Un weekend di aggiornamento

Regione: 
Valle d'Aosta
Località: 
Rif. Crete Seche

Ore 6:00 del mattino Osservatori e istruttori del corso d’alpinismo caricano le macchine e partono in direzione della Bionaz, Valpelline, rifugio Crète Sèche (Valle d’Aosta).

Arrivati al parcheggio lasciamo le macchine e carichiamo gli zaino in spalla…aléé su per la montagna, ci aspetta un weekend di arrampicate e divertimento. Nemmeno imboccato il sentiero e già la brigata si divide. Il primo gruppo, dal passo svelto, segue il dolce sentiero che porta alla vallata dove arrampicheremo, mentre il secondo decide di prendere una scorciatoia che punta al rifugio. Io mi accodo ai secondi, dopo essere andato a recuperare spazzolino e dentifricio in macchina…. In un ora facciamo 700 metri di dislivello sulla direttissima e siamo al rifugio, piegati in due ma convintissimi di essere ad un passo dalla meta, il Mont Berlon, e quindi felici. Chiediamo indicazioni al rifugista per l’ultimo tratto di strada, lui ben disposto ci aiuta, aggiungendo che mancano ancora 2 ore di strada! Arrrrg che brutto colpo abbiamo sbagliato i calcoli. Ci rimettiamo in cammino, un po’ abbattuti. La salita si fa sempre più faticosa e impegnativa fino ad arrivare all’ultimo tratto su sfasciumi detritici. Finalmente siamo all’attacco, con i crampi ad ogni muscolo delle gambe. Ad attenderci il primo gruppo già pronto e imbragato. Oooh si inizia a scalare! Poggiamo le nostre scarpette su due vie « La fessura della castagna » e « Lupin III ». La giornata prende tutto un’altro sapore, l’arrampicata è dolce e piacevole su placca non troppo insidiosa che presenta però alcuni passaggi tecnici che rendono divertente la salita. Un tiro dietro l’altro Francesco ed io e arriviamo presto in vetta, il paesaggio è bello e appagante: si vedono le cime del Grand Combin, del Mont Gelé mentre più in lontananza si scorgono, a est, il Cervino con il ghiacciaio dei Breithorn mentre a ovest il Gran Paradiso. Scattate le foto di vetta, si impostano le calate in corda doppia. Giunti a terra siamo felici e stanchi, ormai la giornata volge al termine, ma l’imprevisto è dietro l’angolo e l’ultima cordata si trova ad affrontare un ingiurioso incastro di corda durante la calata, che li blocca a meta discesa. Dopo alcuni tentativi, non resta che risalire un tratto di parete e disincagliare la corda. Fortunatamente l’operazione riesce e si può rientrare al rifugio per ora di cena.

Una bella birra ci toglie di dosso le fatiche di giornata e qualche battuta tra amici allarga il sorriso sui volti di tutti. Dopo una cena non troppo entusiasmate, ci godiamo la stellata offerta dal paesaggio, molto emozionante. Si son fatte le 21:30 ed è ora di coricarsi. La camerata si racconta le ultime balle da letto prima di conciliarsi con il sonno.

Il risveglio, molto comodo (ore 7:00), da agio a tutti di fare una bella colazione e prepararsi per l’uscita domenicale. Oggi si fa sul serio, e se il sentiero per l’attacco è più breve del giorno precedente, lo stesso non si può dire delle vie scelte « Oriana » e « via dell’amicizia ». Alle 8:30 siamo in parete pronti a risalire. Oggi ad arrampicare sono con il direttore del corso e c’è voglia di fare un bel lavoro. I primi tiri non riescono un gran che bene, un po’ per il grado di difficoltà maggiore al giorno precedente, un po’ per la scarsa attenzione all’uso dei piedi. Ne inanelliamo sei con un discreto andamento. L’attacco al settimo tiro però diventa un rebus, le vie « Alpe Rebelle » e « Oriana » si incrociano. La direzione giusta è davvero poco chiara, così decidiamo di proseguire dritti per dritti. Capiamo di esserci ficcati in un guaio quando arrivati alla settima sosta vediamo spit molto ravvicinati, con un tettuccio spiovente seguito da una placca spietata, non può essere « Oriana » è troppo severo! Fortunatamente Beppe, con tanta esperienza, generosa dose di malizia e capacità ne viene fuori. Io seguo stremato già dal tiro precedente. Scopriremo poi al rifugio di essere finiti su « Alpe Rebelle » ed aver affrontato un 6a e un 6c+. Superato il peggio ci ingaggiamo con le ultime due lunghezze che portano in cima. Anche oggi la cresta offre uno spettacolo mozzafiato. Ma il tempo corre e ci buttiamo subito giù con le corde doppie prima che faccia sera. Dopo 10 doppie e una passeggiata in discesa, per le 16:30 siamo davanti ad una birra ed una fettozza di torta al rifugio.

Aspettiamo l’arrivo di tutto il gruppo godendoci il sole d’alta quota e riposandoci un pochino. Una volta che tutti si sono rifocillati si può scendere alle macchine. La discesa ha più le caratteristiche di una corsa che quelle di una passeggiata, e così ci capicolliamo al parcheggio. Restituiamo i pesi degli zaini, nettiamo in moto e rientriamo a casa, stanchi ma felici delle imprese compiute in Valpelline

10/09/2023