Una prima uscita in falesia tra Up e down

Regione: 
Valle d'Aosta
Località: 
Falesia Bimbo Climb, Courtil, Hone (AO)
Tempo di percorrenza: 
variabile in base al livello degli allievi
Difficoltà: 
per alcuni, l’itinerario per arrivare a destinazione

E’ il 14 maggio, un giorno importante per gli allievi del corso di alpinismo, perchè è la prima uscita in programma e, per molti, è anche la prima volta in cui avranno la possibilità di cimentarsi nell’arte dell’arrampicata. Il ritrovo è schedulato per le 6:45 con una tolleranza di 15 minuti prima della partenza effettiva.

La giornata non sembra promettere nulla di buono, tant’è che il ritrovo al parcheggio del Martino Bassi di Seregno è bagnato da un intenso temporale che pone il morale del gruppo sotto i piedi. In verità, questo temporale ha anche l’effetto di confondere le idee all’interno della spedizione con la conseguenza di un’organizzazione tutt’altro che efficiente degli equipaggi nelle automobili. Questa suddivisione creerà non pochi grattacapi al nostro povero direttore del corso Gigi, tanto da fargli proferire le seguenti parole “Non voglio più vedere macchine piccole alle lezioni pratiche”.

Ma torniamo a noi… Una volta in macchina, si parte alla volta di Courtil, ridente borgo della valle di Champorcher, per approcciare la falesia del Bimbo Climb. Il viaggio sembra svilupparsi in maniera lineare, avendo il nostro direttore condiviso in anticipo con tutto il gruppo il luogo in cui fermarsi a fare colazione. Purtroppo, l’equipaggio a bordo della UP motorizzata a metano perde ben presto le ruote del plotone ed è qui che inizia la sua rincorsa che durerà per tutto il viaggio. Fortunatamente, la sosta alla Pasticceria Baraggia, sita nel comune di Carema, ha il pregio di ricompattare l’intero gruppo in vista dell’ultimo tratto di strada verso la nostra destinazione, oltre che ad offrire ristoro a coloro i quali non hanno avuto la possibilità di gustarsi la colazione presso la propria abitazione. Non si fa in tempo a fare la conta degli effettivi che è il momento di ripartire. La strada percorsa è la panoramica statale che corre parallela alla Dora Baltea fino a raggiungere l’abitato di Hone. Qui si imbocca la strada regionale 2 per svoltare in maniera secca verso destra e iniziare l’ascesa verso Courtil. Ed è qui che la UP è ancora protagonista, arrancando in salita un po’ come il famoso Peugeot di Max Pezzali protagonista nella canzone “Come deve andare”.

Nonostante le varie peripezie affrontate durante il viaggio di andata, il gruppo riesce a riunirsi e ad iniziare l’avvicinamento alla falesia. Come fanno notare molti istruttori, è ben digerita la mancanza del grande capo, nonché direttore della scuola, Beppe Milesi, poiché ciò permette di affrontare con un ritmo tranquillo il percorso senza dover “correre dietro a Lui”. Dopo circa una ventina di minuti di camminata, si giunge alla falesia del Bimbo Climb.

Istruttori e allievi iniziano a prepararsi, indossando prima il caschetto e poi l’imbrago, e si radunano intorno a Gigi per una breve introduzione delle attività previste nell’arco della giornata. A seguito di questo breve momento di breefing, entra in scena Peppo con un breve ma molto efficace spiegazione di come iniziare a muovere i primi passi di arrampicata, rimarcando il concetto di cercare di “arrampicare prima con la testa, poi con i piedi ed, infine, con le braccia”. Viene, quindi, il momento di provare a muoversi sulla roccia e noi allievi abbiamo modo di mettere in pratica le dritte di Beppo. In quest’uscita facciamo esperienza con i monotiri e abbiamo la possibilità di farlo continuamente fino a quando non è ora di incamminarsi verso il parcheggio. Ci dividiamo a coppie e si inizia: primo tiro, secondo tiro, terzo tiro… Il caldo di un’estate che sembra essere arrivata con parecchio anticipo si fa sentire, ma non mina il morale di tutti i componenti. Tra un gri –gri montato al contrario e alcuni nodi eseguiti in maniera più discutibile, il tempo scorre velocemente e si inizia a prenderci gusto nell’arrampicare senza sosta. Manca, però, ancora da vedere e apprendere la “manovrina” da eseguire in caso di presenza di un anello chiuso invece di moschettone a leva al termine del tiro. Senza neanche accorgersi, il richiamo di Francesco “Birraaaaaaa!!!!” ci fa capire che è giunto il momento di fermarsi e tornare alle macchine per il meritato terzo tempo. Attività questa che prevede almeno un pinta di birra a testa con cui ragionare e confrontarsi con gli istruttori sulla giornata trascorsa e sulle sensazioni/feedback di entrambi. Insomma, alla fine sono tutti contenti e soddisfatti dell’esperienza, tant’è che nessuno ha voglia di salutarsi e prendere la via di casa. Risolve questo momento di impasse Ciccio che ci fa capire come la compagnia sia stata molto bella ma che l’aperitivo (alcolico) di rinforzo lo richiama verso casa. Sciolto il gruppo, il viaggio di ritorno è il momento per ogni equipaggio di rivivere tramite i racconti di ognuno la giornata appena trascorsa, ma anche l’occasione per riposarsi e prepararsi mentalmente alla seconda lezione pratica prevista per la giornata successiva. E come si dice in questi casi… Ottimo per gli arrampicatori stanchi!

Giacomo

14/05/2022