Avete presente quella bellissima sensazione di svegliarsi all’alba, con poche ore di sonno, e di domenica? Beh, io no!
Passato il trauma di aprire gli occhi alle 5, la giornata inizia. Classico ritrovo al Bassi, che alle 6 di mattina è più affollato dell’autodromo di Monza quando c’è la Formula 1. Il tempo instabile fa sì che sia necessario un cambio di destinazione: rotta verso Barzio e già alle 7:15 siamo allo Zucco dell’Angelone. Il bar della funivia è sprovvisto di brioches, ma nonostante lo smacco ce la sentiamo comunque di iniziare ad arrampicare.
Destinazione placca di Sherwood, in compagnia di Giulia e degli istruttori Ciccio (il Giancarlo Marocchi della Brianza) e Alberto che, a giudicare dal colorito “Charmender style”, pare abbia fatto una lampada direttamente in un forno a microonde industriale.
E via, si parte in quarta sbagliando qualche nodo e arrampicando a tratti in pieno stile Aldo Baglio in “Tre uomini e una gamba”. La pazienza degli istruttori non ci fa perdere lucidità, e pian piano prendiamo confidenza con la roccia e dimestichezza col materiale. Che poi mi sia volato il discensore poco prima della discesa in corda doppia è un’altra storia!
La pioggia è fantozziana, e decide di scendere solo quando Giulia è in parete. In tutta la valle, insieme alla musica del rave, pare sia riecheggiata la voce dell’allieva: “Ma chi me l’ha fatto fareee!!!”… ma non ci sono conferme ufficiali.
La giornata trascorre senza intoppi e in crescendo: la tecnica si affina, le manovre sono più fluide. La parete ci ha messo spesso alla prova, ma grazie alla venerazione di Santa Pazienza da parte di Ciccio e Alberto siamo riusciti a meritarci l’agognata birra finale insieme al gruppo!
Daniele