Ghiaccio Bagnato

Nuvole sul Morteratsch
Regione: 
Canton Grigioni (CH)
Gruppo montuoso: 
Bernina

La quinta uscita del corso di alpinismo, e prima del modulo ghiaccio, non inizia nei migliori dei modi: il forte maltempo annunciato da giorni ci accompagna nel viaggio verso Pontresina (CH).

Arrivati al parcheggio la pioggia continua a cadere, ma siamo fiduciosi: il meteo svizzero dice che smetterà presto. Intanto recupero un po’ di sonno, immaginando di essere in un bivacco d’alta quota e lasciandomi cullare dal rumore della pioggia che batte sulle lamiere. Mi sveglio e mi accorgo che la pioggia ha perso d’intensità e a questo punto raggiungo gli altri compagni che impazienti aspettano l’avverarsi delle previsioni svizzere riparandosi sotto una pensilina con la vista su una cascata favolosa. 

Passano i minuti e piano piano la pioggia smette di cadere e il cielo si apre: sono le 9.30, ora in cui era prevista la fine delle precipitazioni in quella zona… Wow! Questi svizzeri sono precisi in tutto.

E’ il momento di vestirci, indossiamo gli scarponi e facciamo gli ultimi controlli per assicurarci di aver preso tutto. Zaino in spalla iniziamo l’avvicinamento al fronte del ghiacciaio. E’ una passeggiata piacevole e rilassata, ci accompagna il suono del torrente che scorre sotto di noi. Il paesaggio è fantastico e cambia avvicinandoci al ghiacciaio e diventando sempre più selvaggio e severo. Mi colpisce molto vedere su dei cartelli quanto si è ritirato il ghiacciaio nell’ultimo secolo, e soprattutto la velocità con cui si è ritirato negli ultimi 10 anni. Mi trovo a pensare che se le condizioni climatiche non cambiano nell’arco di qualche decennio, il ghiacciaio tenderà a morire e trasformarsi in un circo glaciale.

Cammino con lo sguardo incantato: sono molto rilassato, ma allo stesso tempo impaziente di arrivare al fronte e camminare sul ghiacciaio.

Impieghiamo meno di un’ora per raggiungere i piedi del ghiacciaio: dopo un breve briefing di gruppo ognuno di noi allievi si affianca al proprio istruttore. Ci avviciniamo all’attacco di quest’ultimo, troviamo il nostro angolo “comodo”, ed ascolto una lunga ma piacevole spiegazione delle caratteristiche dell’ambiente di alta montagna e dei pericoli che potremmo incontrare sul ghiacciaio: come riconoscerli e quali precauzioni adottare. Siamo pronti per iniziare l’avventura, prendiamo la corda, ci leghiamo e formiamo la cordata, comune denominatore del mondo dell’alpinismo. In una cordata il gruppo di persone legate insieme sono come una cosa unica, in cui la sicurezza e la vita del compagno di cordata dipendono da tutti quelli che la compongono, sia nel caso di una progressione su roccia sia su ghiaccio. Risulta allora evidente che frequentare un corso di alpinismo per padroneggiare le manovre e le tecniche e non mettere a repentaglio la sicurezza delle nostre vite sia fondamentale.

Dopo esserci legati, ben coperti e con i ramponi ai piedi siamo pronti ad “attaccare il fronte” con zaino in spalla e picca alla mano! Crick, crack, il rumore del rampone che entra nel ghiaccio mi fa rabbrividire, ma allo stesso tempo mi eccita! Mentre avanziamo l’istruttore mi spiega come progredire in base alla pendenza con i ramponi e come usare la picca, sia in fase di progressione sia in caso di caduta. Mentre avanzo, oltre a stare attento alle spiegazioni precise del mio istruttore, riesco a trovare il tempo di guardarmi intorno: intorno a me lo scenario è incantevole, ma allo stesso tempo mi spaventa. L’alta montagna è completamente diversa dall’ambiente di media montagna che sono abituato a frequentare. Affrontiamo diverse pendenze di salita e discesa, mettendo in pratica tutte le tecniche di progressione. Attraversiamo un piccolo intaglio in cui scorre dell’acqua simulando che sia un crepaccio da saltare: imparo a fare sicura al mio compagno. Procedo di qualche passo e il mio sguardo si rivolge a valle: adesso a colpirmi è il muro d’acqua che si vede all’orizzonte. La pioggia ha deciso di farsi viva di nuovo: penso che non è sicuramente di origine svizzera, dato il ritardo con cui è arrivata. Basta un veloce sguardo d’intesa con il mio istruttore per capire che “ce la prenderemo tutta”… Bastano 5 minuti perché il presagio si avveri, giusto il tempo per raggiungere la prima postazione, appena montata per il recupero di persona caduta in crepaccio. Il cielo sembra riversarsi su di noi: siamo completamente bagnati e costretti alla ritirata. Bisogna accettare anche questo, ossia il cambiamento climatico che in montagna ti può capitare e accettare la ritirata. Amareggiato, inizio la discesa verso il parcheggio e durante il cammino mi faccio spiegare teoricamente da un altro istruttore le tecniche che avremmo dovuto imparare durante l’uscita.

Arrivati al parcheggio è il sole ad accoglierci… Fortunatamente! Con tutta calma possiamo toglierci i vestiti zuppi e indossare il cambio asciutto….  E adesso arriva uno dei momenti più belli di ogni uscita: la birretta da sorseggiare tutti insieme. Quel momento in cui ci raccontiamo quello che abbiamo fatto durante la giornata con il proprio istruttore scherzando su, momento in cui il rapporto tra noi amanti della montagna si stringe sempre di più… momento in cui si è tutti molto rilassati dopo aver goduto ogni singolo momento della giornata… momento in cui capisci che la montagna avvicina le persone.

Morteratsch bagnato…. Tremoggia fortunato???? Chi vivrà vedrà… al prossimo report!

Terence

25/06/2017
Verso il ghiacciaio
La bocca del ghiacciaio
L'allegra comitiva
Si attende il sole