II+), scavalcando vari canalini sempre sulla destra. Qui noi abbiamo perso gli ometti ma siamo giunti in un punto dove risultava impossibile continuare a scavalcare sulla destra quindi siamo scesi disarrampicando (II+) fino a un grande terrazzo dove abbiamo trovato un ancoraggio di calata su di un grosso blocco sulla destra viso valle. Qui noi abbiamo proseguito in disarrampicata per stretto canalino per almeno 30m, fino a rinvenire una calata su spuntone che a nostro giudizio risultava molto più solido.
Calarsi per 25m fino ad un terrazzo, fare un altra calata di 30m da un altro cordone su spuntone sulla destra viso valle per giungere su un ampio terrazzo ghiaioso. Proseguire sempre verso destra viso valle seguendo i numerosi ometti fino a scollinare e scendere brevemente fino a individuare sulla sinistra una sosta poco visibile su chiodo e spit. Da qui eseguire 2 calate in doppia, una da 15m circa e una da 25m tenendo la sinistra viso valle fino a giungere sulla forcella tra la Torre Innerkofler e il Dente.
Scendere in direzione sud il ripido Canale ghiaioso, che poi diviene terroso, tenendosi quasi da subito contro la parete del dente e aiutandosi con essa nella discesa che risulta disagevole per il terreno terroso e sdruciolevole (attenzione alla neve ad inizio stagione). Al termine del canale, rinvenire la traccia sulla sinistra che riporta nei pressi dell'attacco della vie, da qui per sentiero a ritroso fino all'auto.
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.