Primavera e belle giornate; un binomio invitante. Perché non approfittarne?
Nasce così per caso una giornata da incorniciare, collocata nel mezzo della settimana, giusto per spezzare i serrati ritmi della vita, [lavora, produci, crepa] .
Ma per essere compresi, e non fraintesi, bisogna cominciare dal principio.
Undici novembre 2022, Filip Babicz, quello dello Spigolo nord al Badile percorso in poco meno di 43 minuti, mette a segno un’altra strepitosa performance, il traverso di Capo Noli integrale; circa novecento metri in orizzontale a tre metri dal mare, nel formidabile tempo di 23 minuti.
La notizia fa clamore e subito parte la voglia di fare questa via, ma siamo alle porte dell’inverno e la meteo non invoglia. Non mancano i coraggiosi e a fine anno un quartetto della nostra Scuola si organizza e via, Liguria arriviamo!!
Vento e freddo, ma anche le giornate corte non aiutano, si accontentano del tratto più famoso e ripetuto, In Scio Bolesomme, per il resto ci sarà un’altra occasione. Intanto mentre passano i giorni “freddi” dell’inverno, comincio a documentarmi, per non arrivare impreparato, quando il fato chiamerà.
Leggi, studia, fai due conti, SI PUÒ FARE! Chiaramente non in 23 minuti, ma certamente in giornata restando nei tempi che in rete vengono citati. Arriva così la famosa chiamata, tutto è pronto, come un meccanismo ben oliato i due avventori partono.
Tutti lo sappiamo che la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo, siamo appena entrati in autostrada e siamo già fermi per un incidente, azz… un quarto d’ora che se ne va dalla nostra tabella di marcia. Col passare del tempo la situazione pare prendere la giusta piega, ma verso Genova i lavori nelle gallerie non aiutano; morale allo start giungiamo con trenta minuti di ritardo.
Si comincia scendendo con una doppia sul mare, che strano effetto, primo scendere, secondo sul mare, per un alpinista quasi un’eresia. Il gioco comincia e non vi nascondo, che per i primi cinque minuti, un po' di agitazione frulla nella mia testa; non so nuotare!! Quell’acqua a pochi metri, bella dai colori sgargianti, la guardo con diffidenza. Col passare del tempo poi familiarizzi e non ti dà più fastidio, anzi la guardi e ci vedi un mondo, pesci, uccelli, barche,…
I tiri son tanti, alla fine se non abbiamo sbagliato il conteggio saranno circa trenta, ma passano veloci, il sole alle spalle ci scalda e ci troviamo in maglietta maniche corte. Con le mani sulle rocce si va solo in una direzione, si passa dal sale incrostato, ai buchetti pieni di acqua e se fossi uno sfortunato, potrebbe capitarti la presa decorata dal bianco guano dei gabbiani, legittimi abitanti della scogliera, riconvertita in parco giochi dai “sapiens”.
Prima via fatta, uscita sulla statale SS1-Aurelia, quindi doppia e vai per la seconda via, più breve e più facile, la percorriamo velocemente; quindi, risalita sulla statale e spostamento per arrivare all’attacco dell’ultima trance di tiri. Questi più intensi, forse anche perché si stanno accumulando ore di scalata, hanno il bello che vanno percorsi nella direzione opposta ai precedenti due, si va a: sinistra!!!
Fine giornata, lungo rientro in auto su strade super trafficate, rischiando di tardare l’appuntamento serale per la prima lezione del corso di Alpinismo; con un po' di fortuna la sorte ci sorride e finalmente approdiamo in acque sicure alle 20.00 una cena frugale suggella una giornata, ora incorniciata.
Sognare, pensare, realizzare, grazie al mio compagno, grazie a coloro che leggendo verranno ispirati a emulare il grande Filip, il quale al suo ritmo, avrebbe fatto ben diciassette volte il giro, nel tempo che noi abbiamo impiegato per un solo giro di giostra.
Beppe e Manu