Crête Sèche - Monte Berlon - Lupin III

Schede primarie

Crête Sèche - Monte Berlon - Lupin III

Difficoltà: 
6a; V+ obb.
Sviluppo: 
275m
Gruppo Montuoso: 
Alpi Pennine
Località di Partenza: 
Fraz. Ruz, Bionaz (AO)
Quota di Partenza: 
1695m
Quota di attacco: 
2800m
Punti di appoggio: 
Rifugio Cêrte Sèche
Quota di vetta: 
3000m circa
Avvicinamento: 
3h
Tempo di salita: 
3-4h
Tempo di discesa: 
1h per le doppie poi il sentiero a ritroso
Esposizione: 
Sud Est
Tipo di roccia: 
Gneiss
Periodo: 
Estate
Data ripetizione: 
09/09/2023
Attrezzatura e materiale: 

Normale dotazione alpinistica, portare 10 invii. Potrenne risultare utile qualche friend medio-piccolo per integrare la chiodatura lunga. Soste a spit da collegare.

Descrizione avvicinamento: 

Dopo aver parcheggiato l’auto nella frazione di Ruz (o Ru), si imbocca la mulattiera che continua dopo l’abitato fino a Berrier. E’ possibile tagliare i tornanti, imboccando dei sentierini segnalati con frecce gialle.

A questo punto sono possibili 2 itinerari:

  • 1. puntare direttamente verso il Monte Berlon, incamminandosi verso N su un ripido sentiero, segnato con frecce gialle e che risale un costone fino a raggiungere l'Alpe Chardonney. Da qui si procede lungo il pianoro, attraversandolo fino a quasi il termine della comba di Vert Tzan. Lo si percorre fino ad individuare sulla sx (dx orografica con pianoro alle spalle) un canalone la cui cresta di dx (rispetto all'osservatore) termina con un caratteristico sperone il cui lato interno al canale è nero, mentre quello esterno è color nocciola.
  • 2. In alternativa, salire al rifugio Crête Sèche per il pernottamento e da qui imboccare il sentiero che traversa verso NE/N, costeggiando la spalla E del monte Crete Seche, fino a reimmettersi nella comba di Vert Tzen, ricollegandosi al precedente itinerario.

Arrivati al canale, si risale la lunga e faticosa pietraia, inizialmente composta da massi di grandi dimensioni e in seguito da ghiaione instabile e franoso. Lo si percorre fino ad arrivare quasi al suo termine, superando la via Ibex con targhetta alla base ed individuando la linea di spit una decina di metri più avanti.

Descrizione itinerario: 
  • 1° tiro: salire verticalmente la placca appoggiata, prestando attenzione ai primi metri in cui la roccia è scivolosa e parecchio levigata dal nevaio presente nelle stagioni fredde (inverno/primavera). 30m , IV+
  • 2° tiro: alzarsi qualche metro sopra la sosta e vincere lo strapiombo, affrontandolo leggermente a sinistra con un passo di decisione, ove è presente una fessura cieca, e poi proseguire in dritto in placca. 50m, V
  • 3° tiro: attaccare frontalmente l’ostico muretto liscio, che si vince con un paio di passi di aderenza (2 passi di 6a), e proseguire poi sulla destra del piccolo tetto per percorso via via più facile fino in sosta. 30m, 6a
  • 4° tiro: salire verticalmente per placca liscia e tecnica con alcuni passi in aderenza. Lunghezza breve ed intensa. 25m, V+
  • 5° tiro: proseguire dritto sopra la sosta per placca lavorata. 40m, V
  • 6° tiro: prendere la fessura da integrare, che si apre sulla sinistra, e percorrerla fino al suo termine. Traversare, quindi, verso destra per arrivare in sosta. Utili friend medio-piccoli (verde, rosso e giallo BD) per proteggere la fessura. 50m, V
  • 7° tiro: proseguire dritto su percorso non obbligato, seguendo i rari spit che si incontrano, fino a pervenire alla parte sommitale della placconato. 40m, IV+
Discesa: 

In doppia sulla via e poi il sentiero a ritroso.

Primi salitori: 
G.A. Mezzavilla Alessandro e G.A. Farina Massimo, 01/09/2000
Ripetizione di: 
Locati G.; Mauri L.; Beltrame P.; Terraneo A.
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.